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Idee viaggi per il 2023: colori, sapori, cibo e cultura

A caccia di idee fameliche per viaggi enogastronomici in nome di colori, sapori, cibo e cultura. Dall’Abruzzo alla Calabria fino alla Sicilia. Senza dimenticare Friuli Venezia Giulia e Toscana.

Che ne dite di 5 proposte di viaggi con un fil rouge famelicamente teso in nome di colori, cibo e cultura? Noi vi avevamo già raccontato la Gallura tessendo trame di profumi, sapori ed elementi cromatici. Ora vi diamo qualche altra idea per le vostre vacanze 2023. Vi suggeriamo mete non scontate, espressione di una volontà di ricerca di esperienze tra il gourmet e il culturale. Abbiamo individuato i colori, abbinandoli a cibo e cultura, come modalità originale per vivere una vacanza fuori da ogni regola. Questa volta vi proponiamo le regioni in ordine alfabetico: Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Sicilia.

Idee viaggi per il 2023 in nome di colori, cibo e cultura

Abruzzo, la terra dello zafferano

 

idee viaggi 2023

Il bianco delle vette, il verde dei boschi e delle foreste, fino all’azzurro del mare Adriatico. Ecco l’Abruzzo. Ma ci sono anche gli stupendi colori dello zafferano, l’oro rosso, prodotto in Abruzzo, in particolare sull’Altopiano di Navelli, in provincia dell’Aquila. Si può costruire un itinerario sulle tracce dello zafferano, scoprendo antichi borghi e aree naturalistiche

Il punto di partenza è il capoluogo dell’Abruzzo, L’Aquila, una splendida terrazza sul Gran Sasso, con il forte spagnolo del 1500, le basiliche di Santa Maria di Collemaggio e di San Bernardino e la fontana delle 99 cannelle, detta anche della Rivera, simbolo della città con i suoi mascheroni in pietra. Dopo aver oltrepassato i paesi di San Pio e Camere, luoghi della transumanza, dove ammirare le “pajare”, una specie di trullo costruito vicino ai pascoli, per dare asilo ai pastori, si raggiunge l’altopiano di Navelli. Qui in autunno, nella stagione della fioritura dello zafferano, i campi si trasformano in immense distese con mille sfumature di color violetto.

Calabria, la terra della regina rossa

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Rosso acceso come la cipolla di Tropea, il peperoncino di Diamante e la soppressata calabrese. Giallo che tende al verde come il bergamotto di Reggio Calabria e il limone, ma anche l’olio extra vergine d’oliva. Bianco come la mandorla e il torrone di Bagnara. Verde come i fichi di Cosenza. Nero come la liquerizia di Rossano e arancio come le clementine di Rosarno. Le strade calabresi raccontano storie antiche costruite da popoli che si sono incontrati e hanno condiviso le loro culture millenarie. Percorsi che fanno conoscere i colori del mare e i colori della montagna.

A Tropea, splendida cittadina balneare calabrese, dove le formazioni rocciose frastagliate e le alte scogliere si affacciano verso il blu cobalto del Mar Tirreno, cresce la regina rossa degli italiani, la cipolla di Tropea. Una cipolla dal colore rosso acceso, nota per la sua dolcezza. Probabilmente fu portata qui dai Fenici e dai Greci e qui trovò terreno fertile per crescere. Secondo i contadini di Tropea, si ha un buona cipolla rossa di Tropea quando la si mangia come una mela! In realtà ci sono tre tipi di cipolle di Tropea:

  • la cipolla fresca, raccolta ad aprile, con un lungo stelo e un bulbo rosso-viola;
  • la cipolla da serbo, raccolta a giugno, di colore rosso acceso a forma di siluro;
  • il cipollotto bianco, raccoltoad ottobre, somigliante ad un cipollotto sia nell’aspetto che nel sapore.

Un consiglio, se andate a Tropea, ammirate il monastero basiliano di Santa Maria dell’Isola, costruito tra il VI e il IX secolo.

Friuli Venezia Giulia, la terra delle erbe spontanee

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Credit Photo: A. Castiglioni

Un’infinità di paesaggi, un’infinità di colori. Una varietà di tipologie di territori che, inevitabilmente, si riflette sulla cultura e sulla cucina friulana. La coesistenza di mare e montagna, l’incontro di diverse culture ha dato vita a diverse preparazioni culinarie tipiche, sia di terra che di mare. I protagonisti della cucina friulana sono le zuppe, i minestroni di legumi e orzo, ma anche i Cjarsons, ravioli semidolci ripieni generalmente di carne, uova, formaggio, erbe spontanee e spezie aromatiche o i i pitzus, gnocchi di pane grattugiato, uva passa, zucchero, erbe ed uova, bolliti e serviti con carne di maiale. Tra i piatti di carne troviamo il musetto con la brovada o il gulash, mentre tra le proposte di pesce la trota.

In particolare, la Carnia è un mondo fiabesco, un grande villaggio con sette valli che solcano le Alpi carniche, al confine con Austria e Veneto. Qui domina un autentico folklore e una meravigliosa natura incontaminata. Il regalo offerto da queste terre sono numerose erbe spontanee, preziose per preparare i Cjarsons, gli sciroppi di olivello spinoso e di tarassaco, il succo di mele e le marmellate. La Carnia è terra anche di fagioli borlotti, formadi frant (realizzato con un impasto di formaggi del tipo latteria si varia stagionatura, con sale, pepe, latte e panna), ont (il burro fuso), funghi, frutti di bosco e miele di montagna. A Sauris, località nota per un verdissomo lago, nasce il pregiato prosciutto di Sauris IGP affumicato, lo speck, il salame e il cotechino, assolutamente da abbinare a una birra artigianale. Imperdibile poi la gubana, il dolce tipico friulano.

Toscana, la terra del buon vino e di saporiti formaggi

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La Toscana è la regione dove si godono i bellissimi colori dell’autunno. I boschi qui si tingono di mille sfumature di colore che vanno dal giallo, all’arancione fino al rosso e al marrone. I paesaggi toscani, in realtà, sono dipinti da una Natura che può attingere da una tavolozza di colori infiniti. Così ogni stagione presenta scenari davvero stupefacenti. Noi amiamo l’autunno, ma i colori sono sorprendenti anche nelle altre stagioni dell’anno.

In autunno sono protagonisti indiscussi i colori dei vigneti con le loro mille sfumature di verde, arancione, rosso e marrone. Un itinerario interessante, soprattutto se amate la natura, è la Maremma alla scoperta del Morellino di Scansano, il vino del territorio, prodotto con almeno l’85% di uve Sangiovese (clone Morellino). Si tratta di un vino rosso fruttato, caratterizzato da un corpo medio e da un piacevole equilibrio al palato con un finale lungo. Il Morellino di Scansano Riserva è, invece, la proposta più strutturata, grazie all’invecchiamento in botti di legno. A Scansano, oltre al vino, si possono degustare due formaggi davvero particolari:

  • il Cenerino, un formaggio prodotto con latte di pecora chiamato così perché stagionato sotto la cenere
  • il Peparello, un pecorino che matura per molto tempo in barriques riempite di pepe nero macinato.

Per concludere il nostro viaggio, si può optare per una pausa relax alle Terme di Saturnia, costituite da un’unica sorgente termale, la quale sgorga ad una temperatura costante di 37,5 gradi. L’acqua curativa e calda era nota sin dall’epoca etrusco-romana. Si può sceglere se usufruire dei servizi di un hotel di lusso o utilizzare le sorgenti termali gratuite delle Cascate del Mulino. Ricordiamo che quelle che genericamente vengono chiamate terme di Saturnia sono 3 complessi termali distinti: essi sono:

Sicilia, la terra dove cercare il colore dell’anno

Idee viaggo 2023 sicilia

A dicembre, il Pantone Color Institute ha, come ogni anno, reso nota la sua scelta per il 2023: i prossimi 12 mesi saranno all’insegna del Magenta, un colore dalla tonalità rosso-cremisi. L’Institute of Color ha definito il Magenta “un rosso tradizionale per tempi non tradizionali. Potente, impavido e stimolante”. Il vigoroso scarlatto con un sottotono viola freddo appare come un colore spettacolare e non convenzionale, ma non appariscente. Un colore difficile da trovare in cucina, ma noi abbiamo scoperto una pianta da cui si ricava una spezia che giustifica un viaggio in una terra meravigliosa, la Sicilia.

Conoscete il sommacco? Tipico arbusto spontaneo che cresce in Sicilia è riconoscibile per i suoi fiori a forma di spiga e di un colore che richiama il magenta. Grazie alla presenza dei tannini, in antichità era utilizzato per tingere e conciare le pelle. La raccolta delle bacche si effettua tra luglio e settembre. Si tagliano i rami e si lasciano essicare al sole. Successivamente dai rami secchi si staccano le foglie, le si macinano per ricavarne una polvere saporita. In alternativa si laciano in ammollo le bacche per poi, dopo averle tritate, ottenerne un succo. La spezia è usata soprattutto nella cucina mediorientale, dove è conosciuta con il nome di sumak o sumac. Può essere usata per aromatizzare insalate o zuppe e piatti di carne. Attenzione: le bacche crude sono tossiche!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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