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Food trend 2021: che cosa mangeremo? Sarà l’anno del buono e del sano?

Che cosa mangeremo e berremo nel 2021, l’anno della Frutta e della Verdura? Come lo faremo? Delivery, kit di chef stellati, whiped coffee, carne sintetica, bevande fermentate. Tutto in nome della sostenibilità, della stagionalità e del nowaste.

Tutte le previsioni sono state scombinate dal Coronavirus, una pandemia che nessuno aveva previsto e che non può che sconvolgere il food trend 2021. I consumi in lockdown hanno sconvolto le abitudini alimentari in tutto il mondo. La paura di uscire di casa ha portato alla crisi di molti ristoranti, al proliferare del delivery e alla riscoperta del mangiare in casa. Non solo che cosa mangeremo, ma anche a quali cibi dovremo fare attenzione perchè pericolosi.

Food trend 2021: che cosa e come mangeremo nell’anno della Frutta e della Verdura

Se le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2004 l’anno internazionale del riso, il 2008 delle patate, il 2013 della quinoa, il 2016 dei legumi, il 2021 è stato proclamato l’Anno Internazionale della Frutta e della Verdura. Sarà l’anno verde, giallo, arancione, rosso e di tutti i colori del mondo vegetale per migliorare la nostra salute e quella del pianeta.

Ciò che dovrebbe resistere ai cambiamenti imposti dal Coronavirus dovrebbe essere l’attenzione al mondo dell’arte bianca: pane, focacce, pizza a discapito della carne, sempre più sottoposta a processi che mettono in discussione la sua salubrità. Probabilmente presteremo attenzione alla provenienza dei cibi che porteremo a tavola, preferendo i cibi biologici. Si approfondiranno tutti gli argomenti legati alla conservazione dei cibi: dalla marinatura alla fermentazione fino al sottovuoto. Si starà più attenti a ciò che si butterà nella spazzatura. Un esempio? Si riutilizzeranno le bucce di molti frutti. Continueremo ad interessarci ai legumi, in particolare alla loro possibile trasformazione in farina. I legumi che ci appassioneranno nel 2021? I ceci. Per i vini sembra essere giunto il momento degli orange wines. La zona che sembra essere la regina del 2021? La Franciacorta. In mixology chi cercherà di scalfire il potere del gin? Sembra la vodka, il whisky e l’amaro. Le birre artigianali continueranno ad erodere le fasce di mercato di quelle industriali.

La grande novità che si sta affermando anche in Italia è la fake meat, la carne sintetica, un prodotto 100% vegetale, distribuita nel nostro paese dal brand californiano Beyond Meat, attraverso la catena di hamburger gourmet Welldone. Su TikTok impazza il Whipped coffee, ovvero il Dalgona coffee. É un caffè in spuma dolce e soffice, prodotto con caffè, zucchero e latte. Un’altra tendenza sarà il caffè giapponese. Ma ciò che s’imporrà sempre più saranno gli speciality coffe e il caffè sostenibile.

Gli speciality coffee e il caffè sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e migliorando le condizioni dei produttori, saranno la tendenza equa 2021

Più di 2,2 miliardi di tazze di caffè sono consumate ogni giorno nel mondo. Solo acqua e tè superano il caffè. Parliamo di un prodotto che muove miliardi, che dà lavoro a migliaia di persone e che è protagonista di scambi sul mercato dei futures. Negli ultimi anni la parola chiave per la sua produzione è diventata sostenibilità: dalla coltivazione alla tostatura fino alla produzione, senza dimenticare il rispetto delle condizioni dei produttori. Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale del caffè, il 90% della produzione di caffè avviene nei paesi in via di sviluppo, mentre la stragrande maggioranza del consumo riguarda il cosiddetto primo mondo, con l’Europa in prima linea. Inutile dirvi qual è l’anello debole della catena.

Già da anni sono nate certificazioni che assicurano il rispetto dell’impatto a livello ambientale, economico e sociale. Ora si mira anche al rispetto della qualità con gli speciality coffee, caffè che prestano molta attenzione all’origine del prodotto e alle condizioni in cui viene prodotto. La sostenibilità, se è reale, costa. A questo punto la domanda che tutti ci poniamo è semplice: i diversi intermediari saranno disposti a guadagnare un po’ meno e il consumatore a pagare un po’ di più in nome della sostenibilità? In realtà si potrebbero diminuire anche gli intermediari, sfruttando le nuove tecnologie. Sarebbe bello creare un mercato equo, in cui tutti vincono.

E i ristoranti?

Tasto dolente, purtroppo molti non hanno riaperto. Chi ha scommesso sul ritorno dei clienti ha puntato su due fattori: la specializzazione e la verticalità dei ristoranti a tema (poké, sushi, osterie, bistrot, trattorie moderne) e la cura dell’offerta del posto che tende sempre più ad essere un luogo che va al di là dell’offerta del pasto, consentendo di lavorare o di divertirsi. La formula bistrot, aperta dalla mattina fino alla tarda sera, sembra essere la preferita. Ma i grande protagonista del 2021 sarà ancora la consegna a domicilio.

Secondo un’indagine svolta da Deliveroo su un campione di mille italiani, il 41% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato il food delivery per esaudire un desiderio a tavola, ma, oltre il 35%, lo ha utilizzato anche per sostenere ristoranti, pizzerie, gelaterie e bar delle proprie città. Dunque anche una scelta dettata dalla solidarietà per quei settori duramente colpiti dalla pandemia. Deliveroo ci segnala anche le cucine di tendenza del 2021: giapponesecinese e americana. Gli outsider? La cucina messicana e greca.

Un trend originato dal delivery è il kit dei ristoranti stellati con ingredienti pesati e dosati per cucinare a casa piatti fine dining con anche il supporto dello chef con videoricette in streaming.

E quando torneremo alla normalità? Ci saranno grandi cambiamenti. Avranno sicuramente maggiori problemi a resistere quei locali che non hanno nulla da raccontare e con una scarsa identità, si allargherà la forbice di prezzi tra alta ristorazione e ristorazione popolare, si sentirà parlare sempre più di agricucina e di un ritorno ai grandi classici della cucina italiana.

Ma che cosa sarà un dovere più che una tendenza?

La ricerca della salute nel piatto. Mangeremo meno, ma meglio. Vincerà la qualità, la tracciabilità come dimostra l’attenzione verso la natura e la nascita di orti urbani. Vincerà l’healthy food. Sentiremo parlare di climatariani, ovvero coloro che rivoluzioneranno la propria dieta eliminando tutti i cibi ad alto impatto ambientale, scegliendo alghe marine, baccelli, legumi, cereali e piante invasive edibili, ma anche pesce non allevato ed insetti.

Il trend nowaste coinvolgerà le birre artigianali prodotte dagli avanzi di pane, il kombucha, bevanda ottenuta dalla fermentazione di tè zuccherato e ricca di batteri benefici per l’organismo, di antiossidanti, polifenoli e vitamine del gruppo B, utile nella depurazione di fegato e sangue e ideale per rafforzare il sistema immunitario.

In nome della responsabilità sociale scendono in campo anche gli chef stellati. In particolare Massimo Bottura, che con la moglie Lara Gilmore ha lanciato il progetto Food for Soulche ha già recuperato più di 200 tonnellate di cibo, fornendo un pasto a più di 80 mila persone. Altro grande sostenitore della sostenibilità e del km zero è Davide Oldani con la sua Cucina Pop. Il cambiamento che investe anche la cucina gourmet è stato fatto proprio anche dalla Guida Michelin che ha introdotto le stelle verdi.

E tu sai che cos’è il Veganuary?

La cultura vegana si sta imponendo, se è vero, come sostiene una ricerca di The Economist, che il 60% dei millennials è interessato ad adottare una dieta flexitariana optando così per una via di mezzo

Il Veguanuary torna anche quest’anno. E più prepotentemente. Di che si tratta? Di un’iniziativa promossa da una Ong, nata nel Regno Unito nel 2014, con l’obiettivo di invitare le persone a provare la dieta vegana a gennaio. Una campagna che è arrivata a coinvolgere oltre un milione di persone in 192 Paesi. Ovviamente lo scopo dei promotori va oltre il desiderio di fare cambiare abitudini alimentari, avendo l’ambizione di proporre un mondo in cui la produzione alimentare non distrugga le foreste, inquini i fiumi e quindi favorisca il cambiamento climatico. Nella loro campagna di sensibilizzazione hanno coinvolto personaggi pubblici come Joaquin Phoenix, Evanna Lynch e Paul McCartney, oltre che più di 600 aziende interessate ad incrementare la fornitura di cibo vegano in negozi e ristoranti.

10 cibi da evitare perchè dannosi per la nostra salute

Secondo la Coldiretti ci sono 10 cibi che sarebbe meglio evitare. Sono quelli che hanno ricevuto un alto numero di segnalazioni durante i controlli a campione in quanto sono state trovate sostanze potenzialmente pericolose per la salute.

La blacklist  è costruita in base agli ultimi rapporti elaborati dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare sui residui dei fitosanitari in Europa e sui  rapporti del Ministero della Sanità.

Sono spesso prodotti arrivati in Italia senza seguire le norme che ne vieterebbero la vendita nel nostro Paese. Inutile dire che per difendersi da questo pericolo occorrerebbe scegliere prodotti Made in Italy, meglio ancora locali.

Ma vediamo chi è entrato nella blacklist:

  • peperoncino (India, Repubblica Domenicana)
  • bacche di Goij (Cina)
  • melograno (Turchia)
  • riso (Pakistan)
  • té (Cina)
  • okra (India)
  • pitaya (Indonesia)
  • fagioli secchi (Brasile)
  • peperoni dolci (Egitto)
  • olive da tavola lavorate (Egitto)

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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