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Storie di cibo e cultura: perchè la carota è arancione?

Cibo è cultura e anche la carota ha tanto da raccontarci. Perchè è arancione? Non c’entra nulla il patriottismo olandese, in realtà è il risultato di una mutazione genetica.

 Di certo la carota non è il solo ortaggio ad avere conosciuto modificazioni genetiche. Stesso destino hanno conosciuto mais, anguria e melanzana.

L’arancione è un colore legato a diversi significati, è legato alle emozioni e rappresenta gioia ed entusiasmo. Un colore che non aveva nome fino al XVI secolo, era un colore che veniva nominato attraverso l’utilizzo di termini come giallo rossastro o addirittura zafferano. É un ingrediente assai utilizzato in cucina che tinge di freschezza e vivacità molte ricette.

Storia VS leggenda

La carota ha antiche origini. Sembra che non fosse raccolta per essere mangiata, ma per le sue foglie e semi aromatici, come accade oggi con erbe come il cumino o il prezzemolo. Era considerata una pianta afrodisiaca. Nel VI secolo è rappresentata come accompagnamento di spiegazioni botaniche nel libro greco Dioscoride di Vienna. La specie Daucus, dal colore che va dal viola al giallo, ha viaggiato per tutta l’Asia fino ad arrivare in Spagna. Intorno al 1000 in Andalusia sono giunte carote viola con il cuore arancione.

Un’antica leggenda lega il colore arancione delle carote al patriottismo olandese. Certo gli olandesi hanno un grande ruolo nella sua creazione. La carota arancione venne, infatti, selezionata per diventare protagonista del mercato alla fine del 600 in Olanda, grazie a una mutazione genetica. Si cercava di dare maggiore croccantezza, resistenza, valori nutrizionali e dolcezza a una radice commestibile che proveniva dal Medio Oriente. Sembra, invece, che sia una fake news che il colore dovesse celebrare la casa reale olandese. Il colpevole di questa leggenda sarebbe Otto Banga, che nel 1957 condusse uno studio sulla coltivazione delle carote in Europa. In realtà la carota arancione è precedente alla dinastia degli Orange, riprende una versione giallo-arancione e risalirebbe al periodo celtico, ad un insediamento chiamato Arausio. E oggi? Le cultivar arancioni “Horn horn” e “Long Orange” sono le più diffuse.

Di certo la carota piacque ai pittori fiamminghi. Conoscete il quadro The Vegetable Market di Lucas Van Valkenborck? Ma non è il solo, ci sono tante testimonianze in diversi quadri di altri artisti come, ad esempio, l’Arcimboldo.

cibo cultura carota arancione: i quadri dei fiamminghi

 


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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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