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La cultura e la tecnologia fanno di Mantova una smart city

Mantova smart city? Sì, con un + 14% di arrivi negli alberghi e nelle strutture della città e dell’hinterland nei primi nove mesi del 2016 rispetto all’anno scorso (indagine Federalberghi – Confcommercio) e + 19% di notti trascorse in città per un aumento degli affari (di hotel, bar, ristoranti, guide turistiche e negozi) di ben 1 milione e 700.000 euro. Sono i dati riguardanti Mantova, Capitale italiana della Cultura proprio nel 2016. Grazie ad una app (e la sua piattaforma sottostante) e a connessioni con spot Beacon sparsi nella città, alla possibilità di accedere alla “realtà aumentata” e ad un accordo con Google Earth, Mantova diventa una vera e propria “experience”, un progetto di inclusione di cittadini e visitatori in un nuovo modo di vivere le ricchezze del contesto urbano.

 “App Mantova”, l’utente e la sua esperienza sono al centro, ecco perchè si parla di  Mantova smart city

Mantova smart city è tutto questo e non solo grazie ad “App Mantova” che è l’applicazione per migliorare la user experience di chi parteciperà agli oltre mille eventi in calendario che animeranno la città dei Gonzaga in questi mesi: al centro di tutto questo ecosistema di “conoscenza aumentata” ci sta, per l’utente, il proprio smartphone che, grazie a sensori beacon disseminati, può ricevere anche informazioni geolocalizzate con precisione. La città dei Gonzaga è al centro di uno storytelling continuamente aggiornato e personalizzabile, stiamo dunque parlando di innovazione che dialoga con il territorio. L’applicazione (disponibile gratuitamente per Android e iOS) si inserisce nel progetto “Mantova Phygital City” e, oltre ad offrire mappe interattive che elaborano il percorso più rapido in funzione della geolocalizzazione dei visitatori, segnalando anche i mezzi per agevolare gli spostamenti, guida, attraverso un’esperienza immersiva, i visitatori nei siti di interesse culturale con video, foto e altri contenuti multimediali basati anche sulla realtà aumentata e sulle riprese a 360 gradi. La piattaforma sottostante la mobile app è in continuo progress e, fattore importantissimo, non è destinata solo ai turisti: anche per i cittadini si tratta di un’opportunità per vivere in modo più interattivo la città (“Caccia ai tesori” è un format di gamification basato sulla mobile app attraverso il quale i partecipanti hanno avuto la possibilità, nell’aprile 2016, di interagire con i gioielli, a volte nascosti o meno noti, del patrimonio artistico della città dei Gonzaga).

Mantova, Phygital City d’Italia, dove atomi e bit si incontrano

E’ uno dei particolari del nostro programma editoriale, del “Content Curation Project” del nostro blog “Famelici” quello di non fare differenze tra i ‘territori’ digitali e fisici: anzi, è proprio nella interazione tra questi due momenti che un paese ricco di tradizione, cultura e innovazione come l’Italia può trovare il punto di decollo. In questa visione Mantova può essere considerata la prima “Phygital City d’Italia”, un luogo a cavallo tra reale e virtuale. Al di là delle forzature proprie del marketing, bisogna dare atto ai progettisti di avere avuto una visione estremamente lucida del territorio e delle proprie ricchezze e il merito di aver lanciato la città al quarto posto nella classifica stilata dallo “Smart City Index 2016” (Ricerca di Ernst & Young in collaborazione con Ericsson, Tim e Indra, un lavoro sulla base di 470 indicatori diversi), dietro a Bologna, a Milano (che ha beneficiato dello straordinario impulso di Expo 2015) e Torino, tutti hub urbani assai più estesi di Mantova. L’indice, che tiene conto di 470 indicatori diversi tra cui servizi, applicazioni, adozione e uso di sensori, infrastrutture e reti, ha preso in considerazione per l’edizione 2016 anche la capacità di progettazione e la visione strategica nell’organizzare le diverse iniziative all’interno di una visione di ampio respiro.

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Written by Fabrizio Bellavista

Innovazione e città intelligenti sono i settori di mio interesse e mi troverete attivo nelle sezioni FUTURE e MILANO.

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