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Viaggio enogastronomico in Italia: cibo e cultura in 9 tappe

Famelici ti propone un viaggio enogastronomico in Italia a caccia di città meno note e borghi da scoprire. Un itinerario in nome di cibo e cultura da Nord a Sud.

Si avvicina l’estate e con lei la voglia di viaggiare. Noi vi proponiamo nove mete, alcune note, altre meno, per scoprire la nostra “grande bellezza”: cibo e cultura. Montagne, laghi, città, da Nord a Sud, per un viaggio enogastronomico in Italia. Il nostro viaggio enogastronomico in Italia è diviso in due sezioni: Nord e Centro-Sud. Buona lettura!

Viaggio enogastronomico in Italia (Nord Italia)

Avigliana- Piemonte

viaggi sacra san michele

La cittadina medievale di Avigliana, a circa 30 km da Torino, è nota per la vicinanza alla Sacra di san Michele, l’abbazia che ha ispirato lo scrittore Umberto Eco per il romanzo Il nome della Rosa. Un monumento che incute timore come dimostra una storia millenaria che intreccia religione e potere. Costruita sulla cima del monte Pirchiriano tra il 983 e il 987, dove nel passato sorgeva un forte difensivo Romano, risale al XII secolo. Dedicata al culto dell’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, conobbe il maggior fulgore come luogo di preghiera tra il 1200 e il 1300. Dopo la sua visita puoi goderti il meraviglioso paesaggio alpino di boschi e ruscelli. Puoi anche scegliere di fare una passeggiata sotto i portici medievali del centro storico di Avigliano.

Gavi: agnolotti alle tre carni

Se ti fermi a mangiare in uno dei tanti ristoranti di Avigliano, ordina l’Agnolot del Plin, il cui nome richiama il gesto che si deve compiere per prepararli. Si formano partendo da una lunga striscia finissima di pasta e poi si pizzicano con le dita, con un “plin”, che serve per chiudere la sfoglia e racchiudere il ripieno. Il ripieno è una farcia di carne mista (vitello, maiale e coniglio) stufata con carote, cipolle e sedano, arricchita con spinaci e scarola saltati in padella. I plin vengono conditi con il sugo delle carni cotte con le verdure. Da Avigliana poi si può andare facilmente sul lago di Garda.

Crema – Lombardia

crema

A 30 km a est da Milano, trovi Crema, una piccola cittadina lombarda che si trova posizionata tra tre grandi province: Milano, Bergamo e Cremona. Le strade acciotolate del centro storico, da percorrere a piedi, ti conducono a perderti tra palazzi signorili, chiese barocche e il maestoso Santuario di Santa Maria della Croce.

tortelli cremaschi

Che cosa devi assolutamente assaggiare? I tortelli cremaschi, un piatto che ha antiche origini. Infatti sarebbero stati realizzati per la prima volta tra il 1600 e il 1700. Un tempo era un piatto destinato alle tavole dei più ricchi. La loro particolarità sta tutto nel ripieno dolce. Sono preparati con una pasta fresca, realizzata con un solo uovo o, in alcune varianti senza. Il ripieno prevede l’utilizzo di amaretti al cioccolato, cedro candito, scorza di limone, uvetta sultanina, parmigiano, marsala, mentine e il mostaccino (un biscotto molto speziato tipico di Crema). Occorre poi prestare attenzione all’uso delle spezie quali noce moscata, cannella, chiodi di garofano, coriandolo, anice stellato, macis, pepe nero e cacao. Dopo una lunga cottura (30/40 minuti) sono serviti con burro fuso, salvia e un’abbondante spolverata di Parmigiano. Da Crema è poi facile organizzare una gita sul lago d’Iseo o di Garda.

Bergamo – Lombardia

dove andare in vacanza a ottobre: bergamo

Quest’anno un viaggio enogastronomico in Italia non può non comprendere Bergamo, eletta con Brescia Capitale della Cultura. Come tutti sanno Bergamo è divisa in Bergamo bassa e in Bergamo alta, raggiungibile con una funicolare in un paio di minuti o a piedi in 20 minuti. Qui dalla Rocca si ammira un suggestivo panorama sui tetti della città. Scendendo fai una sosta ai chiostri del convento di San Francesco e all’antico lavatoio. Arrivato a Piazza Vecchia goditi la vista della biblioteca Angelo Maj, del vecchio Palazzo del Podestà, del Campanone, della torre che ogni sera alle 22:00 batte i 100 rintocchi che in passato decretavano la chiusura delle porte della città e del Palazzo della Ragione.

In città bassa una tappa inusuale è il Monumento al Partigiano, opera di Giacomo Manzù realizzata e regalata alla città nell’anno 1977, in memoria dei suoi genitori e di tutti gli eroi della Resistenza. Manzù incise le seguenti parole: “Partigiano ti ho visto appeso immobile. Solo i capelli si muovevano leggermente sulla tua fronte. Era l’aria della sera che sottilmente strisciava nel silenzio e ti accarezzava, come avrei voluto fare io”. Da visitare poi la Gamec, la Galleria di arte moderna e contemporanea o l’Accademia Carrara.

isola bergamasca

Ma che cosa mangiare a Bergamo? Da assaggiare la polenta taragna a base di farina di mais e farina di grano saraceno servita spesso con burro fuso e formaggio (branzi); i casoncelli, una pasta ripiena, un tempo realizzata con le materie prime disponibili; gli scarpinocc, il cui nome deriva dalla forma di calzatura, con un ripieno magro a base di formaggio, uova, burro, pan grattato e spezie; la polenta e osei servita con uccellini; la polenta e osei dolce, un dessert a forma di cupola gialla, realizzato con polenta dolce, pasta di mandorle e cioccolato fondente; la torta Donizetti, una sorta di torta margherita a forma di ciambella a cui nell’impasto sono aggiunti albicocca candita, ananas candita e maraschino e gli immancabili formaggi: Strachitunt, Taleggio, Salva Cremasco, Gorgonzola, Grana Padano, Provolone Valpadana, Bitto, Formai de Mut e Quartirolo Lombardo e il Branzi.

Como – Lombardia

como viaggi enogastronomici

Il lago più profondo d’Italia è stato associato al relax fin dai tempi in cui Plinio il Giovane nelle Epistulae descriveva la sua tranquillità. In effetti Como si visita per mangiare, bere e passeggiare, anche senza una meta precisa. Immagino che sia per questo che George Clooney ha comprato Villa L’Oleandra vicino a Laglio!

Oltre alla cupola della cattedrale di Como, progettata su disegno tardo barocco da Filippo Juvarra, appare il lago: una lamina d’argento tra pendii boscosi. Ed è proprio il paesaggio che ha spinto qui alla ricerca del sublime Shelley, Byron e tanti altri poeti. Il Duomo, iniziato nel 1396 e completato nel 1740, presenta diversi stili e un’ imponente facciata con guglie e pinnacoli. Soffermati ad ammirare le due edicole dedicate a Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane realizzate dalla bottega di Rodari. Accanto sorge l’antico Palazzo Comunale, oggi sede di mostre. Se sei un appassionato di scienze, visita Il Tempio Voltiano, dedicato al comasco Alessandro Volta. Si tratta di un palazzo che richiama le costruzioni palladiane. Progettato dall’architetto Federico Frigerio, raccoglie diversi reperti del lavoro dello scienziato.

pan meino como

Ma che cosa mangiare a Como? Pesce d’acqua dolce come i misultitt (gli agoni pescati, essiccati al sole e pressati con il sale nelle cosiddette missolte di legno), le alborelle, il lavarello, il pesce persico, la trota salmonata, il luccio e il cavedano; il risotto con il pesce persico; il pesce in carpione (fritto); il pesce in salsa verde (grigliato), oltre il fritto misto di lago. Tra i formaggi prova la semuda, lo zincarlin e il triangolo del Lario. E tra i dolci? La miascia, il braschin, i nocciolini di Canzo, il pan mataloch, il masigott, la resta, il pan meìno, la cutizza, i tortelli di San Giuseppe.

Bormio – Lombardia

bormio mete enogastronomiche

Siamo in Valtellina, nel Parco dello Stelvio. Oltre allo sci qui si viene per frequentare i centri termali: i romanici Bagni Vecchi e i Bagni Nuovi. Attrazione principale è Piazza Kuerc, nel dialetto locale coperchio. Qui si erge la Torre della Bajona, costruita nel XIV secolo. In origine era luogo di adunanze e amministrazione giuridica come testimoniano le sue colonne dove erano esposte sentenze e decreti. La struttura più antica di Bormio – anche se ricostruita – è la Chiesa Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio, dedicata ai figli gemelli di Santa Valeria e San Vitale, protettori di Bormio. Custodisce alcuni affreschi risalenti al 1393. Un piccolo gioiellino, con le sue 27 stanze, è il Museo Civico, che si trova all’interno del Palazzo de Simoni. Qui sono raccolti oltre 4000 pezzi che narrano folklore, cultura, artigianato, lavoro e religione locali.

Storia e ricetta dei pizzoccheri

Che cosa mangiare a Bormio? I classici piatti della cucina valtellinese: dagli sciatt, palline fritte di farina di grano saraceno ripiene di formaggio fuso, servite con foglie di insalatina ai pizzoccheri, strisce di pasta dai sette ai dieci centimetri e spesse tre millimetri circa, impastate con due terzi di farina nera e un terzo di farina bianca, salate leggermente a cui si aggiungeun filo d’olio. Cotti insieme a patate e verza tagliati grossolamente, si servono alternandoli con strati di formaggio casera giovane. Si condiscono con burro fuso bollente e con aglio. E per concludere un bicchierino di Braulio, il liquore tipico di Bormio.

Udine – Friuli Venezia Giulia

viaggio enogastronomico in italia: udine

Udine è una città accogliente, giovane, puntellata da caffè, locande, osterie storiche e pasticcerie. É la città del Tiepolo, ma anche del Liberty e dell’art nouveau. Se arrivi in treno fai una breve passeggiata per raggiungere il cuore della città: Piazza della Libertà. È il biglietto da visita di Udine, la Venezia della terraferma. Un mix di culture, da quella veneziana a quella asburgica! Sullo sfondo della piazza, il possente Castello, tutt’intorno palazzi di stile veneziano. Nel Duomo è custodita la Pala del Tiepolo, raffigurante la Trinità, dipinta nel 1738.

Salumi: quali scegliere e quante volte mangiarli

Cosa mangiare a Udine? Il frico, un piatto povero e sostanzioso. Due ingredienti che non mancano mai sono le patate e il formaggio, in genere il Montasio. Il tortino talvolta è proposto anche con l’aggiunta di mele, verdure di stagione ed erbe aromatiche. Lo troviamo in versione morbida o friabile. Merita un assaggio anche il famoso prosciutto di San Daniele del Friuli. Il tuto accompagnato da un buon bicchiere di Friulano, Ribolla gialla o Malvasia istriana.

Trieste – Friuli Venezia Giulia

trieste viaggio enogastronomico

Non solo città mitteleuropea, Trieste è anche una meta interessante se sei incuriosito dall’arte contemporanea come dimostrano le diverse esposizioni temporanee organizzate in nome di arte, design e moda, fotografia, grafica e multimedialità. La città del Mischung, della mescolanza, permette di fare molti percorsi naturalistici e urbani. La città è ricca di bellissimi palazzi 700-800eschi, ma anche di installazioni contemporanee. È una città cosmopolita. Qui si parla italiano, sloveno, tedesco e triestino.

ricetta della gubana dolce natalizio friulano

E te ne accorgi appena entri in uno dei suo caffè storici, veri centri culturali che dettero vigore all’irredentismo. Lo testimonia il Caffè San Marco con i suoi mascheroni e affreschi satirici. Ma i caffè triestini sono stati importanti anche per l’affermazione dei movimenti femministi. Qui nei primi del 900 si trovavano le donne per discutere tematiche culturali e politiche. Consigliata una pausa al Caffè degli Specchi nella scenografica Piazza dell’Unità d’Italia o alla Stella Polare, frequentato da James Joyce. Se entri in un caffè, devi sapere come ordinare. Nero è l’espresso, Capo in B il macchiato in tazzina di vetro, caffelatte il cappuccino. Magari con il caffè ordina una fetta di Putizza o Gubana.

Viaggio enogastronomico in Italia (Centro-Sud)

Ascoli Piceno – Marche

Viaggio enogastronomico Italia ascoli

Visitare Ascoli Piceno, “la Città dalle 100 torri” o “la Città di Travertino“, è un viaggio nel tempo. Lo testimonia il centro storico, il cui cuore pulsante è Piazza del Popolo con la gotica Chiesa di San Francesco; il Palazzo dei Capitani del Popolo, costruito tra il ‘200 e il 300 sulle macerie di tre piccoli edifici preesistenti; numerosi palazzi rinascimentali e lo storico Caffè Meletti, dove va degustata la famosa Anisetta, un liquore a base di anice. Un’altra piazza da non perdere è Piazza Arringo, dove nel Medioevo si tenevano le assemblee pubbliche definite arringhe. Qui si erge l’imponente Duomo di Sant’Emidio dedicato al patrono della città e protettore dai terremoti. E se sei romantico non puoi perderti una passeggiata lungo la Rua delle Stelle, nei pressi del Ponte di Solestà, che consente anche di raggiungere l’antico lavatoio di Borgo Solestà.

marche olive ascolane

Una cena famelicamente consigliata è presso l’Hostaria Enoteca Tirabbesciò, dove in occasione di una degustazione dei vini della cantina marchigiana Il Conte Villa Prandone, abbiamo assaggiato il tradizionale fritto ascolano composto da olive, carciofi e salvia fritta. Per la sfiziosa oliva ascolana occorre utilizzare l’Oliva Tenera Ascolana Dop. La polpa, separata dal nocciolo con un taglio a spirale, è farcita con carni di maiale e manzo cotta con burro, olio, sedano, carota e cipolla. Dopo avere macinato il composto e averlo amalgamato con uova, noce moscata e parmigiano, le olive vanno passate prima nella farina, poi nell’uovo e infine nel pangrattato. In ultimo sono fritte in abbondante olio. Non perderti poi la Gricia abbinata allo Zipolo della cantina Il Conte Villa Prandone.

 

Castel del Monte – Puglia

viaggio enogastronomico castel monte

Vicino ad Andria, “la città dei tre campanili”, si trova Castel del Monte, noto per la suggestiva fortezza ottagonale fatta costruire attorno al 1240 da Federico II di Svevia, imperatore del Sacro romano impero. Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO dal 1996 è un luogo alchemico e magico Si tratta di un edificio ambiguo: un castello dal sapore arabo che sembra anche un mausoleo. Domina il rigore geometrico e matematico, la pietra calcarea, il marmo bianco. La pianta e la corte interna ottagonali, le otto torri fanno pensare che il numero otto abbia un significato magico. Se lo si visita con calma, si troveranno tanti altri riferimenti a questo numero che rimanda alla difesa dell’equilibrio cosmico.

Giancarlo Ceci vini

Che cosa degustare con l’ottimo cibo pugliese? Noi ti proponiamo i vini dell’Azienda Agricola Giancarlo Ceci, che raccontano la storia di un castello pugliese del ‘500 e la passione di una famiglia che tramanda da otto generazioni il rispetto per la natura e i suoi frutti. La Tenuta si trova tra Andria e Castel del Monte, nell’area collinare pre-murgiana. Qui sono coltivati i vitigni autoctoni (Nero di Troia, Bombino Bianco e Nero, Fiano e Moscato), quelli dei territori più prossimi (Montepulciano e Aglianico) e internazionali (Chardonnay).

Sublime il Grand Cru dell’azienda, Felice Ceci DOCG Castel del Monte Nero di Troia Riserva, vino biologico di grande personalità, prodotto dalla selezione accurata di uva di Troia. Lo rendono un ottimo vino l’elevazione in tonneaux di rovere francese per almeno 14 mesi, a cui fa seguito l’affinamento in bottiglia per altri 12 mesi prima della messa in vendita. Presenta un grande bouquet olfattivo che si apre con toni di more, gelso nero e carruba, a cui seguono sentori di fiori appena recisi, poi spezie dolci quali chiodi di garofano e moka di caffè. Al sorso è ampio, secco e di gran carattere: i tannini ancora leggermente ruvidi rendono dinamico il corpo succoso e ben strutturato.

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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