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Un “Salto nel vuoto” (con il paracadute) a Bergamo

In occasione di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, la GAMeC ospita il terzo capitolo di un percorso iniziato nel 2018 e dedicato ad uno studio sulla materia nell’arte a partire dal 1900. L’itinerario, capace di abbinare concretezza e immaginazione, reale e virtuale, solidità e evanescenza, si snoda in tre sezioni evocative sin dal nome: Vuoto, Flusso e Simulazione.

Magritte? Picasso? Balla? Ardua la decisione se si fosse costretti a scegliere. Visitando “Salto nel vuoto. Arte al di là della materia” non lo si deve però fare, perché le opere dei celebri autori si susseguono nelle sale della GAMeC (Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo) solo per invitare alla riflessione. I “vuoti” non sono mai stati così “pieni” in questa esposizione, terzo e ultimo capitolo del progetto pluriennale dedicato all’indagine sulla materia nell’arte del XX e del XXI secolo che, dopo aver preso il via nel 2018 con “Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, è poi proseguito nel 2021 con “Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione”.

Un “Salto nel vuoto” a Bergamo: l’ultimo passo della Trilogia

L’ultimo passo della Trilogia, a cura di Lorenzo Giusti e Domenico Quaranta, esplora il tema della smaterializzazione, espressa attraverso una narrazione trasversale, scandita dalle indagini sul vuoto dei primi movimenti dell’avanguardia storica e dei gruppi sperimentali del secondo dopoguerra, dalle ricerche sul flusso che rimandano agli anni della prima informatizzazione, sino all’uso di nuovi linguaggi e realtà simulate dell’era post-digitale. Dalla negazione della sua dimensione nella sostanza alla sua identificazione come puro “ideale” sino alla sua sublimazione, il vuoto diventa così paradigma delle mille visioni che animano le tre sezioni tematiche della Mostra: Vuoto, Flusso e Simulazione.

Se la prima è dedicata alla sua rappresentazione come dimensione immaginativa, ideale o concettuale, grazie ad una serie di lavori di Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani, Dadamaino, Jean Degottex, Aiko Miyawaki e Ann Veronica Janssensche, la seconda – Flusso – si connota per una selezione di opere che testimoniano l’impatto dell’informatizzazione e delle reti digitali sul modo di percepire la realtà materiale. Ad essere ospitati negli spazi GAMeC sono così unicum che portano la firma di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, František Kupka e Pablo Picasso, insieme ad opere che introducono al dinamismo percettivo dell’Arte Programmata e di Fluxus. Presenti sono poi lavori degli anni Sessanta e Settanta basati su processi, istruzioni e programmi – da Agnes Martin a Roman Opałka, da Vera Molnar a Lillian F. Schwartz – oltre a opere recenti di artiste e artisti internazionali.

Chiude l’itinerario la sezione Simulazione, che fa dello snodo tra reale e virtuale il suo focus. A raccontarlo sono Lynn Hershman Leeson e Seth Price, Richard Estes, Duane Hanson e René Magritte con il suo olio su tela “Le grand siècle” del 1954. Ma non solo. Tappe di questo viaggio che va “oltre”, proponendo realtà alternative convincenti e immersive, sono anche quelle segnate da Rebecca Allen, John Gerrard, Jon Rafman a Timur Si-Qin.

Nel segno dell’esperienzialità è infine l’installazione presentata da MSHR (Brenna Murphy e Birch Cooper) che, parte della serie Nested Scapes (2017- in corso), indaga ed amplifica livelli diversi di immersività. Lo spettatore diviene protagonista di un esperimento che estende la realtà percepita e sollecita, attraverso la realtà virtuale, la riattivazione di forme di pensiero creativo e mind wandering, connesse a quello che le neuroscienze chiamano DMN (Default Mode Network).

Un “Salto nel vuoto” a Bergamo: il dialogo tra arte e scienza

Un “salto nel vuoto” a Bergamo è la conferma del sodalizio tra arte e scienza che arriva dalla collaborazione tra la Mostra e la Fondazione Meru – Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, già supporter, tra il 2013 e il 2017, con Associazione BergamoScienza e GAMeC, del Meru Art Science Award, finalizzato alla promozione di progetti artistici legati allo sviluppo delle ricerche scientifiche. Il nuovo programma di ricerca – Meru Art Science Research Program – ha così finanziato la realizzazione di un progetto site-specific per lo Spazio Zero della GAMeC, come già avvenuto in occasione di Black Hole e Nulla è perduto.


Testo di Raffaella Borea

Ph: @maryromanello

“Salto nel vuoto. Arte al di là della materia”

Dove: GAMeC, Bergamo
Orari: Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì: 15:00-19:00
Sabato e domenica: 10:00-19:00
Martedì chiuso
Quando: sino al 28 Maggio 2023
Biglietti: intero 8 euro
Info: gamec.it

 

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