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5 mete dove andare in vacanza a ottobre in nome di cibo e cultura

Dove andare in vacanza a ottobre? 5 mete ideali per una vacanza o un week end autunnale in nome di cibo e cultura. Seguici, ti portiamo al mare, in montagna, in collina e in città alla scoperta di 5 mete famelicamente consigliate. Rigorosamente in Italia.

Se ti stai chiedendo dove trascorrere una vacanza o un week end in ottobre, ecco 5 mete famelicamente consigliate in nome di cibo e cultura.

Ecco le nostre destinazioni:

Alto Adige – Valle Isarco

Basilicata – Bernalda

Campania – Isola di Ponza

Lombardia – Bergamo

Emilia – Piacenza

3 mete tra mare, collina e montagna

Alto Adige – Valle Isarco

Seehof Nature Retreat

Tutta la magia dell’effimera “estate indiana” si può assaporare nell’autunno ricco di colori e profumi che regala l’Alto Adige. L’effetto è quello di un paesaggio incantevole, gli alberi sono esplosioni di tonalità calde, e le montagne intorno tavolozze di colori vivissimi. Nell’Italia del nord il fenomeno è noto come “l’estate di San Martino”, da pochi giorni fino a diverse settimane di tempo soleggiato, temperature miti e cielo limpido, un vero colpo di coda della bella stagione, il dolce commiato che precede l’inverno. Tradizionalmente legato a un momento di pausa, di riposo dal lavoro dei campi e preparazione alle attività richieste dai mesi più freddi, la stagione invita a raccogliersi in un momento di quiete.

Dove soggiornare e mangiare

Motivo ispiratore del Seehof Nature Retrat di Naz-Sciaves, vicino a Bressanone (BZ) è l’armonia. Un concetto ripreso anche nella cucina del suo ristorante. La ricerca di ingredienti in prevalenza regionali e locali, segue il ritmo naturale delle stagioni. Si inizia la giornata con una colazione “da Re”, a base di prodotti freschissimi – a partire dalle uova di galline ruspanti fino ai dolci appena sfornati e al miele di produzione propria, dalla frutta allo yogurt di giornata. Il trattamento Culinaria prevede un pranzo leggero, con un piatto caldo diverso ogni giorno. Segue la merenda che anticipa la cena, che prevede quattro portate gourmet a scelta. Qui si fondono sapori altoatesini e mediterranei, con un tocco di creatività. Il tutto è accompagnato da una ricercata carta dei vini, che parte dal territorio per esplorare altre regioni italiane e francesi.

dove andare vacanza ottobre Seehof

Basilicata – Bernalda

fascino di un viaggio in Basilicata: craco vecchia, il borgo fantasma

Il periodo autunnale è il momento perfetto per un viaggio alla scoperta di cibo e cultura. In Lucania ogni sapore racconta una storia, e i piatti della tradizione contadina sono ora diventati veri trend anche nelle cucine stellate: uno tra tutti il delicato peperone crusco, fatto essiccare rigorosamente – e pazientemente – al sole. Sono molti anche i prodotti che hanno ottenuto certificazioni DOP e IGP: diversi formaggi, olio extravergine di oliva Vulture, la celebre salsiccia lucanica, i fagioli, le lenticchie, la melanzana rossa rotonda e il pane di Matera.

Dove soggiornare e mangiare

Borgo San Gaetano, incantevole relais di charme di Bernalda – non lontano da Matera – invita a trascorrere un soggiorno all’insegna dell’eleganza, e costellato di incursioni gourmet alla ricerca delle eccellenze della buona tavola. A Borgo San Gaetano i food lovers sono coccolati fin dalla prima colazione dolce e salata, abbondante e bernaldese. La cittadina di Bernalda offre diversi ristoranti di alto livello, dove gustare i piatti tipici e per chi soggiorna qui, in collaborazione con il Caseificio Esposito, è prevista la possibilità di seguire le fasi di produzione del formaggio in prima persona. Qui si conosce la lavorazione di burrata, stracciatella, scamorza​, caciocavallo, provolone, trecce di mozzarella, yogurt per poi gustarli accompagnandoli con pane, insaccati e un buon bicchiere di vino.

vacanze ottobre Borgo San Gaetano

Campania – Procida

procida vacanze ottobre

Set di film passati alla storia come Il postino  o Il talento di Mr. Ripley, Procida, nel Golfo di Napoli – tra Ischia e Capri – è stata eletta Capitale della Cultura Italiana 2022. Qui tra aranci e limoni si gode ancora uno stile di vita che non conosce fretta. La si può visitare tutta in motorino o a bordo di motorette trasformate in taxi. L’isola conserva spiagge selvagge bagnate da un mare blu intenso. Imperdibile la spiaggia dorata di Chiaia, circondata da scogliere o Marina Corricela, il più antico quartiere peschereccio della città.

 

Dove soggiornare e mangiare

L’hotel boutique San Michele, con vista sorprendente sul mare, si trova tra case colorate e nei pressi di un molo reso vivace dalla presenza di numerosi caffè. Per cena prenota un tavolo al Bouganville, il ristorante dell’elegante resort. Qui puoi scegliere se accomodarti al coperto o al fresco. La cucina è tipicamente mediterranea con un esclusivo tocco moderno. Non puoi esimerti dal provare il vino home made, Il Levante. Un consiglio famelico? Visitando il borgo medievale terra Murata o guardando il tramonto dalla spiaggia di Chiaiadella, si devono assaggiere assolutamente le lingue di suocera – una pasta sfoglia dolce farcita con crema al limone.

dove andare vacanza ottobre procida

E ora vi portiamo in città…

Lombardia – Bergamo

dove andare in vacanza a ottobre: bergamo

Per questa bella città, che sarà con Brescia prossima capitale della Cultura 2023, ci guidano dai ragazzi della 3R dell’Istituto Statale Superiore Guido Galli. In un progetto interno a IEFP Istruzione Formazione Professionale – indirizzo Operatore Turismo, gli studenti si sono trasformati in guide turistiche, costruendo un itinerario di 1/2 giorni indirizzato ad un turista generico. Una fase preliminare ha portato gli studenti a vivere piazze e strade, scorci e monumenti, musei e quant’altro, studiando con attenzione aspetti e tempistiche all’interno di un percorso ideale. Il risultato è quello che qui di seguito vi presentiamo. Per organizzare la visita con maggiori dettagli e specifiche sono stati predisposti strumenti digitali, tra i quali Google Maps, Google Heart e un video pubblicato su YouTube, tutti creati ad hoc dai ragazzi. Partiamo così, un po’ a casaccio, in stile “scialla”, bello e tipico dei giovani.

Prima tappa è il Monumento al Partigiano, opera di Giacomo Manzù realizzata e regalata alla città nell’anno 1977, in memoria dei suoi genitori e di tutti gli eroi della Resistenza. Manzù incise le seguenti parole: “Partigiano ti ho visto appeso immobile. Solo i capelli si muovevano leggermente sulla tua fronte. Era l’aria della sera che sottilmente strisciava nel silenzio e ti accarezzava, come avrei voluto fare io”.

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É la volta del Monumento dedicato a Donizetti, situato accanto al bel teatro. La sua storia è alquanto singolare e collega Bergamo a Catania. Vediamo come. Al calabrese Francesco Jerace era stata commissionata una scultura in onore del compositore catanese Vincenzo Bellini. Terminata l’opera sorse una diatriba tra l’artista e l’amministrazione siciliana relativamente al pagamento dell’opera. Dal momento che non si trovava un accordo economico, la città di Bergamo decise di acquisirne la proprietà, a patto che venisse modificato il volto di Bellini con quello di Donizetti! L’escamotage accontentò sia Jerace che Bergamo! A volte l’insopportabile refrain “con la cultura non si mangia” torna inesorabile a danno della cittadinanza.

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E ora ci avviamo verso la funicolare e la scaletta chiamata Daour (ma qui i ragazzi non sanno spiegarcene l’origine del nome, ahiahiahi…). Costruita nel 1887 su progetto dell’ingegnere Alessandro Ferretti, il “Leonardo da Vinci delle funicolari”, nato a Reggio Emilia nel 1851, è strutturata su due binari che hanno lunghezze diverse: 240m e 234m, il dislivello è uguale ed è di 85 metri con una pendenza del 52%. Oggi la funicolare collega “Berghem de hota” a “Berghem de ura”, in poco più di 2 minuti e mezzo, con una capacità di 600 persone all’ora.

Risaliamo ora la Salita della Scaletta, la suggestiva porta che consentiva l’accesso per chi raggiungeva la città da Milano. Sull’arco domina il leone alato di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia. Sono quattro le porte di accesso a Bergamo Alta ed ognuna di esse ha un simbolo: San Marco, il Leone alato, San Luca il Toro, San Matteo l’Angelo, San Giovanni l’Aquila.

Altra attrazione sono le Mura Venete, patrimonio UNESCO dal 2017. Costruite nel 1588 per difendere la città, si estendono per una lunghezza di 6 km e circondano tutta la città alta. Noi la percorriamo a piedi in tutta la sua lunghezza per una piacevole camminata di un’ora e mezza circa.

Bergamo e colleoni
Stemma Colleoni

Ora vi facciamo sorridere un po’… Entriamo a visitare la Cattedrale di Sant’ Alessandro con il Museo e il Battistero, poi la Basilica Santa Maria Maggiore e la Cappella Colleoni.

Solchiamo l’ingresso della Cattedrale di Sant’Alessandro custodisce la tiara di Papa Giovanni XXIII e la tomba di Medea, figlia di Bartolomeo Colleoni, morta a 17 anni.
La visita comprende anche la spiegazione dello stemma della famiglia Colleoni, visibile sulla cancellata di ingresso. Secondo le ricerche dei ragazzi il vero cognome della famiglia Colleoni, in latino, era “de coglionibus”, italianizzato in ‘coglioni’, poi Colleoni. Ci raccontano che quando un nobile aveva un cognome che poteva essere identificato con un oggetto, lo stesso veniva riprodotto nello stemma. Tuttavia lo scudo rappresenta tre simboli, facilmente riconducibili a tre testicoli umani! Perchè tre? Semplice: si narra che Bartolomeo Colleoni era affetto da orchite, cioè aveva tre testicoli.

Usciamo da queste disquisizioni anatomiche e continuiamo la visita alla città di Bergamo, con tappa alla Basilica di Santa Maria Maggiore con il Confessionale scolpito e intagliato in stile barocco da Andrea Fantoni ed un bellissimo soffitto affrescato dorato, datato XVII secolo. All’esterno, sulla Piazza Vecchia, si ammira il campanone denominato Torre Civica, la Fontana Contarini e il Palazzo della Ragione. Da qui si fa tappa al lavatoio, alla Torre di Gombito, all’Accademia Carrara che ospita l’opera “Ricordo di un dolore” di Pellizza da Volpedo.

Termina questa visita originale e suggestiva, resa ancor più piacevole dai ragazzi che sono Alice, Sara, Fao, Tommaso, Marcello, Alessia, Khady, Loubna, Nathasha, Veronica, Henry e Daniele. E forse altri, tutti bravi e con un futuro roseo e assai promettente.

Bergamo non è solo storia e testimonianze culturali, è anche enogastronomia. Il nostro consiglio? Partire dall’assaggio dei prodotti locali, in particolare dai formaggi. Sono nove i formaggi prodotti nella provincia che hanno il marchio DOP. Tra questi, i più noti sono il Bitto, la Formaggella e il Quartirolo. Se lo trovi, non perderti lo Strachitunt, uno dei formaggi di più antica produzione. Ottimi anche i salami, tra cui spiccano il salame di Montisola, la salsiccia di castrato, il prosciutto crudo chiamato “il botto”. E che dire del re dei primi? Mai mangiati i casoncelli, il classico raviolo bergamasco dalla forma allungata, ripieno di carne di maiale o di manzo, solitamente condito con burro e con erbe e spezie locali? Un altro grande classico della cucina bergamasca? La polenta, nel bergamasco taragna, fatta a partire da una base di farina di mais e di farina di grano saraceno, a cui si aggiunge fontina o branzi. Ti consigliamo di provare ‘polenta e osei‘. Si tratta di un piatto a base di polenta onta, ovvero una polenta molto carica di burro e formaggio, e uccelli. In generale si utilizzano quaglie, tordi o fringuelli, cucinati arrosto o in padella. Il dolce? La torta Donizetti, una sorta di ciambella. L’impasto di farina, burro e uova è arricchito con ananas e albicocche candite, maraschino e vaniglia.

Emilia – Piacenza

Antica colonia romana, Piacenza ha oltre 2200 anni alle spalle e un titolo di cui va orgogliosa – “Primogenita d’Italia” – conferitole da Carlo Alberto di Savoia perché fu, nel 1848, la prima città a chiedere l’annessione al nascente regno unitario.

Frammenti di storia che rivivono nel suo ricco patrimonio culturale, custodito tra Palazzo Farnese, dove si possono ammirare antichi reperti come il Fegato Etrusco e capolavori quali il Tondo di Botticelli, ma anche perdersi tra le carrozze di una collezione seconda solo a quella del Quirinale – e la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, casa del ritrovato e celeberrimo “Ritratto di Signora” di Gustav Klimt e di innumerevoli, pregiate opere a cavallo tra ‘800 e ‘900.

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Qualcuno ha detto “cavallo”? Fermi tutti! Sono ben due, i monumenti equestri simbolo della città, scolpiti nel ‘600 da Francesco Mochi, raffiguranti Alessandro e Ranuccio Farnese. Queste due splendide sculture danno il nome a Piazza de’ Cavalli che rappresenta il cuore civico di Piacenza, su cui si affacciano il Municipio e l’imponente profilo merlato e marmoreo dell’affascinante Palazzo Gotico.

1Santa Maria di Campagna

Pochi passi, tra le vetrine di via XX Settembre, per raggiungere Piazza Duomo e la Cattedrale, preparandosi ad affrontare la salita che permette di scoprire da vicino gli affreschi del Guercino. Da non dimenticare che, proprio in ottobre, esattamente dal 4 al 16 sarà aperta alle visite anche la salita alla cupola del Pordenone nella basilica di Santa Maria di Campagna, che nel 2022 celebra i 500 anni dalla posa della prima pietra!

Tanti scalini mettono appetito? Niente paura, Piacenza è la capitale del mangiare bene.
La scelta gastronomica non manca. Puoi fare un aperitivo a base dei tre salumi d’eccellenza – coppa, pancetta e salame – che regalano a Piacenza lo scettro come provincia europea dei tre Dop, oppure una cena con un piatto di anolini in brodo, tortelli con ripieno di ricotta e spinaci (rigorosamente “con la coda” per la loro tipica forma) o “pisarei e fasò”, squisiti gnocchetti con sugo di fagioli. Il tutto accompagnato da un buon calice di Gutturnio (rosso che si fa amare, fermo o frizzante) o dallo spumeggiante Ortrugo, bianco dei Colli Piacentini.

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Per rimetterti in forze, ti consigliamo una piacevole camminata per una città che si gira meravigliosamente a piedi – magari con tappa alla Basilica di San Sisto dove è sepolta la regina Margherita d’Austria. Tornata la fame? Fatti tentare da un assaggio di “picula d’cavall”, tenera carne equina in umido, abbinata alla polenta, o, per finire in dolcezza, dalla sbrisolona?

Sicuramente, dopo tante gustose proposte enogastronomiche, avrai ancora energie da spendere! E allora consulta il sito www.visitpiacenza.it per appuntarti, oltre a tutti gli eventi in calendario, gli orari di musei e mostre, anche gli itinerari guidati alla scoperta della città, a cura dello sportello Iat per l’accoglienza turistica.

E’ finita qui? certo che no! Allontanato solo un pochino dal centro storico per scoprire il Collegio Alberoni, scrigno di tesori, come il salone degli arazzi e gli appartamenti del Cardinale, per continuare con l’Ecce Homo di Antonello da Messina.Collegio Alberoni rimane aperto tutte le domeniche d’autunno, mentre gli altri giorni è visitabile su appuntamento.

©Credit photo Luca Gionelli
Fonte Archivio Comune di Piacenza

Roberto Rossi e Monica Viani

 

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