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Gioacchino Rossini, il compositore più goloso. Cibo è cultura!

Il compositore più goloso? Gioacchino Rossini. Amava mangiare, inventava ricette e si divertiva!

Gioacchino Rossini amava mangiare e non ne faceva mistero. Dotato di buon appetito, uomo sagace era un esteta che amava l’arte culinaria e che inventava ricette.

Mangiare, come amare, suonare, dirigere, sono i 4 tempi dell’opera buffa che è la vita, destinata a svanire come la schiuma di un bicchiere di champagne. Chi se la lascia sfuggire è un pazzo”. 

Gioacchino Rossini è il compositore più goloso della storia della musica italiana. Tantissime storie “succulente” lo provano. Lui stesso, d’altra parte, lo sosteneva con molta ironia, come testimoniano tanti episodi ricordati dallo stesso compositore. Si narra che nella sua seconda patria, la Francia, fosse avvicinato da una signora rapita dal suo talento. La fan avrebbe esclamato: “la sua bravura è giustificata dalla sua fronte prominente, maestro!” Il compositore, sorridendo, rispose: “Prominente la mia fronte?” e accarezzandosi la pancia, aggiunse :”Non fatevi ingannare: la cosa più importante che ho è l’appetito.” 

Gioacchino Rossini e l’enigmatico ritiro a soli 37 anni

Il compositore marchigiano ha attirato l’attenzione di molti intellettuali e romanzieri. Nel 1824 Stendhal pubblicò la storia della sua vita. Il compositore era ancora in vita e aveva solo 32 anni!

Rossini fu un bambino prodigio. A soli 7 anni entrò al Conservatorio, a 12 anni componeva sonate, a 14 anni ricevette la commissione dell’opera Demetrio e Polibio. A soli 37 anni si ritirò. Quando la carriera degli altri musicisti toccava il culmine, il grande compositore decise di smettere di comporre opere teatrali. Si limitò a scrivere solo pezzi per piano, cantate e due composizioni liturgiche Stabat Mater e la Piccola Messa solenne. Rossini, in definitiva, voleva godersi la vita, e soprattutto il buon cibo. Di certo la sua decisione apparve sconcertante, tanto da rimanere un enigma fino ad oggi.

Come la motvò Rossini? Così: “dopo Guglielmo Tell, un altro successo non avrebbe ampliato la mia carriera e un fallimento l’avrebbe minata. Non voglio accrescere la fama, ma non voglio nemmeno rischiare di perderla”. Visse agiatamente per il resto della sua vita, a cavallo tra Italia e Francia, dove morì e fu sepolto anche se poi la sua salma tornò in Italia.

Il carattere di Rossini, il compositore più goloso

Rossini era un bon vivant, poco amante dello sforzo fisico. Si racconta che uno spartito cadde sotto il suo letto e il compositore lo riscrisse pur di non chinarsi per raccoglierlo!!! Era goloso e indolente, ma di certo una brava persona. Ha accumulato una grande fortuna e si è concesso una vita dispendiosa, ma non ha mai dimenticato i meno fortunati. Nel 1822 si recò a Vienna e volle incontrare Beethoven, già completamente sordo e in miseria. Al suo ritorno in Italia raccolse fondi per aiutare il grande Maestro.

Gioacchino Rossini e il suo pentagramma “goloso”

Nel 1824 accettò l’offerta di dirigere il Théâtre Italiano di Parigi. Uno dei motivi principali che lo spinse a dire di sì fu la certezza che a Parigi si mangiasse bene!

Chi non conosce le arie o le introduzioni delle sue quasi 40 opere, tra cui OtelloGuglielmo Tell o Il barbiere di Siviglia?Chi non ha mai canticchiato il suo pezzo più famoso.”Figaro qua, Figaro là...”? E anche chi non lo conosce, sicuramente ne ha sentito parlare, dal momento che molti piatti lo ricordano nel loro nome.

Qualche esempio? Il controfiletto alla Rossini, maccheroni o cannelloni alla Rossini, uova alla Rossini. Potremmo elencarvi tanti altri piatti o salse. Ispirò anche la realizzazione della Torta Figaro e della Torta Guglielmo Tell fatte in suo onore. Il motivo dell’interesse culinario? Ce lo rivela lo stesso compositore: “L’appetito è il testimone che dirige le nostre passioni“.

Ecco le 7 ricette di Rossini, il compositore più goloso

  1. Maccheroni alla Rossini, riempiti di purea di tartufo iniettata con una siringa d’argento progettata per lui;
  2. minestra di baccalà;
  3. spuma di pollo e prosciutto;
  4. cotoletta di castrato o di agnello alla Rossini;
  5. noce di vitella alla Rossini con salsa demiglace, fois gras a tartufi;
  6. tournedos (medaglioni di filetto di manzo su crostini fritti guarniti di una fettina di fois gras ed unalamella di tartufo) che presentò, con la collaborazione del più grande cuoco dell’epoca Antoine Carême, conosciuto in casa Rothschild, al Cafè Anglais di Parigi;
  7. condimento del ghiottone” per l’insalata Rossini, ideata dopo il trionfale successo del Barbiere di Siviglia il 20 febbraio 1816 al teatro Argentina di Roma.

Il mistero del Tournedos

Gli esperti non sono d’accordo quando si tratta di stabilire la paternità una delle ricette più famose che porta il suo nome, il Tournedos alla Rossini. Alcuni credono che sia stato creato dallo chef Adolphe Dugléré. Altri lo attribuiscono ad Auguste Escoffier. La Larousse Gastronomique del 1964 assicura che il nome del piatto è dovuto a un suggerimento del compositore stesso in una delle sue consuete visite al Café Anglais di Parigi.

Secondo un famoso aneddoto Rossini chiese allo chef di preparare davanti a sé un controfiletto con foie gras e tartufo. Il suo interlocutorerifiutò rivendicando la sua timidezza, a cui il musicista rispose: “Alors, tournez-moi le dos!” (“Allora, voltami le spalle!”). Ecco perchè turnedó (tournedos, in francese).

Gioacchino Rossini il compositore più goloso, ma fautore della cucina sostenibile

Uno degli assiomi della cucina è che nulla debba essere sprecato: gli avanzi di oggi sono le crocchette di domani. Era la massima di Gioacchino Rossini, tanto che il grande musicista ha realizzato molte crocchette e stufati riutilizzando gli avanzi.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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