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5 mete enogastronomiche dove andare in primavera

Da Nord a Sud, 5 mete enogastronomiche, tra mare e montagna in Italia, per festeggiare l’arrivo della primavera. Consigliate per una fuga romantica o per una vacanza con amici.

Portofino in Liguria

Conegliano in Veneto

Loiri Porto San Paolo in Sardegna

Campli in Abruzzo

Sant’Agata de’ Goti in Campania

Eccovi 5 mete enogastronomiche per ritornare a viaggiare e prepararci alle vacanze estive. Famelicamente consigliate!

5 mete enogastronomiche primaverili

Ti proponiamo una vacanza alla ricerca di specialità, sapori capaci di farti assaporare l’Italia, terra ricca di proposte sorprendenti. Una scelta difficile perchè il Bel Paese è una tavola imbandita di prelibatezze. Noi ci abbiamo tentato e così ti proponiamo 5 luoghi consigliati famelicamente da Nord a Sud per organizzare per una fuga d’amore o per una rimpatriata tra amici. Cominciamo da una località glamour come Portofino per proseguire segnalandoti una perla del Mediterraneo, la Sardegna, fino alla proposta del poco conosciuto Abruzzo. Le altre mete? Scoprile!

Liguria – Portofino

5 borghi enogastronomici portofino

Nella parte occidentale del golfo del Tigullio, sorge un piccolo borgo di pescatori che è diventato nel tempo uno dei posti più glamour della Liguria. Hai già capito che stiamo parlando di Portofino? Casette color pastello, la piazzetta, il porticciolo, dove sono attraccati lussuosi yacht, rendono il piccolo borgo una delle destinazioni più amate dai turisti italiani e internazionali.

La parte vecchia del borgo conserva la struttura di una tipica colonia Romana. La celebre piazzetta, classificata come locale storico d’Italia, l’avrai vista sicuramente in uno dei tanti film che l’hanno immortalata. Merita una visita la chiesa di San Martino, edificata nel dodicesimo secolo. All’interno spicca la navata, decorata sia lateralmente che nelle volte con affreschi policromatici.

Sulla suggestiva scogliera del promontorio si erge la romanica chiesa di San Giorgio. Continuando la salita alla chiesa di San Giorgio, puoi raggiungere, dopo una passeggiata di circa dieci minuti, il Castello Brown, immerso in un sorprendente giardino mediterraneo ricco di rose e pergolati. Interessanti le sale interne, in particolare le scale per la loro caratteristica copertura medioevale in legno a cassettoni, con dipinti raffiguranti immagini di santi e martiri. Obbligatoria la sosta sul terrazzo panoramico.

La cucina proposta a Portofino è soprattutto la cucina tradizionale ligure fatta di piatti a base di pesce e di prodotti dell’entroterra. Si può degustare la cima alla genovese, un vero piatto del riciclo; la torta salata Fainaa de ceixi; la farinata; la focaccia pisciadela; la pasta al pesto; il bunettu de laete, un un classico e semplice dolce al cucchiaio, da gustare solo o con panna montata, frutta fresca o salse dolci.

Veneto – Conegliano

 

conegliano famelici

 

Il Veneto è conosciuto in tutto il mondo per la bellezza di Venezia, ma in realtà merita un week end per conoscere borghi e cittadine ricche di storia e di delizie enogastronomiche. Così tra le gradevoli colline delle Prealpi, al margine della pianura e ai piedi delle vette del Cansiglio e del Col Visentin, Conegliano, immersa nelle terre del Prosecco, è una cittadina fortificata assolutamente da visitare per scoprire la cultura veneta.

Parti dalla Scalinata degli Alpini, che porta a Piazza Cima, dove si affacciano il Palazzo del Comune e il Teatro dell’Accademia. Arrivato in Contrada Grande ammira i bellissimi palazzi storici che testimoniana la ricchezza di cui godeva la cittadina nel 500. Una curiosità? All’interno di Palazzo Sarcinelli vi è un fregio del misterioso pittore Riccardo Perucolo, pittore di cui non sappiamo nulla a causa della condanna alla damnatio memoriae per le sue idee filo-protestanti nel periodo della Controriforma.

Sorprendente è poi la facciata dell’Hotel Canon d’Oro, l’antico Monte di Pietà. Dopo aver ammirato Palazzo Montalban e la targa in ricordo della Contessa mazziniana Maddalena Montalban finita in carcere in nome dell’Unità d’Italia, arrivi al Duomo, dedicato a Santa Maria Annunciata e a San Leonardo. Costruito dai Battuti, una congregazione umbra che prestava aiuto ai poveri, presenta una facciata affrescata impreziosita da archi ogivali. All’interno si trova la Pala d’Altare (1492) di Gian Battista Cima.

Dopo tanto camminare, è giunto il momento di farti sedurre dal profumo della carne che arrostisce sugli spiedi. Numerose le trattorie e i ristoranti che offrono piatti della cucina tradizionale veneta come salumi, cotechini, formaggi, carni annaffiati dagli ottimi vini della zona, oltre che dal Prosecco. Provate i muset, ovvero i “cotechini di testa” prodotti con la carne della testa del suino privata della lingua, dissossata e macinata, alla quale siunisce carne magra, sale, ed erbe. Oppure scegliete le biondole, salsicciotti a forma sferica, composte di pasta di cotechino e di musetto, confezionate in vesciche di vitello o di maiale. Alcuni inseriscono anche la lingua salata e aromatizzata del maiale.

Abruzzo – Campli

5 mete enogastronomiche campli

Pochi considerano l’Abruzzo come meta di una vacanza enogastronomica. Ebbene si sbagliano, perchè è una terra che custodisce diverse leccornie. Scegliere un borgo da visitare non è facile. Vi consigliamo, in provincia di Teramo, Campli, un vero scrigno di tesori. Sotto il controllo dei Farnese, divenne luogo d’incontro di importanti artisti quali Giotto e Raffaello, come testimoniano gli affreschi e i dipinti che rendon unica la cattedrale di Santa Maria in Platea. Il simbolo della vita cittadina è palazzo del Parlamento, detto palazzo Farnese, un monumento che dimostra la vivacità politica della cittadina fin dalla fine del XIII secolo.

Ma Campli è nota soprattutto per la Scala Santa, istituita il 21 gennaio 1772, quando la cittadina era sede vescovile. Nella tradizione cristiana rappresenta la scala salita da Gesù per raggiungere l’aula dove avrebbe subito l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima di essere crocifisso. L’edificio sacro è costituito da 28 gradini da salire in ginocchio, per ottenere la remissione dai peccati. Chi si sottopone a questa ardua salita ottiene l’indulgenza plenaria.

A Campli come in tutto il teramano, obbligatorio sostare in uno dei tanti ristoranti che servono il timballo teramano, le acciughe sott’olio cotte nell’aceto, i calcioni, la frittata di basilico o la pasta al sugo di lepre. Per i gourmet che possono andare in vacanza solo in estate è imperdibile in agosto la Sagra della Porchetta Italica, un importante concorso con protagonista la gustosa carne suina. Il tutto accompagnato da musica e divertenti intrattenimenti!

Sardegna- Loiri Porto San Paolo

5 mete enogastronomiche tavolara

Loiri Porto San Paolo è, senza dubbio, una delle località sarde più ricche di fascino della Gallura. L’estensione del suo territorio comprende laCosta Corallina, un tratto di mare incantevole, reso unico dall’isola di Tavolara che si erge dal mare splendida e maestosa, ed un entroterra ricco di scorci selvaggi e luoghi ancora inesplorati. È per questa sua naturale conformazione che questo piccolo Comune, a nord est della Sardegna, rappresenta il paradiso degli amanti delle immersioni e del trekking, godendo di una stagione mediamente più lunga del resto dell’isola. Le due diverse anime di questo centro turistico, Loiri nell’entroterra e Porto San Paolo sulla costa, sono la perfetta combinazione per un’offerta turistica completa e di alto livello. Le belle ed ampie spiagge bagnate da un mare cristallino si contrappongono a sentieri e percorsi nel cuore della Gallura, tra corsi d’acqua e boschi, immersi in una vegetazione straordinaria, per una vacanza immersiva ed emozionale.

Le origini di Porto San Paolo sono quelle di un villaggio di pescatori che riporta agli inizi del ‘900, mentre Loiri, in epoca di feudi, era territorio classificato come “salto”, termine usato per aree selvagge e boscose dove era particolarmente diffusa la raccolta di legname e il pascolo del bestiame.

Loiri Porto San Paolo è un giovane comune, poichè fu amministrata dal comune di Tempio Pausania fino al 1979, anno in cui gli venne riconosciuta totale autonomia. Il suo sviluppo turistico vide da quell’anno ampia crescita e le amministrazioni più recenti lo hanno collocato tra le mete più ambite per un turismo di nicchia, amante delle bellezze di questa terra e della sua tranquillità.

L’offerta turistica di questo comune è caratterizzato proprio dalla quiete che la circonda, nonostante a pochi chilometri da centri molto vissuti e in stagione anche caotici (Olbia a nord e san Teodoro a sud). Da Porto san Paolo si raggiunge in pochi minuti di navigazione l’incantevole l’isola di Tavolara (in stagione le partenze sono ogni venti minuti), ultimo regno d’Italia caratterizzato da una montagna calcarea e granitica che spunta dal mare, le cui spiagge, rivolte verso l’isola, sono composte da arenili chiari sfiorati dall’acqua limpida che si frange in mille riflessi verdi e azzurri.

Che cosa mangiare a Loiri Porto San Paolo? Come abbiamo detto siamo al mare ma anche nell’entroterra, per cui si possono gustare i tipici arrosti di porcetto insaporiti con il mirto, cotti alla brace o allo spiedo, ma anche il cinghiale con il sugo o in umido e , contemporaneamente, pesce appena pescato e cucinato al momento. Se non lo hai mai assaggiato non perderti il pane frattau, un piatto a base di pane carasau, sugo di pomodoro e pecorino. Se ami le prime portate non rinunciare ai mallureddos. Se preferisci il pesce, assaggia Sa Melca, ovvero cefali cotti e avvolti con le foglie di un’erba palustre di Cabras che attribuisce al pesce un’aroma unico. Il dolce? Ovviamente la seadas.

Dove mangiare? Sono tanti i locali dove gustare specialità di ottimo livello, una per tutte La Locanda di Gavina Braccu, una vita nella ristorazione e nel turismo. A pochi metri dal porticciolo di partenza per Tavolara, sulla via principale di accesso al piccolo borgo, potrai lasciarti consigliare da Gavina e dalla figlia Sabrina, per una degustazione da assaporare nel piacevole terrazzino esterno. A breve, qui su famelici, troverai altri consigli e informazioni su questo piccolo grande centro della Gallura. Stay tuned!

Campania – Sant’Agata de’ Goti

Questa settimana vi propongo un viaggio a Sant’Agata de’ Goti, un piccolo borgo in provincia di Benevento. Uno dei luoghi più magici della Campania. Qui si respira la storia, non solo quella che si studia sui libri di storia, ma anche quella scritta dalle popolazioni che hanno lasciato le loro tracce nell’enogastronomia

Sant’Agata de’ Goti è una meta difficile da dimenticare per la sua storia, intricata ma affascinante; per la sua cucina e per le sue testimonianze culturali. E’ un borgo che sorge a picco su uno sperone di tufo, famoso per le mele annurca che ritroviamo declinate in ricette dolci e salate e per i suoi ristoranti che propongono la cucina sannita. Siamo nella Valle Caudina, dove il passaggio dei Longobardi e dei Nornanni ha lasciato un segno indelebile. Sul nome del borgo aleggia il mistero. Noi vi raccontiamo la tesi più accreditata.

In epoca normanna arrivò in Campania la famiglia Drengot, caduta in disgrazia in Normandia. Per riconquistare la posizione sociale perduta i Drengot si misero al servizio dell’imperatore come mercenari. In questo modo Rainulfo Drengot ricevette in dono la rocca di Sant’Agata. Il passaggio da Sant’Agata Drengot a Sant’Agata de Got e poi a Sant’Agata Dei Goti fu semplice.

Qui è terra anche di vino. Se ti propongono la visita a una cantina, fallo! Noi abbiamo visitato le Cantine Mustilli scavate nella roccia tufacea. La famiglia Mustilli produce vini da ben 5 secoli! Una casa vitivinicola che si segnala per vini di qualità, tra cui la falanghina, riscoperta e riproposta in purezza a metà degli anni ’70. Sant’Agata de’ Goti è un borgo dove si può degustare l’antica cucina sannita, di origine contadina. Così al Ristorante Antico Borgo puoi assaggiare le “pacche con fagioli”, all’Agriturismo Buro i ravioli ripieni con ricotta e mele annurca, al Ristorante Fiore la cucina del luogo rivisitata senza per questo perdere i suoi legami con il territorio.

Monica Viani e Roberto Rossi

 

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