Milano Pride 2018: chi meglio della cucina esalta le differenze? Noi lo abbiamo provato presso il ristorante Olio-cucina Fresca, in piazza Lavater 1, a Milano. Il più potente strumento per progredire è confrontarsi con la diversità. Non c’ è nulla di più necessario che ribadirlo soprattutto in questi tempi fatti di follia egoriferita, dove conta solo nutrire il proprio io di banalità.
Lo sanno benissimo tutti quei sistemi di potere che incentivano il narcisistico bisogno di essere in un gruppo autoreferenziale per cui non puoi che essere bello, bravo, insomma il primo della classe. Che importa se ad applaudirti – o forse oggi si direbbe mettere i like- siano sempre le stesse persone, che la pensano come te?
Gli chef, spesso narcisi, difficilmente alzano la voce per uscire dal roboante coro dell’omologazione fatta di frasi fatte. Preferiscono l’adulazione al confronto. Soprattutto se significa schierarsi su temi sociali o culturali. Che importa se fuori dalla nostra bolla virtuale esiste un mondo che va avanti e non sempre in direzioni guidate dal senso civico e dal rispetto dei diritti?
Milano Pride 2018 e la cucina gourmet
Eppure qualcuno lo fa, forse memore che la vera cucina gourmet è quella curiosa, aperta, rispettosa, capace di sedurre e farsi sedurre da un mondo senza frontiere e barriere. Noi abbiamo assaggiato, in occasione del Milano Pride 2018, un piatto creato appositamente per la manifestazione organizzata in difesa dei diritti di persone libere di scegliere come vivere la propria sessualità. Così difficile difendere la libertà di amarsi senza pregiudizi dettati dal presupposto di essere superiori e omologati?
Il ristorante pugliese Olio – Cucina Fresca propone un piatto fuori dagli schemi, basato sul contrasto e su accostamenti inediti, ideato dallo chef Michele Cobuzzi. In contemporanea è presentata un’opera inedita del giovane artista Tanio Liotta, che celebra la diversità come valore universale. Il soggetto dell’opera è una sorta di inno alla vita: dal momento in cui veniamo generati, siamo uguali nella nostra diversità, differenti nella nostra unicità.
Il piatto proposto è un secondo: l’agnello… in versione provocatoria. Come? Scegliendo di accostare carne e pesce. Non solo, accostando ricchezza e povertà, ovvero agnello e scampi. Medesimo accostamento si ritrova nel raviolo. Il piatto è ingentilito da cubetti ottenuti con una riduzione di camomilla.
Che dire? Un piatto buono, originale, provocatorio che ci ricorda che se ci si chiude nella propria bolla non si saprà mai a che cosa si rinuncia. Noi vi assicuriamo che un mondo a colori e meglio che uno a tinta unita
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