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Lago Coghinas e il ponte Diana che prima univa… e ora divide

Lago Coghinas e Ponte Diana, una storia che racconta l’Italia. Dobbiamo imparare a curare il nostro territorio, recuperando il senso di comunità.

Il lago di Coghinas, a cavallo tra Oschiri e Tula, tra Logudoro e Gallura, è un bacino artificiale assai amato da chi sceglie il turismo naturalistico. Recentemente è balzato agli onori della cronaca per una ragione che ha causato un grave disagio. L’Anas, senza alcun preavviso, ha deciso di chiudere al traffico, per problemi di stabilità, il ponte Diana, l’infrastruttura che sovrasta un tratto del lago Coghinas lungo la strada statale 392. Il ponte in questione è importante arteria di collegamento con il centro di Oschiri dal quale dista pochi chilometri e pochi minuti d’auto. Oggi, con la sua chiusura. oltrepassarlo significa mezz’ora di strada e più di 20 km. Questa scellerata decisione di Anas ha allontanato viaggiatori e vacanzieri che avrebbero potuto godere del piacere di un territorio alternativo al mare, per vivere una o più giornate all’insegna del relax e dell’aria sana, fuori dalle caotiche mete costiere. Le strutture turistiche che orbitano attorno ad Oschiri e al lago Coghinas sono state pertanto messe in ginocchio da una decisione alquanto discutibile e senz’altro intempestiva. A pagarne le conseguenze sono soprattutto quelle attività che si reggono principalmente sull’economia del turismo.

Il fascino del lago Coghinas

ponte Delta sul coghinas

La Sardegna è ricca di sorprendenti siti naturali. Con i suoi 1639 km di costa, i suoi borghi spesso unici ed un entroterra meta ambita dagli amanti del trekking e dell’escursionismo, è uno dei territori europei di maggiore vocazione turistica. Tra le attrazioni naturali spiccano i laghi artificiali come Coghinas, uno specchio d’acqua assai popolare e capace di suscitare grande interesse e suggestioni. Questo unito alle ricchezze monumentali che Oschiri può esibire, su tutte l’Altare di Santo Stefano.

Situato sul Monte Acuto, alle porte della Gallura, con una superficie di 17, 9 Kmq, il lago Coghinas offre opportunità di svago e divertimento, in un ambiente di ricca e selvaggia vegetazione per un turismo di benessere e relax. Canoa, pesca sportiva, kajak, birdwatching, foraging, passeggiate e tanto altro. Ecco le opportunità che questo piccolo angolo di Sardegna sa offrire. Oggi negato o fortemente danneggiato da questa chiusura che costringe a percorsi stradali assai complessi che, inevitabilmente, hanno comportato la perdita di migliaia di visitatori e di entrate nelle casse delle strutture turistiche.

L’incubo della chiusura del Ponte Diana

Abbiamo sentito chi, con il lago e sul lago, ha investito il proprio futuro: Margherita Massini dell’Agriturismo Il Nuraghe del lago Coghinas.

“Le istituzioni sono state latitanti e quando lo hanno fatto si sono mosse troppo tardi – espone Margherita senza mezzi termini – promesse che parlavano di una corsia ciclabile e di panchine per migliorarne l’attrattiva, ma noi non abbiamo visto il progetto, solo chiacchiere al vento. In compenso ci chiudono il ponte, risultato di una mancata seria manutenzione. E nessuno che sia in grado di determinare una tempistica per la conclusione dei lavori. Se prima Oschiri era raggiungibile in 5 km, ora ne servono 23, lungo una strada mal segnalata che rende maggiormente difficile raggiungerci! É una follia. Siamo fortemente penalizzati. E questo avviene dopo due anni di pandemia, di incassi ridotti al minimo, di grandi difficoltà economiche nel mantenere in vita questa nostra attività, che è punto di riferimento del turismo locale, oltrechè rappresentare luogo di socializzazione e di ritrovo della comunità oschirese. Chi risarcirà tutto questo? Per ultimo è avvilente il silenzio dentro il quale siamo piombati, nessuna autorità locale, provinciale e regionale ha speso per noi una parola di conforto, un minimo senso di vicinanza. E questo lo abbiamo, e lo stiamo ancora, soffrendo fortemente. Abbiamo costituito un Comitato a cui aderiscono un centinaio di persone, per organizzare la protesta; tuttavia la distanza tra noi, le nostre vite, le nostre angosce e chi dovrebbe rappresentarci, pare definitivamente incolmabile“.

margherita massini

Margherita Massini l’abbiamo conosciuta in occasione di un bellissimo viaggio stampa promosso dal Comune di Oschiri. Abbiamo così avuto il piacere di scoprire questo piccolo gioiello di bellezza naturale incastonato tra il Logudoro e la Gallura, nel nord della Sardegna. Con lei abbiamo incontrato il marito, i genitori e la sorella, tutti impegnati nella conduzione di questa struttura, fiore all’occhiello dell’ospitalità e della ristorazione isolana. Sono realtà produttive e attrattive di grande importanza per l’economia e lo sviluppo del territorio. Troppo significative per subire tali vessazioni con l’arroganza e la prepotenza degli enti e delle istituzioni. Su tutti Anas, ente-carrozzone in stile puramente italico, al quale nemmeno le autorità locali, spesso, trovano modo di confrontarsi e discutere possibili soluzioni.

sindaco carta oschiri

Il sindaco di Oschiri, Roberto Carta, si è adoperato da subito per capire dove e come trovare una via d’uscita: “Il Comune, fin dal primo giorno di inaspettata chiusura del ponte – ci ha spiegato – di concerto con altri portatori di interesse quali l’Enel e, in seguito, il Comitato per il Ponte Diana, ha attivato incontri formali con le più alte autorità e istituzioni della Sardegna, tra cui il Prefetto di Sassari, Enel, Regione Sardegna, Provincia di Sassari. Le preoccupazioni sono tante, a partire dai disagi per gli operatori economici, tempi lunghi di percorrenza per i residenti nelle frazioni oltre il ponte, mancanza di una adeguata viabilità alternativa, sicurezza sulle strade di penetrazione agraria attualmente battute, tempi lunghi per l’arrivo di mezzi di soccorso quando necessario, pericoli estremi in caso di incendi per l’isolamento di un’area molto vasta e di grande pregio ambientale“.
Roberto Carta precisa che al momento sono già in corso di studio interventi – che si augura vengano realizzati in tempi brevi – per ridurre da un lato gli attuali tempi di percorrenza per raggiungere gli insediamenti oltre il ponte e, dall’altro, per sollecitare l’inizio dei lavori di messa in sicurezza del Ponte da parte di Anas.
Di concerto con il Comitato Ponte Diana – conclude il sindaco – e con l’Enel, importante portatore di interesse vista la presenza della centrale idroelettrica del Coghinas, si lavora incessantemente all’individuazione di contromisure e soluzioni che limitino danni e disagi alle persone e agli operatori economici“.

Rimane il grido di dolore di un’intera comunità che, con grande sofferenza, ma con altrettanta dignità, chiede rispetto e considerazione, come imprenditori e, prima ancora, come persone: “...è incivile il silenzio delle Istituzioni, la confusione della burocrazia, l’indifferenza dei più – è l’esternazione dei residenti oltre il ponte Diana – ed è incivile e ridicolo di fronte a chi si riempie la bocca di diritti della persona, tutele ambientali, tutele delle minoranze. È incivile, sfiancante e profondamente sbagliato ritrovarci a rincorrere le Istituzioni che dovrebbero essere al nostro fianco, vedere che è un continuo trovare il cavillo, la norma che ostacola, il problema tecnico, il parere di un Ente, dell’altro e dell’altro ancora. Ogni ufficio da bravo scolaro fa il proprio compitino e lo fa pure bene, ma non è funzionale a trovare una soluzione. Serve solo a tutelare se stessi, a fare cadere colpe e responsabilità su altri. La magia nera della burocrazia che trionfa. Intanto, da una parte e dall’altra del ponte, donne, uomini e bambini cercano di capire quando, e se, la propria vita ripartirà”.

Margherita agriturismo nuraghe lago coghinas

Senz’altro la chiusura del ponte Diana avviene in seguito ad attenti e doverosi controlli tecnici e la sua messa in sicurezza è al primo punto dei valori. Ci chiediamo solo se era proprio questo il momento giusto, all’inizio dell’estate e dopo due anni di pandemia. Oppure se, in considerazione di tutto quanto suddetto, non vi fossero altri momenti meno impattanti sull’economia e sull’aspetto sociale di questa comunità. E, per ultimo, se non fosse stato altrettanto doveroso coinvolgere, ed informare per tempo, la comunità locale di tale provvedimento.

Famelici è con questa gente, sempre dalla parte di quelle minoranze che, in quanto tali, lottano contro ingiustizie e avversità, subiscono l’assenza di chi dovrebbe tutelare le loro esistenze, si indignano e ci mettono la loro faccia. Sempre, senza timore. Perchè, nella ragione, metterci la faccia non è mai un problema, ma anzi, è un dovere rispetto alla dignità di essere umano.

Roberto Rossi e Monica Viani

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