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Il gelato di Artico dedicato a Milano. Il risotto alla milanese in coppetta

La Gelateria Artico non è solo una gelateria, ma anche una scuola dove si formano gelatieri in nome della cultura del gelato. E proprio in nome della cultura enogastronomica è stato organizzato il 27 giugno un incontro per presentare tre gusti dedicati alla cucina italiana. Il gelato di Artico è un must, chi ama il gelato sa di potere trovare i gusti classici, ma anche tante novità.

Gelato di Artico

Incuriosita dalla possibilità di sperimentare il risotto alla milanese in versione gelato e di assaggiarlo in coppetta sono andata a conoscere il gusto nato dalla creatività di Maurizio Poloni.“Volevo celebrare a modo mio Milano e la cultura del gelato”. Risultato? Sorprendente, un gusto che conserva la consistenza del riso e il raffinato gusto dello zafferano della Brianza prodotto dalla azienda Zafferanza.

Quando il risotto alla milanese si trasforma in gelato

Proporre il risotto alla milanese, sotto forma di gelato, è sicuramente una sfida. Tutti pensano a Gualtiero Marchesi, che lo rese celebre con l’aggiunta della foglia d’oro, o a Davide Oldani, che ne ha fatto il simbolo di Expo. La curiosità è tanta: un gelato può esprimere l’apparente semplicità del piatto icona di Milano? La risposta: un’esperienza da provare. Maurizio Poloni lo ha preparato utilizzando riso Carnaroli, zafferano, latte, glucosio e burro. Il finale della preparazione mi sorprende: per la mantecatura mi aspettavo l’utilizzo della panna. Invece no: “la parte grassa è già data dal burro”.

Gelato di Artico, dedicato a Milano

E gli altri due gusti? Un omaggio alla Lombardia: stracchino e gorgonzola e polenta e latte, un piatto “povero” della tradizione contadina che ci ricorda la nostra storia. La tradizione gastronomica lombarda trasformata in gelato mi  è davvero GOOD!

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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