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Una domenica a Mantova… in Dyane per uno slow tour tra Emilia e Lombardia

Cronaca enogastronomica di una giornata a Mantova

Tra arte, natura, cibo e cultura una gita in Dyane nel mantovano. Una combinazione perfetta per un week end o anche una sola giornata per un tuor tra Emilia e Lombardia.

Gli ingredienti sono: una vettura anni ’60 terribilmente lenta, una meta o forse neanche, voglia di ridere e di divertirsi. E di mangiare e bere mantovano, in stile #famedivero!

 

La giornata è di quelle che l’hai prenotata esattamente così, e dall’alto è arrivata. Primavera e primi tepori, sole della mattina presto, nuvole piccole e rade che rendono il cielo ancora più straordinariamente blu. Compare Filippo è già “caldo” quando arrivo con l’inesorabile quarto d’ora di ritardo. E con lui la nostra “auto della domenica”, la Citroen Dyane 6, obbligatoriamente azzurra. La messa in moto è di quelle che vuole dirci che è presto anche per lei, ma dopo un paio di giri di motore forzati dalla chiave eccola lì che, brumbrumbrum, parte!
Macchina fotografica e Go-pro a bordo, blocco notes e penna bic stile anni 70, una maglia in più che “nonsisamai” e via, statale 45 destinazione… Caspita, dove andiamo? Guardo compare convinto avesse chiaro il percorso, lui guarda me con la stessa faccia da punto di domanda. Lago, mare, monti… Mantova, dove si mangia da dio… la prima idea è sempre la migliore.

Una domenica a Mantova, lungo strade di campagna ad una velocità di crociera di 40/45 kmh… Di più non si può!

La strada è quella della bassa. Si percorrono con un’andatura slow, un po’ per scelta e un po’ per costrizione, paesi e borghi dove la ruralità raccontano la storia di queste case, di questa gente. Le distese pianure si allungano a perdita d’occhio. Chi viaggia in Dyane, o su auto di questo tipo, può godere ed apprezzare tutto quello che appare intorno.
La velocità fa invecchiare presto, la fretta è cattiva compagna.

La velocità fa invecchiare presto, la fretta è cattiva compagna. La scelta slow è per non perdere gli attimi che contano, i momenti che valgono

A 40/50 kmh vivi la natura, il paesaggio, gli scorci. E se togli il telo sulla capotte, vivi anche il cielo. E così via il telo, l’aria mi spettina i grigi capelli. Compare non lo spettina nemmeno la galleria del vento, in testa lui ha una boccia. Ad un incrocio vediamo uno di noi, un fratello Citroen, e che Citroen. Con il suo Ds bianco, il mitico Squalo, è fermo allo stop e passando suoniamo 5 o dieci o venti colpi di clacson. Ci saluta un po si un po’ no… Non sembra molto in forma. Dopo solo pochi km lo vediamo sorpassarci, ci suona e con la mano fuori dal finestrino ci fa segno di seguirlo. Mi volto verso compare, ci guardiamo e realizziamo che è il caso di dargli retta. Gira a destra e con la mano continua a farci segno di seguirlo. E’ in forma il tipo, altro che no. E forse è anche un po’ naif, del genere che piace a noi. Si ferma lungo la strada e posteggia. Così facciamo anche noi. “Piacere, sono Bruno, venite con me”. In 18 secondi netti eravamo già con un bicchiere di rosso in una mano e una fetta di salame nell’altra. In 18 secondo netti siamo diventati amici, praticamente sono circa 40anni che ci conosciamo. Con certe persone capita così. Basta un bicchiere, due parole, una risata, ed è come se ci si conoscesse da sempre!


 

In pratica siamo stati invitati al compleanno del figlio di Bruno, catapultati in un gruppo eterogeneo multiculturale che univa ParmaPiacenza- Sardegna e sconfinava fino alla Polonia e altri paesi dell’est Europa. Insomma, un casino, tanto grande che alla fine ci siamo dimenticati l’obiettivo della giornata: la mangiata mantovana! “Ve mandi mè in un post dua se sta been” ci urla nelle orecchie Bruno. In un istante prende il telefono e il nostro tavolo è già prenotato all’Osteria Valle, a pochi km da lì.
“Ma fanno cucina mantovana?” chiede compare Filippo a Bruno. “Ma seeeeee, mantuana al cent per cent, va tranquillo”. Mi discosto dall’ambaradan, controllo con lo smartphone e ho la risposta che non volevo: Osteria Valle è nel comune di Casalmaggiore, quindi nel cremonese. “Ma nooooooo, ma stufa mia, te manget mantuan lè, va tranquillo (e 2)”. Ricontrollo, cerco recensioni, navigo su social e siti vari e scopro che il buon Bruno ha ragione, possiamo andare tranquilli davvero! In effetti succede che quella parte di cremonese non è altro che una striscia di terra che si insinua nella provincia mantovana, a destra e a sinistra di quella strada i sapori, tradizioni, piatti e specialità sono tipiche mantovane.
Bene, è venuta l’ora di salutare Bruno e Eva, la bella simpaticissima compagna polacca e tutta la compagnia, direzione Osteria Valle.

Osteria Valle: sapori e tradizioni mantovane lungo una striscia di terra cremonese


L’accoglienza è piacevole, nei modi e nel personale. Il locale ha una forte impronta femminile, figure di bell’aspetto che si muovono con grazia e dinamismo tipico delle donne. Dalla porta di ingresso, semplice e senza fronzoli, i profumi parlano già di cibi gustosi e genuini. Al tavolo arrivano subito pane e comanda del bere. Vino lambrusco, buono anche se il frizzante non è il mio preferito, ma poichè decide sempre compare Filippo, ci sono abituato a queste prepotenze! Io decido tutto il resto, prepotenza pari! Prima ancora di me, però, decide Grazia, titolare del locale, al comando dell’intera brigata di sala, che ci porta un assaggio di giardiniera che è preludio di quello che ci aspetta. La ricetta è di trisnonna Virginia che Grazia ha ripreso e riportato alla sua gloria. Una delizia, tanto per iniziare come si deve! Come prima portata non c’è storia: tortelli di zucca, come secondo una portata in due (colpa di Bruno, del suo salame e formaggi vari) e scegliamo il guancialino.

In un tavolo vicino ci guardano, ogni tanto, e si danno di spalla “eda lelur, i peran mia tant in bula”. Non conosco bene il dialetto di queste parti, ma credo si traduca “quei due lì sono quelli della Dyane…”, forse, ma non sono sicuro.

I tortelli si rivelano quello che qualcuno ci aveva confidato “non ne avete mai mangiati di così buoni…”, e avevano ragione: sublimi! La carne invece… idem! Da record. Si scioglie in bocca, qualità della materia prima super, preparazione top! “Siamo stati da dio, compà”, e a Filippo parte la testa per un si interminabile. In un tavolo vicino ci guardano, ogni tanto, e si danno di spalla “eda lelur, i peran mia tant in bula”. Non conosco bene il dialetto di queste parti, ma credo si traduca “quei due lì sono quelli della Dyane…”, forse, ma non sono sicuro.
Le risate che ogni tanto ci partono non sono, in effetti, quelle di chi sta a tavola composto, leggermente sonore e sguaiate, tipici Citroeniani, e da quello devono aver capito che eravamo quelli della Dyane. Pronti per chiedere il conto vediamo passare una sbrisolona accompagnata da grappa. Ci guardiamo e stereofonicamente esce un “graaaaaapppaaaaa???”.
“Una anche per noi, grazie, siamo curiosi di provare”. Arriva leggermente abbondante, il brindisi al gusto di grappa apre la degustazione di questo fine pasto. “Più buona cosa non c’èèè, più buon dessert di teeee” cantavamo due minuti dopo! Un’altra bella scoperta, l’ennesima a terminare un pranzo da incorniciare e appendere alle pareti del cervello, nella stanza dei bei ricordi.

Conosciamo Grazia, ci parla delle vicende di questo locale storico, della sua famiglia, arrivano Annalisa e Noemi, una è la figlia, l’altra è dipendente, per una conversazione piacevole e cordiale, quella che vorresti sempre ogni volta che ti siedi a tavola, ma che non sempre capita. Forse da queste parti però così raro non è, qui c’è gente alla mano, un po’ come tutta l’Emilia e la Romagna, e così anche qui, ai confini di questa accogliente e allegra terra, su questa striscia di strada che divide due provincie e due regioni. Osteria Valle ha nel menù tanti piatti che lasciano un ricordo di ottima cucina, da gustare in un ambiente che esalta i sapori e il piacere della compagnia.
Andateci e provate, perchè non sono da raccontare, sono da gustare.

Mantova: bellissima e fuori dagli itinerari più consueti. Analogie con la città di Piacenza, da dove partiamo, Mantova ne ha più di qualcuna

Ultima tappa della giornata è la bella Mantova, Capitale italiana della cultura 2016, con un centro storico Patrimonio dell’Umanità UNESCO. E’ piccola e preziosa nella sua architettura rinascimentale, un piccolo scrigno tutto da vivere e da ammirare. Nell’antico borgo si erge la Chiesa Rotonda di San Lorenzo dell’anno Mille, simbolo della città che fonde gotico e romanico, sorge a ridosso del fiume Mincio, punto di ritrovo di migliaia di famiglie e di ragazzi che trovano qui il luogo ideale dove trascorrere intere giornate. Nella bella piazza delle Erbe si trova il Palazzo del Podestà o del Broletto, il Palazzo della Ragione, la Torre dell’Orologio e il più noto di tutti i suoi prestigiosi edifici: Palazzo Te, voluto dai Gonzaga, i grandi signori di Mantova. Poco distante, in piazza Sordello, si fa visita a Palazzo Ducale, le cui pareti sono decorate dal grande genio del Rinascimento, Andrea Mantegna.

Non sono solo le bellezze artistiche a fare di Mantova una meta tra le più interessanti dell’intero belpaese. A loro di affiancano emergenze naturali di grande effetto e suggestione. L’acqua è l’elemento dominante di questa città, bagnata da tre laghi alimentati dal fiume Mincio: il Lago Superiore, il Lago di Mezzo e il Lago Inferiore.


Seduti in riva al fiume Mincio, tra tanti giovani, bambini e famiglie

Pole pole, Hakuna matata, piano piano, nessun problema, la vita è bella così, alla giusta velocità, senza cattivi pensieri, tra cose buone e bella compagnia

Il fiume Mincio scorre proprio adiacente l’antico borgo, disegnando scorci di grande bellezza, nello splendore di una vegetazione che è cuore naturale pulsante di questa città. Qui punti di ristoro, giochi per bimbi ed una meravigliosa passeggiata lungofiume, sono la perfetta cornice di una meta ancora non sufficientemente valorizzata. Arriviamo e parcheggiamo adiacente il fiume, nei pressi del locale che accoglie con belle sedute nel verde, sulla passeggiata lungo Mincio. Ci sediamo e ordiniamo due mojito, mentre bambini corrono e si divertono, biciclette sfilano nella corsia apposita, coppie di ragazzi e compagnie bevono, chiacchierano, ridono. Si, è propio bello qui. Attraccate al molo, a pochi metri da noi, tre imbarcazioni per escursioni sul Mincio. Dall’altra parte, oltre la strada, il centro storico con tutti i suoi edifici storici e religiosi, le piazze, le strade, altri locali, altra gente.

Il tempo scorre veloce, come capita quando stai bene. S’è fatta l’ora di rientrare, il mojito ci ha oliato gli ingranaggi, preparandoci al ritorno. La Dyane è là, dove l’avevamo lasciata, non si è mossa di un millimetro, evidentemente anche lei stava bene lì, e probabilmente ci sarebbe stata l’intera notte. Anche noi in verità, ma il programma è un altro e Mantova è comunque sempre lì, a portata di Dyane!

Al prossimo DyaneTour, allora. Pole pole, Hakuna matata, piano piano, nessun problema, la vita è bella così, alla giusta velocità, senza cattivi pensieri, tra cose buone e bella compagnia.


Osteria Valle
Via Valle, 13
Valle di Casalmaggiore
Tel. 0375.254000 cell. 340.9071024
info@osteriavalle.com
aperto a cena dal Mercoledì alla Domenica
a pranzo il Sabato, Domenica e Festivi

 

 

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Written by Roby Rossi

Vivo da emigrato dalla nascita, da lombardo a emiliano, da trentino a sardo, con lo zaino in spalla, quando non lo dimentico da qualche parte. Dimentico cose con la stessa facilità di infilarsi le infradito! Sarà perchè, come mi dicono fin da piccolo, ho la testa tra le nuvole. E, forse anche per questo, viaggio con il naso all'insù, alla ricerca di quella testa volante...

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