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I vini di Mirabella: un percorso tra cibo e cultura in Franciacorta

Tra Brescia e l’estremità meridionale del lago d’Iseo, si trova la Franciacorta, una zona della Lombardia vocata alla produzione di ottimi vini. Il paesaggio regala emozioni tra poggi vitati, castelli, chiese ed esperienze di cibo e cultura, che rendono quest’area una delle più belle da scoprire sia dal punto di vista paesaggistico che enogastronomico senza dimenticare le sorprese culturali.

Un tour enogastronomico in Franciacorta in nome di cibo e cultura

vini di Mirabella: la cantina in Franciacorta

Il mio viaggio comincia partendo dall’Azienda Agricola Mirabella a Rodengo Saiano, nel cuore della Franciacorta. Scopro una cantina fondata nel 1979 da Teresio Schiavi, che, originario dell’Oltrepò Pavese, ha intuito il possibile sviluppo enologico di una zona in cui una volta erano allevati i bachi da seta. Il suo nome deriva da un’antica torre, sulla cui sommità una bandieruola arrugginita segue il volere dei venti.

La cantina è oggi uno spazio moderno che nasconde però una traccia della nostra storia: una targa e alcune scritte  ci ricordano che qui nel 1945 i nazisti tennero reclusi alcuni partigiani.

i vini di Mirabella: un pò di storia

Abbiamo ricostruito la storia di uno di loro: Giovanni Battista Vighenzi, 36 anni, laureato in legge, membro del Comitato di Liberazione, su cui si abbatte la violenza delle SS, prima di fuggire, nella notte tra il 26 e il 27 aprile del 1945. Ecco uno stralcio di ciò che scrive alla moglie nella sua ultima lettera: “Non ti vedrò più, Liana, mi hanno preso, mi fucileranno….Pino è stato pure preso e fucilato prima di me…É morto con dignità e mi ha salutato con uno sguardo che era tutta la sua vita. Spero di morire anch’io, di fare il grande viaggio, con serenità. La mia ultima parola sarà il tuo nome, il nome che è inciso nella fede che ti mando…Consolatevi: la vita ha queste improvvise fratture….Muoio contento per essermi sacrificato per un’idea di libertà che ho sempre tanto auspicata. Metto la mia firma e sulla fede i miei ultimi baci. Tuo per sempre. Giovanni“.

I vini di Mirabella

E i vini? La cantina Mirabella presenta l’intero repertorio dei classici della Franciacorta, ma con una grossa sorpresa: il Pinot bianco, che nel quarantesimo anniversario, è stato lanciato in una versione in purezza. Perchè la scelta dell’enfant terrible Pinot Bianco, un vitigno di alta quota, che ama le escursioni termiche e poco coltivato in Franciacorta? Per riprendere un’antica tradizione.

Mirabella, in controtendenza, ha da sempre mantenuto un’importante quota di vigneto coltivato a Pinot Bianco. In tutta la Franciacorta oggi sono coltivati solo 78 ettari di Pinot Bianco e Mirabella ne possiede l’8,71% pari a 7,5 ettari di vigneto dell’intera denominazione.

I vini di Mirabella

Il Pinot Bianco in purezza è elegante, capace di esprimere sentori eccellenti, profumati e delicati, con diverse declinazioni a seconda della microzona della Franciacorta in cui cresce. Si tratta di un interessante recupero di un vitigno abbandonato da molte aziende della Franciacorta, ma accudito con pazienza da Mirabella, che oggi lo propone in purezza, restituendoci così un’espressione autentica e radicale del territorio. Come ricorda Alessandro Schiavi: “Abbiamo voluto proporre l’autenticità del nostro territorio, perchè il Pinot Bianco è un’uva  in grado di far parlare il nostro terroir senza maschere, mantenendo la sua sottile e costante personalità. Certo una proposta radicale: non potrà mai essere denominata Franciacorta“.

Ciò che mi ha colpito? La cantina Mirabella da sempre segue una sola filosofia: il ritorno alla naturalità, con la diminuzione delle aggiunte chimiche. Si sono ridotti gli allergeni, sostituendoli con molecole vegetali. É stata eliminata l’albumina, sostituita da proteine vegetali che provengono da legumi, in particolare piselli.

La ristorazione del territorio unita alla sapienza gastronomica: Stefano Cerveni

i vini di mirabella e la cucina di Stefano Cerveni

Chi meglio di Stefano Cerveni, talentuoso chef del ristorante Due Colombe, interpreta la cucina della Franciacorta? Una tradizione rivisitata, capace di stupire per stile e per gusto. Durante la mia visita alla cantina Mirabella ho assaggiato alcuni suoi piatti.

Il menu? La Patata Viola, il Gambero Rosso e il Franciacorta; Risotto Mantacato ai Formaggi Dolci; Pomodorini Canditi, Bottarga di Coregone; Bocconcini di Vitello al Rosa, Asparagi affumicati, Funghi Spugnole e Yogurt, Meringa Bruciata, Sedano Bianco e Gelatina di Franciacorta Rosé.

La cucina del territorio della Franciacorta ha mille declinazioni e, in considerazione della volontà di dare un impulso al turismo enogastronomico, posso assicurarvi che per chi è a caccia di proposte gourmet ci sarà da divertirsi!

A caccia di conoscenze: educazione del gusto

Cantina Mirabella non è solo una cantina, ma un luogo dove si creano nuove etichette e si promuove l’educazione del gusto. Per festeggiare i suoi 40 anni, con grande coraggio, mette in bottiglia un nuovo Metodo Classico ricavato interamente da uve Pinot Bianco, un vitigno che non è “Franciacorta DOCG”. Per spiegarne la nascita decide di regalarci un vero e proprio racconto: un cofanetto, una trilogia a tiratura limitata. Un racconto costituito da tre “capitoli” – Pinot Bianco, Chardonnay e Pinot Nero – che creano l’affascinante storia della Franciacorta. Ogni capitolo racconta la storia identitaria dei tre vitigni, una storia che sa fondersi successivamente in un racconto corale. Sono vini ancora giovani, ma ci fanno capire le evoluzioni necessarie per poter sorseggiare un ottimo vino.

Per noi giornalisti poi un’interessante masterclass verticale che, come ci racconta Alberto Schiavi, rappresenta  “quarant’anni di attività percorsi attraverso i vini che hanno fatto la nostra storia”: un eccezionale 1991 che stupisce per la sua freschezza, un 1996 che fa intuire la potenzialità della Franciacorta, un 2004 che vede l’introduzione della fermentazione in barrique, un 2006 con una buona longevità, un 2009 che ha conosciuto l’alleggerimento in legno e un  2011 che esprime eleganza e una preziosa espressione del terroir.

vini di Mirabella

Una visita al Borgo del Maglio, Santuario della Madonna della Stella, il Sentiero delle Cascate, il Castello di Bornato e il Monastero San Pietro in Lamosa

A qualche chilometro da Rodengo Saiano possiamo raggiungere Borgo del Maglio (www.comune.ome.bs.it), un nucleo di edifici rurali. Qui trovate due piccoli musei: il Museo Il Maglio Averoldi, fucina del XV secolo, caratterizzato da una ruota idraulica funzionante che ancora oggi muove il maglio e che permette di assistere a dimostrazioni di lavorazione del ferro; e la Casa Museo Pietro Malossi, una curiosa collezione privata di beni culturali, dalle armi alla mobilia, dalle stampe ai quadri (per info: tel. 360-1030495 – unico@civitas.valletrompia.it). Un’altra meta interessante è il Santuario della Madonna della Stella, tra i comuni di Concesio, Cellatica e Gussago. É stato costruito e dedicato alla Madonna perché qui nel 1536 apparve ad un pastore della Val Trompia. Se, invece, amate lo sport, vi consiglio un percorso di trekking presso il Sentiero delle Cascate, un percorso ad anello che parte da Monticelli Brusati (www.visitlakeiseo.info). Da non perdere una visita al Castello  di Bornato, una costruzione di origine medievale risalente al 1270, la cui particolarità è che al suo interno è stata costruita Villa Orlando, una residenza rinascimentale. L’ultima proposta è il Monastero San Pietro in Lamosa, presso Provaglio d’Iseo, sopra le torbiere del Sebino. Una struttura di origine romana, rimaneggiata nel corso dei secoli. Presenta un bel chiostro e la Disciplina di Santa Maria Maddalena  del XVI secolo, dove si riuniva la confraternita dei Disciplini, movimento che praticava pratiche di mortificazione del corpo per espiare i peccati. Il ciclo di affreschi del XVI secolo narra la storia di Gesù dalla nascita fino all’Assunzione (per prenotare visite tel.030/983477).

Per organizzare la visita alla cantina Mirabella

  • Le visite possono essere prenotate tramite mail: accoglienza@mirabellafranciacorta.it oppure per telefono al numero 030 61 11 97. 
  • La cantina si trova via Cantarane 2 a Rodengo Saiano
  • L’accompagnamento è in lingua italiana o su richiesta in inglese.
  • Gli associati AIS, ONAV e SLOW FOOD in regola con le quote associative hanno diritto a convenzioni particolari.

Dove mangiare

  • Ristorante Gaudenzi raggiungibile a piedi dall’azienda dove poter trovare la cura e la ricerca del piatto da una storica famiglia di ristoratori Franciacortini.
  • Ristorante Due Colombe a Borgonato di Corte Franca. Lo Chef Stefano Cerveni conquista la stella Michelin con piatti elaborati che hanno di base l’ingrediente locale.
  • Hostaria uva Rara a Monticelli Brusati dove la tradizione incontra la creatività con diverse proposte molto diverse tra loro.
  • Dispensa Pani e Vini locale giovane e dinamico dove potere bere anche solo un aperitivo oppure cenare nell’esclusivo ristorante Natura.
  • Il Colmetto Agriturismo sofisticato che propone quasi la totalità dei piatti come autoproduzione.
  • Ristorante Radici nel centro storico di Iseo caratterizzato dalla grande territorialità e un picco sfoggio di tecnica.
  • Albergo Rosa: Storico albergo iseano gestito da Laura e Fausto Peci che stimolano il consumo di Franciacorta con ottimi piatti di mare. Non ordinate, lasciate fare allo Chef!

Dove dormire

  • Casa Adea: Agriturismo piacevole e elegante con una vista mozzafiato. Cucina locale e ambiente tranquillo.
  • Hotel La Fonte: ambiente tranquillo, vicino all’azienda. Comodo da raggiungere con un buon rapporto qualità prezzo.
  • Hotel Ulivi: ottimo hotel sul lago in ottima posizione. Rapido accesso al lungo lago e vicino a ottimi ristoranti. Ambiente nuovo con piscina. (stagionale)
  • Rivalago: probabilmente uno degli hotel più suggestivi del lago. Ristorante ottimo.  (stagionale)
  • Locanda della Franciacorta: piccolo hotel nel cuore della Franciacorta. Ambiente tranquillo e piacevole.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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