L’unione dei Comuni delle Terre di Mezzo nasce il 19 Settembre del 2001. Unisce i comuni di Botrugno, Giuggianello, San Cassiano, Nociglia, Surano, Sanarica e Supersano. L’obiettivo è quello di valorizzare con maggiore efficacia una zona del Salento ricca di storia, cultura e tradizioni. L’idea è che il territorio sia una risorsa importante da tutelare e fare conoscere. Famelici ha intervistato Pasquale Barone, sindaco di Botrugno, piccolo paese dell’entroterra salentino.
Botrugno: un piccolo paese che vuole difendere la sua identità culturale
É mattino quando arrivo a Botrugno, in provincia di Lecce. Il sole è già alto, il cielo azzurro con solo qualche timida nuvola che sembra una piuma. Il verde spunta in lontananza, ricordandoci che anche lui vuole partecipare a disegnare quella bellezza che ha reso il Salento famoso in tutto il mondo. É un paesaggio inebriante. Incantevole e silenzioso, ricco di testimonianze del passaggio di antiche civiltà, riflette i contrasti di una società contadina che ora conosce il suo riscatto. Prima di visitare il paese, ho modo di conoscere il sindaco e alcuni rappresentanti di associazioni locali. Voglio comprendere come piccole realtà come Botrugno possano costruire per la propria comunità un futuro che non sia l’abbandono di un territorio ricco di testimonianze culturali, ma anche naturali. Ho avuto modo così di conoscere quella politica sana (perché non è vero che la politica sia sempre malaffare!) che vuole reagire all’impoverimento economico e culturale e che ha capito la necessità di “fare rete”.
L’intervista al sindaco di Botrugno: Pasquale Barone
Da dove nasce l’idea di dare vita a “Unione Terre di Mezzo”?
“Abbiamo recepito le indicazioni di una legge nazionale e abbiamo dato vita all ‘Unione Terre di Mezzo, ricordando nella denominazione la nostra posizione geografica. Botrugno, come gli altri comuni che ne fanno parte, si trova, infatti, in quell’entroterra salentino delimitato dall’Adriatico e dallo Ionio. Per noi fare rete con piccoli comuni che condividono la nostra storia e la nostra cultura significa potere gestire servizi che altrimenti non saremmo in grado di fare funzionare al meglio. La condivisione dei costi ci permette così di mantenere la mensa scolastica, di avere vigili e un segretario comunale. Inoltre possiamo partecipare ai bandi della Regione Puglia, la cui partecipazione prevede la soglia dei 10.000 abitanti.”.
Quali sono le difficoltà a cui devono fare fronte piccoli comuni come Botrugno?
“Condividiamo con l’intero Paese il dramma della bassa natalità. Il paese invecchia. Molti giovani, anche con un’ottima scolarizzazione, sono costretti a cercare lavoro nel Nord Italia o all’estero. La crisi economica ci impone di cercare di sviluppare il turismo in modo da creare occupazione. Per questo abbiamo progettato un albergo diffuso e la possibilità di pernottare in residenze storiche. Crediamo molto nell’esperienza del Parco dei Paduli, un’area rurale trasformata in parco agricolo multifunzionale”.
Come fare conoscere questi territori ricchi di storia?
“Comunicare, comunicare e comunicare. Soggiornare nell’entroterra è molto più economico rispetto alle località marittime. Noi siamo vicini al mare, possiamo poi offrire la possibilità di conoscere la storia del Salento attraverso le nostre numerose opere artistiche. Non solo: la tradizione delle feste, gli antichi mestieri e la nostra cucina”.
Ci suggerisce 5 opere d’arte di Botrugno assolutamente imperdibili?
“Il Palazzo Marchesale, un edificio su due piani, elegantemente decorato da una loggia balaustrata che si estende per tutto il suo perimetro; l’abside della “Congregazione dell’Assunzione in Cielo di Maria”; la Chiesa Madre o “dello Spirito Santo”, il Museo delle Forze Armate e quello, assai curioso della Lametta; e il tempietto di Santo Solomo del XV secolo costruito per volontà del Barone Giacomo Maramonte per onorare il santo di famiglia”.
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