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Il futuro? Città aggregate con al centro l’esperienza del cibo

L’esperienza del cibo può fungere da connettore per l’aggregazione di diversi contesti urbani…

Milano è la città più smart d’Italia e su questo siamo tutti d’accordo ma, nel nostro blog, cerchiamo di pensare oltre; per esempio a MIBO, l’unione tra Milano e Bologna (la ‘dotta’) ove, per esempio, FICO Eataly World vuole diventare la struttura di riferimento per la divulgazione e la conoscenza dell’agroalimentare e il luogo di incontro per tutti coloro che amano il cibo e che vogliono conoscerne i segreti e la tradizione: aprirà entro l’anno…

Smart city, vivibilità e capacità di essere piattaforme abilitanti

Il capoluogo lombardo è in vetta anche per il 2016 nella classifica “iCity Rate” (misura il grado di ‘smartitudine’ di un capoluogo). Nella classifica troviamo, a seguire: Bologna, Venezia e Firenze. L’Italia fa i conti con la classifica delle città più smart del Paese (qui il Rapporto realizzato da Forum PA). Solo innovazione? Tutt’altro, sono molti i parametri (105) che fanno di un capoluogo un luogo smart: si parla di vivibilità e capacità di essere piattaforme abilitanti, ovvero la capacità di una polis di interfacciarsi con gli stimoli dati dall’innovazione tecnologica che conducono a migliori livelli di vivibilità, servizi più efficienti, maggiore attenzione all’impatto ambientale, più possibilità di sviluppo economico, culturale, e, a livello personale, migliori possibilità di auto-realizzazione per i cittadini che le vivono. Sintetizzando, questa è l’analisi delle sette dimensioni di riferimento: economy, environment, governance, people, living, legality, mobility.

MIBO come punto di riferimento del World Wide Food: why not?

Riguardo ad una Milano capitale mondiale del cibo (dopo design e moda) di cui abbiamo già parlato, forse c’è da fare una riflessione supplementare. Per esempio bisognerebbe guardare a MIBO, Milano-Bologna o MIMA, Milano-Mantova (quest’ultima al primo posto nelle classifiche di vivibilità), oppure la mai realizzata MITO, Milano-Torino, come punto di riferimento del World Wide Food: ci sembrano proposte visionarie ma sensate, queste che poniamo nelle pagine del nostro blog. Ricordiamoci gli insegnamenti della storia: il Rinascimento Italiano ha avuto molte sedi che, sia autonomamente sia collegialmente, hanno prodotto un miracolo territoriale tanto straordinario che, recentemente, è stato definito da Eric Weiner, autore di “The Geography of Genius” (ripreso dal blog di Luca De Biase), come il più innovativo dell’esperienza targata Silicon Valley. E una della caratteristiche vincenti di questo ‘miracolo’ è stata proprio la disseminazione delle varie eccellenze su un vasto territorio.

E, in seconda battuta, le nostre città hanno bisogno di fare rete: mentre la competizione mondiale schiera megalopoli da 30 milioni di abitanti, le nostre, votate all’eccellenza, potrebbero puntare all’aggregazione… O no? Il futuro delle città sarà sempre di più nell’aggregazione con al centro l’esperienza del cibo.

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