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I Bar Caffè, occasione di aggregazione: appunti sparsi…

Il Bel Paese è la patria per antonomasia della convivialità (se legata al cibo ancor di più) e molti dati statistici confermano quello che vado a dire: ogni anno 8 italiani su 10 passano almeno una volta per una sagra; 29 milioni di italiani sono iscritti a Facebbook (e molti altri milioni ad altre piattaforme); è italiano il primato mondiale dei concerti rock più affollati (Vasco rossi e Ligabue) e della mostra d’arte più visitata (Christo sul lago d’Iseo). E per esprimere al meglio questo grande potenziale di socialità, cosa c’è di meglio di un bar-caffè?

I Bar caffè: la storia

In Turchia dobbiamo partire dall’inizio del secolo 16° per trovare che il caffé entrò nella sfera più mondana e vennero istituite le cosiddette ‘Case del Caffé’, che avrebbero trasformarono la vita sociale di tutto il mondo. Questi luoghi, dove certo non mancavano i chicchi, l’attrezzatura e l’esperienza necessarie per preparare un’ottima bevanda, fornivano un ambiente per ritrovarsi con il compendio di un buon aroma di caffè: stiamo parlando di quando Istambul era piena di “Kahvehan”, i locali adibiti alla mescita pubblica della bevanda ed è interessante scoprire come una delle prime rappresentazioni di caffè (inteso come ritrovo) è, in effetti, una miniatura ottomana che risale alla metà del XVI secolo. E l’Italia? Tra i primi come sempre: il primo “caffè” venne aperto nella Serenissima nel 1640 e fu seguito da moltissimi altri, più o meno celebri….

Piccoli appunti tra pittura, caffè e letteratura

E in questo contesto non abbiamo spazio per parlare dei Caffè Letterari o comunque di tutti quei bar-caffè che diedero ospitalità al genio artistico e che lo aiutarono ad esprimersi: da Van Gogh e Manet, Cezanne e in tempi più recenti a Hopper e Morandi. Gli artisti di tutte le epoche hanno attinto idee e atmosfere da migliaia di questi locali pubblici, capaci di trovare fra i tavolini di questi locali, il colpo di genio. Chiudiamo questo capitolo, con una citazione dello scrittore ungherese Sandor Marai:“No cafè, no literature!”

I Bar Caffè a Milano, con tanti riti del giorno

Le soste nei Bar Caffè a Milano, sono ritmate dai tanti riti del giorno: si parte dal mattutino caffè macchiato caldo sino ad arrivare, alla sera, all’ape, così tanto milanese. Beh, la Milano innovativa ha certo un debito nei confronti di tutti i bar caffè cittadini che hanno accolto la sua genesi: trovarsi in un bar armati di devices e preparare così una nuova idea da lanciare nel futuro è molto eccitante… tutt’intorno nel locale, la vita scorre tranquilla e siano convinti di essere gli unici innovator ma sappiamo, in cuor nostro, che potrebbe non essere così…magari proprio a 10 metri da noi c’è un cappanello che sta mettendosi d’accordo cu come lanciare una nuova start up. Ma a questo punto preferiamo dare la parola a Luisa Cozzi (collabora con noi ed anche con MilanoFinanza e Milanocittastato) che così bene descrive le sensazioni “da bar”: “A Milano il primo caffè del mattino sa di torrefazione e latte di bambino. L’atmosfera del bar mi ricorda un po’ quell’armonia vissuta nel liquido amniotico. In un bar milanese, soprattutto, alle 9 meno un quarto di un giorno lavorativo qualunque, non è solo un fruire di cappuccini…”. (continua)

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