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La top ten dei più bei film sul cibo che ti faranno venire fame!

Da Ratatouille al Filo nascosto, ecco alcuni dei più bei film che hanno raccontato l’arte culinaria sul grande schermo. Buona visione e buon appetito!

Come prepararsi ad una buona cena? Andando al cinema. Vi assicuriamo che un film sul cibo ingolosisce sempre e ci prepara a sederci a tavola. Godere di bocconi di prelibatezze raccontati da un regista è davvero un ottimo antipasto! E vi assicuriamo che non c’è solo il celebre Ratatouille, ci sono tante altre pellicole che ci preparano a deliziare i nostri palati.

Il cinema ci ricorda che il cibo è cultura, convivialità a tavola come in cucina. Senza dimenticare il lato erotico del cibo. Per tutti questi motivi e per soddisfare tutti i vostri appetiti abbiamo compilato la nostra “compilation famelica” per voi. Buona visione e buon appetito!

I più bei film sul cibo secondo Famelici

Ratatouille ( 2007)

Un film amatissimo, tanto che durante i lunghi ed interminabili anni della pandemia è diventato il protagonista di Tik Tok. Ratatouille è riconosciuto come uno dei migliori film sul cibo degli ultimi anni, tanto da essere diventato un vero cult. Il film della Pixar narra le vicessitudini di un topo che aspira a diventare chef a Parigi. E perchè il suo sogno si avveri deve fare i conti con un severo critico enogastronomico. Il merito del film? Ha insegnato a una intera generazione di bambini (e forse anche ad alcuni adulti) che la ratatouille è un piatto francese, non il nome del roditore!

 

La Grande Abbuffata (1973)

Il film più provocatorio di Marco Ferreri. I temi? Cibo, sesso e morte. I corpi si sporcano di cibo, la purezza del cibo viene contaminata dal sesso volgare e senza passione. Quattro uomini altolocati decidono di suicidarsi chiudendosi in una villa a Parigi, mangiando pietanze gourmet preparate da loro, fino a morire. I proptagonisti? Ugo (Tognazzi) è lo chef, maltrattato dalla moglie; Marcello (Mastroianni) è un pilota di aerei e maniaco sessuale; Michel (Piccoli), un presentatore televisivo, effeminato, con un divorzio alle spalle; Philippe (Noiret), un magistrato che vive ancora con la sua asfissiante balia.

Tampopo (1995)

Parliamo mdi un vero e proprio “ramen western” giapponese. Goro e Gun, due camionisti, amanti della buona cucina, si fermano in una città con l’intento di mangiare il ramen. Il loro arrivo nella locanda di Tampopo si trasforma in un incontro di pugilato. Goro si risveglia in casa di Tampopo; la donna, cuoca mediocre, gli chiede di darle una mano a risollevare le sorti della sua attività. E Goro riesce a trasformare la donna in una brava chef! Alcune scene del film sono davvero esilaranti!

Jiro e l’arte del sushi (2011)

Tutto quello che voglio fare è fare un sushi migliore“, dice lo chef Jiro Ono in un documentario che racconta la vita del migliore chef di sushi. Jiro Dreams of Sushi non è solo un susseguirsi di piatti di sushi appetitosi, è anche la testimonianza della difficoltà di cercare la perfezione. É una difesa dei valori tradizionali di lavoro e famiglia messi in discussione dalle nuove generazioni nipponiche. 

Il pranzo di Babette (1987)

Tratto dall’omonimo racconto di Karen Blixen, il film di Gabriel Axel è una graziosa fiaba allegorica su dono, arte e responsabilità. Ambientato in una Danimarca protestante di fine Ottocento, è la descrizione di un pranzo luculliano che delizia palati austeri, facendogli scoprire i piaceri della vita.

Waitress – ricette d’amore (2007)

Keri Russell è una cameriera con un talento per la creazione di deliziose torte che traggono ispirazione dai suoi problemi quotidiani. A dispetto di nomi come “bambino che urla nel cuore della notte” o “la rovina della mia vita”, i suoi dolci sembrano essere appetitosi!

La grande notte (Big Night) (1998)

Stanley Tucci, in un un film ambientato a Jersey, narra la storia di due fratelli che hanno aperto un ristorante che fatica a decollare. Gli sforzi, le due visioni diverse di intendere la ristorazione, i litigi terminano con una riappacificazione favorita dalla creazione di uno “scrambled eggs” (timpano di maccheroni).

Il cuoco, il ladro, sua moglie, l’amante (1989)

La novella boccaccesca di Peter Greenaway è un’opera dissacrante e sfrontata. Il regista accende i riflettori sulla perversità di una società ricca, priva di eticità. Come lo fa? Creando disagio allo spettatore, umiliando i personaggi e mettendo in scena la decadenza dell’attuale società. Per spettatori con stomaci forti!

Mangiare, bere, uomo, donna  (1994) 

Ang Lee ci racconta il dramma familiare di un rinomato chef di Formosa, che deve fare i conti con tre figlie che hanno vite a dir poco movimentate. La complessità della cucina cinese si rivela tutta nella scena di apertura del film, in cui lo chef Chu sventra un pesce, affetta verdure e patatine fritte di maiale per la cena in famiglia.

Il filo nascosto (2017)

Nella storia d’amore contorta de Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson tutte le interazioni più intense tra Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) e Alma Elson (Vicky Krieps) si verificano tra un morso e l’altro. L’evoluzione della loro relazione può essere letta attraverso i pasti condivisi e che si servono a vicenda. A partire dal loro incontro romantico a colazione fino alla loro battaglia innescata da asparagi indigesti. Senza dimenticare il gioco di potere con protagonisti dei funghi velenosi.

Ecco alcuni dei più bei film sul cibo, ma vi assicuriamo che ce ne sono tanti altri!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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