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Un week end a Imperia per conoscere la cultura dell’olio

Imperia una città con due cuori e tante proposte enogastronomiche

Imperia, la città con due cuori: Oneglia e Porto Maurizio, dove scoprire le bellezze architettoniche del Parasio, il centro storico di Oneglia, le spiagge di Borgo Marina, la vita notturna di Calata Cuneo, i portici di via Bonfante. E una gustosa gastronomia con protagonista l’olio.

Le temperature cominciano ad essere insopportabili, l’umidità rende ogni abito un cilicio, i milanesi ( e non solo!) cominciano a cercare posti dove sfuggire al caldo. C’è chi sceglie il fresco dei colli piacentini, chi cerca la brezza del mare e chi si rifugia in montagna. Spesso però si deve fare i conti con il portafoglio. I prezzi sono saliti alle stelle e l’alta stagione si avvicina inesorabilmente.

La Liguria, una destinazione per tutti

A due o tre ore da Milano il mare della Liguria ha da sempre attirato i milanesi in fuga dalla città. Gli “invasori stagionali” hanno fatto crescere il numero di gelaterie, pasticcerie, focaccerie, birrerie e ristoranti soprattutto di pesce.

Il mare dei milanesi è la Liguria, 270 chilometri di costa costellati da piccole cittadine, note per il mare, l’entroterra e i ristoranti che offrono un’ottima cucina di terra e di mare. I turisti si riversano sulle spiagge, ma i più curiosi si fanno tentare dalla visita di uliveti e vigneti famosi per la raccolta eroica.

Ho conosciuto Imperia e la sua provincia grazie alla manifestazione “Oliveti Aperti”, promossa dal Consorzio olio Riviera Ligure DOP in collaborazione con Qualivita. La manifestazione, svoltasi a Imperia il 18-19 giugno per promuovere la cultura dell’olio e lanciare il progetto Turismo Dop, che prevede la promozione del turismo enogastronomico legato ai prodotti agroalimentari e vitivinicoli italiani, è stata l’occasione per conoscere una provincia che ha saputo custodire con orgoglio la sua storia.

Un week end a Imperia: cosa vedere e fare per partire alla scoperta della cultura dell’olio

Oliveti e olio per conoscere il territorio della provincia di Imperia

olio week end imperia

Molti sostengono che per comprendere un territorio si devono riconoscere le piante e i prodotti che lo contraddistinguono. Per conoscere la provincia di Imperia non può mancare una passeggiata in un oliveto. Ogni olio extra vergine d’oliva ha la sua peculiarità e la dicitura olio DOP Riviera Ligure certifica, oltre la provenienza, anche la cultivar, ovvero la celebre varietà di oliva Taggiasca.

In Liguria la storia dell’olio d’oliva ha probabilmente inizio con i monaci. Furono loro a fronteggiare le asperità del terreno, poco adatte alla coltura degli oliveti, iniziando a costruire quei terrazzamenti in pietra a secco, che contraddistinguono la provincia di Imperia. Qui l’oliva Taggiasca trova le condizioni organolettiche migliori per crescere, offrendo la possibilità di ricavare un olio delicato, apprezzato da chef e amanti della buona cucina.

L’olio ottenuto da oliva Taggiasca presenta un colore tra il giallo paglierino e l’oro chiaro. Al naso presenta un profumo delicato, ma intenso. Al palato regala sentori di mandorla e di pinoli.

Il Santuario di Nostra Signora delle Grazie: con una prima testimonianza dell’importanza dell’olio

Come testimonia il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, nel ‘400 il territorio di Imperia era un importante punto d’incontro culturale ed economico.

Per conoscere la cultura dell’olio la prima cosa da fare è uscire da Imperia e in soli 15 minuti raggiungere la piccola frazione di Montegrazie, un piccolo centro immerso negli uliveti secolari, conosciuto per il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, una chiesa edificata nel 1450 in stile tardo romanico. Una testimonianza di un’interessante koiné culturale documentata da elementi pittorici liguri, lombardi e piemontesi.

week end Imperia

I dipinti custoditi nel santuario raccontano come dobbiamo comportarci in vita per guadagnarci il Paradiso. Cosa fare? Seguire gli insegnamenti delle Virtù, rifuggendo dalle tentazioni dei Vizi. Il nostro destino conosce solo due strade. Una porta al Paradiso, l’altra all’Inferno. Consiglio di soffermarvi sul ciclo dedicato alla vita di San Giovanni Battista, dove emerge lo studio della prospettiva. Nell’abside destra si possono poi ammirare i miracoli di San Giacomo. Qui si custodiscono anche due ex voto legati al mare, che ricordano le navi che trasportavano l’olio. Sulla parete destra attirano lo sguardo i colori vivaci utilizzati da Pietro Guido da Ranzo, pittore che racconta la passione di Cristo.

Se hai tempo, passeggia tra gli uliveti o dedicati alla pratica dello yoga per ritrovare quel contatto con la natura che spesso dimentichiamo!

Lucinasco, il borgo dell’olio e dell’arte sacra

Sulle tracce dell’oro verde, un altro borgo in cui perdersi è Lucinasco. Paese dell’olio, come testimonia la presenza di diversi frantoi e dei tipici muretti a secco, è un grazioso modo per ripassare la storia ligure. Assolutamente da visitare la sezione del Museo Lazzaro Acquarone dedicata all’arte sacra allestita nell’Oratorio dei Disciplinanti di San Giovanni Battista, proprio davanti alla parrocchiale di Sant’Antonino, lungo la strada principale del paese. Un consiglio? Soffermati sul gruppo di sculture in legno, realizzati in legno di tiglio, della fine del ‘400 raffiguranti il Compianto del Cristo Morto.

erbe selvatiche

Qui ti puoi anche concedere una passeggiata lungo il laghetto di Lucinasco per scoprire quelle erbe selvatiche che arricchiscono la cucina ligure. Quando ancora non si conosceva il mais, il pomodoro o il peperone, le piante autoctone liguri insaporivano i piatti della cucina ligure.

Un week end a Imperia: la cucina della sua provincia

Una specialità di Imperia che devi assolutamente assaggiare è la tipica focaccia “onegliese”, una variante della focaccia ligure, fatta con con salsa di pomodoro, olive e acciughe. Parliamo della piscialandrèa, così chiamata per ricordare le passioni gastronomiche di Andrea Doria.

Altra ricetta tradizionale è la farinata, una torta bassa, preparata con farina di ceci e olio d’oliva, condita con cipollotto. Secondo un’antica leggenda, l’origine della farinata risale ai tempi delle repubbliche marinare. Durante una tempesta, nelle stive delle galee i sacchi di ceci e i barili d’olio si rovesciarono, mescolandosi all’acqua marina che aveva invaso le imbarcazioni. Le provviste scarseggiavano e i marinai furono costretti a mangiare quel miscuglio di ceci, olio e acqua salata asciugata al sole e messa in forno.

Ricette liguri: farinata
Ricette liguri: farinata

Un altro piatto che deve le sue origini alla creatività dei marinai è il brandacujun, un piatto a base di patate e stoccafisso. Sono sicura che vuoi sapere l’origine di un nome tanto curioso. Ebbene l’ipotesi più accreditata è che il piatto sia nato sulle navi. La sua preparazione obbligava il marinaio a tenere le gambe aperte, mettendo al centro la pentola. L’oscillazione della nave faceva sì che la pentola sbattesse ripetutamente contro gli attributi.

Un piatto da mangiare ad Imperia: le sarde ripiene alla ligure

Si tratta di un piatto povero della cucina ligure. Come si prepara? Si inizia con la preparazione di una base di pane raffermo imbevuto nel latte. A questo composto si aggiunge lattuga, prezzemolo, capperi, uno spicchio d’aglio, maggiorana, sale, pepe, olio, uova, parmigiano e olio d’oliva taggiasca. Le sarde vanno aperte a libro per essere farcite con il ripieno. E poi in forno per circa 20 minuti.

Un week end a Imperia: dove mangiare

Ristorante Braccioforte

Calata Giovanni Battista Cuneo, 33

Imperia

Tel. 0183 294752

Ristorante La Locandiera

Via Roma, 33 

Tel. 324 046 8916

Lucinasco (Imperia)

Frantoio di Sant’Agata D’Oneglia

Via Sant’Agata, 193

Imperia

Tel. 0183 293472

Un week end a Imperia: dove dormire

Hotel Rossini al teatro

Piazza Rossini 14

Tel. 0183 74000

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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