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Cibo e cultura: i borghi sono l’anima culturale nascosta dell’Italia

I borghi, piccoli centri abitati dell’entroterra, sono diffusi ovunque in Italia. Sono una miniera di cultura, di tipicità enogastronomiche, di racconti di vita. Sono la dimostrazione che cibo è cultura, oltre che un patrimonio ambientale. I borghi sono l’anima culturale nascosta dell’Italia. Una mente curiosa  si accorge subito di quale risorsa economica e civile si nasconda in territori che, se solo facessero rete, potrebbero tornare a vivere, a raccontare storie che sono la nostra anima più genuina.

Cibo e cultura: i borghi sono l’anima culturale nascosta dell’Italia

Cibo e cultura: i borghi. L'animna culturale e spirituale dell'Italia

L’Italia, più autentica, non è fatta di grattacieli, di folle vocianti, di fanatici dello shopping nelle grandi catene prive di qualsiasi identità, ma è quella dei piccoli borghi, dove sopravvive la cultura dell’ospitalità, del vivere bene, di quel sentire civile che mi ha ricordato, a Borgo di Rivalto, la meravigliosa giovane 89enne Mirella “qui non ci sono padroni!”. Eh sì, siamo tutti cittadini!

I borghi sono come una droga, ti spingono a chiederti quale è il più vicino, perchè come fai a perdertelo? Trovi tutto: cultura aulica e popolare, arte, natura, consapevolezza di che cosa significa essere cittadini, amministrazioni pubbliche che interpretano e rendono tangibile “il bene comune”, ricordandoci, come scriveva Brecht: “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”. In un’epoca dove regna il disfattismo e la facile polemica è meraviglioso raccontare realtà come quelle di Lajatico, Borgo di Rivalto, Chianni e Pecchioli, Bandiera arancione TCI.

Io scrivo di cibo e cultura e vi posso assicurare che i piatti che ho assaggiato al ristorante La Vallata e alle “Officine Bocelli Food Court” a Lajatico,  o a “Le Vecchie Cantine” a Borgo di Rivalto,  o al “Ristorante Pasticceria Ferretti” a Peccioli non sono solo buoni e gustosi, ma anche tentatori. Sì, avete letto bene: ti spingono ad andare oltre al piatto, a scoprire i segreti degli ingredienti e delle ricette. Ma non solo.

E allora scopri che Lajatico non ha solo dato i natali ad Andrea Bocelli, ma ha “protetto” il grande critico d’arte Gillo Dorfles, dove scrisse alcune delle sue opere principali: Nuovi riti, nuovi miti (1964), Dal significato alle scelte (1972) e L’intervallo perduto (1979) dove rivela:

«solo da uno studio globale della creatività umana, si potrà derivare una migliore conoscenza dell’uomo e del mondo».

Cibo e cultura: i borghiCibo e cultura: i borghi laboratori di un futuro migliore

I borghi non sono solo testimonianza del passato, ma anche laboratori di un futuro possibile e -perchè no- migliore. Chi scrive crede ancora nell’utopia della costruzione di un mondo perfetto, capace di rifiutare quella violenza che cerca di cancellare le differenze, dimenticando che sono sinonimo della vita stessa.

E così si scopre che a Peccioli un sindaco – Renzo Macelloni– è riuscito a costruire un nuovo modello di sostenibilità ambientale, dando vita a una discarica di rifiuti urbani che è diventata un esempio per la sua capacità di rispettare l’ambiente e di produrre ricchezza e sviluppo.

A rendere unica la Belvedere è anche l’azionariato: si tratta di una public company, con il 64% del capitale detenuto dall’Amministrazione comunale e il 36% in mano ai cittadini, che partecipano alla conduzione dell’azienda.

Cibo e cultura: i borghi, patrimonio ambientale e culturale

Sempre a Peccioli conosci Rosario, titolare dell’azienda agricola Floriddia, che produce farina, pasta, biscotti e pane biologici. Oltre che coltivare diverse varietà di grani antichi senza uso di diserbanti o insetticidi, promuove una nuova forma di cooperazione: il contratto di rete, che consente di realizzare raggruppamenti di imprese per la collaborazione reciproca.

Peccioli si distingue anche per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Grazie agli orti condivisi si dà una risposta concreta al fenomeno delle migrazioni vedendola come risorsa e non come problema. Si offre la possibilità a chi arriva nel nostro paese in cerca di un futuro di imparare una professione, aumentando le opportunità della comunità, recuperando attività lavorative che stentano a trovare lavoratori.

Cibo e cultura: i borghi risorsa economica dell’Italia

I borghi italiani, amati follemente dagli stranieri e sempre più dagli stessi italiani, godono da anni dell’impegno di promozione e valorizzazione del Touring Club Italiano, che mette a disposizione la possibilità di costruire un modello di sviluppo attraverso l’applicazione del Modello di Analisi Territoriale (M.A.T.), volto a intraprendere un percorso di miglioramento condiviso con il territorio che favorisca un turismo autentico, sostenibile e di qualità.

Tra gli output di progetto sono previsti:
• un Piano d’area, che esamini punti di forza e debolezza in maniera trasversale alle località
suggerendo linee di lavoro per la creazione di uno o più prodotti turistici di area;
• un workshop formativo per rafforzare il senso di identità e legame con il territorio rivolto a tutti
gli attori locali (amministrazioni, operatori, associazioni, comunità locale)
• un press tour rivolto a giornalisti, per la scoperta delle eccellenze e la promozione del territorio
in modo coordinato, per esempio attraverso itinerari ad hoc tra ciò che ogni realtà offre.

Cibo e cultura i borghi: l'autentica anima della cultura enogastronomica italiana

Pensierino “famelico”

I borghi italiani rappresentano un’interessante laboratorio per costruire un futuro che non dimentichi cultura, solidarietà e piacere. Chi crede in un cambiamento reale, non può che farsi ispirare dal “buon e bel vivere” dei borghi!

Nella foto di apertura: un particolare del tabernacolo di Benozzo Gozzoli di Legoli nei pressi di Peccioli.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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