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Les Petites Madeleines: come un menu diventa suono del gusto

Quanti tipi di sensazioni esistono quando degusti un piatto? E cosa ci lasciano? Quando una serata diventa veramente indimenticabile? Una risposta ce la offre, dal 15 luglio,  il ristorante del Turin Palace Hotel, Les Petites Madeleines. Come? Con la proposta di un’esperienza assai originale: “I Suoni del Gusto”.

Torino, il Turin Palace Hotel e la mostra #Soundframes

Il Turin Palace Hotel non è solo un design hotel, è anche una dimora ricca di storia che non vuole perdere la sua centralità nella vita culturale del capoluogo piemontese. In concomitanza con la mostra #Soundframes (26 gennaio 2018 – 7 gennaio 2019), organizzata dal Museo Nazionale del Cinema per celebrare il centenario della nascita di Leonard Bernstein, il ristorante del Turin Palace Hotel, Les Petites Madelaines, mette in campo un’iniziativa assai interessante. Trasformare un menu, l’ ottimo menu dello chef Stefano Sforza, in un percorso dove si può percepire il “suono del gusto”. Prima di descrivervi l’esperienza, voglio cercare di definire che cosa si intende con “suono del gusto”. Mi aiuta Paolo Scarpellini, Sound Sommelier:

“Una cena diventa indimenticabile quando vengono coinvolti tutti i sensi, quando riusciamo a cogliere tutte le qualità di ciò che stiamo degustando, attivando tutti i sensi”.

Les Petites Madeleines: la sinfonia del gusto. Piatti, vino e musica

L’esperienza “I suoni del gusto”: un concerto di piatti, vino e musica

Io ho provato la magica esperienza “I Suoni del gusto” in anteprima durante un pranzo organizzato per la stampa. Voi potete provarlo dal 15 di Luglio sino alla chiusura dell’esposizione dedicata a Bernstein.

Come si svolge il percorso multisensoriale? 3 piatti della Carta possono essere assaggiati con un vino abbinato e una musica appositamente selezionata da un Sound Sommelier. Se l’esperienza vi sarà piaciuta (e io sono sicura di sì!) la potrete replicare anche a casa. Infatti ad ogni ospite sarà  donata una chiavetta USB con le ricette dei piatti assaggiati e i brani abbinati. Come è nata l’idea? Dalle assonanze tra mondo enogastronomico e musica.

Che cosa accomuna le due arti? Il desiderio di trovare un equilibrio tra note differenti che magicamente sanno offrire piacere. Cibo, vino e musica compongono una sinfonia perfetta!

Si possono percepire “i suoni del gusto”? Stefano Sforza, chef del ristorante Les Petites Madeleines, dice: sì

Se lo chef Stefano Sforza ha scelto un menu equilibrato “con proposte capaci di integrare i sapori o di contrapporli sempre in modo bilanciato, generando così sensazioni inattese e sorprendenti, ma sempre piacevoli per il palato”, il sommelier Luca Gigliotti ha proposto come compagni del viaggio sensoriale vini e vermouth di Ceretto e Cocchi,  espressione della migliore identità vinicola piemontese. Un’ esaltazione di “note” che definiscono un “ritmo” piacevole!

Il mio concerto preferito: Nebbiolo-Paolo Conte e “La mia versione della bouillabaisse ” di Stefano Sforza

Nebbiolo Bernardina 2016 Ceretto

É un vino elegante, dal colore rosso rubino, una versione più “semplice” del Barolo e del Barbaresco. Al naso propone un bouquet  fruttato, con sentori delicati di viola e di lamponi, ribes nero e ciliegia. Il gusto, persistente, è secco ed equilibrato, con tannini rotondi e morbidi.

Paolo Conte – Max

Se dici Langhe non puoi che pensare al cantautore astigiano Paolo Conte, appassionato di vini. Quale canzone sceglie Paolo Scarpellini? L’ ipnotica “Max”, tratta dal CD Aguaplano. ” Gli aerei vocalizzi iniziali fanno capire – ci racconta Scarpellini- come la canzone si snoderà perfettamente all’unisono con la bevuta, e quindi col piatto, illustrandoci subito nel bicchiere una tinta granata scarica con sfumature mattone. Quando compare il clarinetto salgono al naso sentori di viola, lamponi e amarena, mentre la voce selvatica e profonda di Conte suggerisce note di liquirizia, tabacco e sottobosco. L’orchestrazione richiama  il corpo del vino, esaltandone persistenza e tonica tannicità, come  il croccante scampo nel piatto. Le oscure parole del testo richiamano l’eleganza del vino, mentre il refrain finale evoca il suo avvolgente finale che sposa il retrogusto di spezie racchiuse nella salsa del piatto”.

“La mia versione della bouillabaisse”- chef Stefano Sforza

Versione alleggerita della marsigliese bouillabaisse. Il  brodo si trasforma in un raffinato fumetto, mentre i pesci sfilettati, cotti separatamente e con tecniche diverse, incantano il palato con consistenze differenti. Ti lascia il ricordo del mare con i suoi sapori  e profumi indissolubilmente legati alle erbe e alle spezie mediterranee. Una sinfonia di sensazioni diverse tra loro che magicamente si armonizzano per dare gioia al palato!

Turin Palace Hotel

Via Carlo Alberto, 35

10123 Torino

Telefono: 011 517 0171

 

 

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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