Si avvicina Pasqua e tutti noi ci interroghiamo su quale colomba acquistare. Noi abbiamo provato per voi una colomba di Sal De Riso. Una colomba davvero gourmet
Le colombe di Sal De Riso sono il modo più dolce di festeggiare Pasqua. Per tanti italiani la colomba è un dolce che non può mancare sulla tavola pasquale. Da qualche anno la colomba classica pasquale si arricchisce di ingredienti più o meno audaci.
Tra le colombe di Sal De Riso noi abbiamo scelto la colomba all’ albicocca e amaretto
Tra le colombe di Sal De Riso spicca una proposta che unisce il sapore dolce delle albicocche con il gusto agrodolce dell’amaretto. Due ingredienti che fanno parte della nostra cultura e che rendono estremamente golosa la colomba del pasticciere della Costiera Amalfitana.
Perchè tra le colombe di Sal De Riso scegliere la colomba all’albicocca e amaretto
Soffice, fresca e fragrante la colomba all’albicocca e amaretto ha tra i suoi ingredienti l’albicocca candita e una copertura glassata all’amaretto arricchita con fettine di mandorle pelate. La copertura regala un “involucro” croccante che non si dimentica facilmente.
Chi è Sal De riso, il pasticciere della Costiera Amalfitana
Salvatore de Riso, Presidente Ampi e membro del direttivo dei Maestri del lievito madre e del Panettone italiano, è ormai noto al grande pubblico come Sal de Riso. Grazie al suo spitito vulcanico e solare, Salvatore è diventato famoso e apprezzato oltre i confini nazionali. Non solo, è riuscito a dimostrare che un artigiano può essere anche un grande imprenditore capace d’investire in innovazione. La sua filosofia dolciaria poggia sulla ricerca di materie prime eccellenti e sulla motivazione dei suoi dipendenti.
Da giovanissimo Sal De Riso lavora nelle cucine di diversi alberghi della costiera, finché nel 1988 apre il suo primo laboratorio di pasticceria a Minori ampliando il bar tabacchi di suo padre. S’impone all’attenzione del grande pubblico con il profiterol al limone d’Amalfi. Sal De Riso capisce che la sua pasticcieria per essere vincente deve valorizzare gli ingredienti della sua terra. E così crea il Dolce d’Amalfi. Nel frattempo segue i corsi di grandi maestri quali Biasetto e Massari.
Nel 1994 entra a far parte dell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani, nel 2000 apre la prima pasticceria sul lungomare di Minori ampliando il laboratorio da 30 a 130 metri quadrati. E da allora non si ferma più, ampliando il laboratorio e aprendo diversi punti vendita, dedicandosi anche al salato.
Le origini della colomba, il dolce pasquale per eccellenza
La colomba, nella sua versione classica, vanta tra gli ingredienti farina, zucchero, uova, burro, lievito e canditi ma non l’uvetta presente nel panettone. La colomba prevede poi una glassa realizzata con albumi, mandorle e granella di zucchero.
Molti ricercano l’origine della colomba nel lontano passato, addirittura rifacendosi al Medioevo. In realtà la colomba pasquale nasce nel 900 nella Milano degli Anni Trenta. E non la creò un pasticciere, ma un pubblicitario, Dino Villani. Di certo il veronese uomo di marketing era a conoscenza dell’antica usanza di diverse regioni italiane di festeggiare la Pasqua con dolci che nella forma richiamavano la colomba. La più nota era la siciliana “palummedda”, un dolce da forno originario della provincia di Ragusa consumato soprattutto dopo il pranzo del Lunedì dell’Angelo. Si trattava di biscotti realizzati con farina, uova e cannella sulle quali era posato un uovo intero come simbolo della Pasqua.
Dino Villani lavorava per una grande azienda dolciaria meneghina, Motta, diventata famosissima per la produzione del panettone. L’azienda milanese cercava il lancio di un prodotto che si imponesse a livello nazionale per festeggiare la Pasqua.
Come la si fece conoscere per imporla come dolce nazionale? Con un’idea risultata poi vincente. Fu, infatti, inviata come dono a intellettuali e giornalisti accompagnata da una lettera personale del titolare dell’azienda meneghina, Angelo Motta, in cui si invitava ad esprimere un parere sul dolce inviato. Come andò a finire non ve lo raccontiamo, basta sedersi a tavola il giorno di Pasqua.
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