Febbraio: il colpo di fulmine per la Valpolicella
Se dici Valpolicella, l’area che si estende tra la fascia collinare ai piedi delle Prealpi veronesi, il fiume Adige a sud, Verona a est e il Lago di Garda a ovest, dici Amarone, Ripasso, Recioto, Valpolicella Classico e Valpolicella Classico Superiore.
Vini profondi che non passano inosservati per la loro forte personalità. Il sapore che li contraddistingue? La marasca.
Wine Tourism: alla scoperta della Valpolicella e dell’Amarone
Da quali vitigni nascono?
- Amarone: principalmente due, Corvina 40/80% (e/o Corvinone non più del 50%) e Rondinella (dal 5% al 30%) a cui si aggiungono altri vitigni autoctoni della Valpolicella come l’Oseleta
- Ripasso: Corvina, Corvinone (nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina), Rondinella e in percentuali minori Forselina, Negrara e Oseleta.
- Recioto: Corvina, Corvinone, Rondinella e in percentuale minore da Forselina, Negrara e Oseleta
- Valpolicella Classico: Corvina, Corvinone (nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina), Rondinella ma anche in percentuali minori con Forselina, Negrara e Oseleta.
- Valpolicella Classico Superiore: Corvina, Corvinone (nella misura massima del 50% in sostituzione della Corvina), Rondinella ma anche in percentuali minori con Forselina, Negrara e Oseleta.
Il capostipite Recioto
L’Amarone e il Ripasso derivano dal Recioto. Addirittura si dice che l’apprezzato Amarone sia nato da una botte di Recioto dimenticata in affinamento.
Il Recioto è sempre stato considerato un nettare dolce e armonioso, la cui fermentazione è bloccata prima che sia completata. Nell’Amarone la fermentazione è, invece, portata a termine.
La particolarità del Ripasso
Il Valpolicella Ripasso, creato usando il Valpolicella Base, viene «ripassato» sulle vinacce appassite dell’Amarone per 15-20 giorni prima di essere affinato in botte.
La differenza tra Valpolicella Classico e Superiore
- Classico perché prodotto nella sottozona comprendente i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, zone che fanno parte della Valpolicella classica.
- Superiore perché l’affinamento in botte avviene per un minimo di 12 mesi a partire dal 1º gennaio successivo alla vendemmia e il grado alcolico risulta essere al consumo superiore al 12%.
I vini della cantina Valpantena, il loro impegno per la poesia e l’etichetta da provare
La cantina Valpantena, in provincia di Verona, produce Valpolicella, Ripasso e Amarone, ed è formata da 350 soci. La cooperativa, presieduta da Luigi Turco, conta 780 ettari a vigneto e 110 di uliveti. Al di là della produzione di un ottimo vino, si distingue da 10 anni per l’organizzazione del Premio Poesia Cantina Valpantena giunto alla sesta edizione.
Dedicato a Dante Alighieri, il concorso quest’anno celebra i 700 anni della morte dell’autore della Divina Commedia. I componimenti in gara, da mandare alla Cantina entro lunedì 20 aprile 2020, dovranno ispirarsi ai versi 77-78 del canto XXV del Purgatorio: “guarda il calor del sol che si fa vino, giunto all’omor che della vite cola“.
È possibile partecipare inviando all’indirizzo email concorsovalpantena@virgilio.it una sola poesia, inedita e mai premiata in altri concorsi, che non superi i 15 versi. Il componimento che saprà meglio esaltare i versi del Poeta verrà stampato sull’etichetta di una bottiglia celebrativa, scelta dal presidente di Cantina Valpantena Luigi Turco.
I primi tre classificati riceveranno dei premi rispettivamente del valore di 1.200, 600 e 300 euro in vino, tra cui l’Amarone della Valpolicella DOCG Torre del Falasco, il Valpolicella DOC Ripasso Superiore Torre del Falasco e il Recioto della Valpolicella DOCG Tesauro. Sono previsti inoltre due premi speciali e venti segnalazioni. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Per maggiori informazioni consultare il bando completo nel sito: www.cantinavalpantena.it.
L’etichetta da degustare: Amarone biologico Ninfeo
Si chiama Ninfeo ed è l’Amarone biologico di Cantina Valpantena Verona.
Da uva biologica certificata è prodotto un vino, il cui nome richiama il luogo sacro, ricco di acque, dedicato alle Ninfe. Un chiaro riferimento alla scelta green operata dalla cantina.
Il vino è prodotto da una selezione di uve autoctone: corvina, corvinone e rondinella messe in appassimento per circa cento giorni e poi fatte macerare sulle bucce per altri venti giorni.
La vinificazione avviene in acciaio a temperatura controllata, a cui fa seguito l’affinamento in barrique e in botti di rovere, per una gradazione alcolica finale di 14,5%.
L’Amarone Ninfeo, complesso, profondo, si presenta di color rosso rubino intenso, al naso profuma di ciliegia matura, prugna disidratata e cioccolato. In bocca è corposo ed equilibrato, grazie ad un tannino morbido.
Il posto insolito: la torre del Falasco
La torre del Falasco, vicino a Grezzana, è una torre del castello costruito nel XII secolo dalla famiglia Turrisendi in un luogo che consentiva il controllo del territorio.
Nel XVII secolo il castello fu rifugio prima di Francesco Falasco, un piccolo possidente della Valpantena caduto in disgrazia, e poi di Paolo Bianchi, noto come “il Falasco”, un brigante, alla corte dei conti Giusti.
Il Falasco divenne celebre per aver organizzato un’azione degna del peggior “bravo” di manzoniana memoria. Pianificò e portò a termine, infatti, il rapimento della figlia di messer Lonardi, Angiolina di Poiano, una giovine sedicenne ricca, bellissima, ma cagionevole di salute.
La ragazza, come spesso accadeva a quei tempi, era contesa da due nobili: il conte Provolo della famiglia Giusti e il marchese Sagramoso. Il conte Provolo la voleva a tutti i costi sposare, tanto da commissionarne il rapimento. Peccato che la giovine non lo degnasse di alcun sentimento, il suo cuore era del marchese Sagramoso, che mosse mari e monti per poterla liberare da un legame non desiderato.
Grazie all’intervento del Papato, Angiolina venne liberata. Pochi giorni dopo l’arresto del conte Provolo, la Serenissima ordinò la distruzione del Palazzo Giusti di Santa Maria in Stelle. La banda fuggì, ma Falasco venne fermato ed impiccato sotto le mura di Verona.
Oggi è stato ripristinato e messo in sicurezza il sentiero ad anello da via Segai, a Stallavena, alle Grotte e ritorno da Cologne (sulla strada comunale).
Dove dormire: Antica Corte al Molino
All’interno del vigneto di Poiega, tra vigne e olivi, è stata restaurato la vecchia casa di campagna per ospitare chi vuole conoscere le sorprendenti bellezze che abbracciano la Valpolicella.
Il ristorante da non perdere: Osteria al ritorno
L’Osteria al Ritorno, ovvero la passione per il cibo, il buon vino e per la bella tavola. Che cosa propone? Una cucina tradizionale rivisitata e stagionale. Perché Al Ritorno? Ritorno a casa, ritorno alle origini, ritorno alla tradizione portando con sé le nuove esperienze acquisite.
Lo chef e proprietario, Francesco Alberti propone ottimi antipasti (acciughe del cantabrico, salumi, giardiniera), risotti, cacio e pepe, piatti di carne e ottimi dolci.
Gli indirizzi:
Antica Corte al Molino
Via Crosetta 8
Frazione Sanperetto – Negrar
Telefono: 045 750 2072
Osteria al ritorno
Via Catena, 12,
Grezzana VR
Telefono: 045 907348
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