in

Vacanze e vino: 4 idee per scoprire la Garganega

Eccovi una meta per scoprire la Garganega, un vitigno antico, le cui origini potrebbero risalire all’epoca degli Etruschi.

Per gli amanti del vino Famelici vi suggerisce una meta per scoprire la Garganega, un vitigno antico, le cui origini potrebbero risalire all’epoca degli Etruschi. Un vitigno resistente alle malattie, con un grappolo lungo, cilindrico e un acino medio di colore giallo dorato con buccia spessa.

Il Veneto è e rimarrà una destinazione irrinunciabile per gli appassionati di vino. Nell’estate 2023, oltre ai luoghi più conosciuti come la Valdobbiadene o il veronese, Famelici ti suggerisce di organizzare un viaggio nella zona di Gambellara. Ecco i nostri suggerimenti per una vacanza all’insegna di vino, cibo e cultura nel vicentino nell’estate 2023.

Vacanze e vino: 4 suggerimenti utili per scoprire la Garganega

Il parco San Marco di Gambellara per coprire la Garganega

terroir garganegaIl nostro viaggio inizia dal parco San Marco di Gambellara, immersi tra basalti colonnari e spettacolari rocce vulcaniche a forma di prismi esagonali. Immerso nel verde, ti sentirai catapultato nel mondo dove crescono le viti che consentono di produrre la Garganega, il Recioto e il Vin Santo.

L’importanza del basalto

Dominato dal complesso vulcanico del monte Calvarina e del monte San Marco, il territorio è caratterizzato dalla forte presenza di basalto, roccia di colore nero che si è originata a seguito di una forte attività vulcanica sottomarina durante il periodo eocenico, circa 45 milioni di anni fa. I periodi di eruzione si dividono in tre cicli e ognuno ha dato origine a vulcanoclasti di colorazione diversa: dal grigio, al rossiccio, al giallo.

Il magma, una volta a contatto con l’aria o con l’acqua, si è rapidamente solidificato ed ha assunto la caratteristica forma a prisma esagonale dei basalti colonnari. Con il passare dei secoli la roccia si è in parte sgretolata, dando vita a quei terreni dove oggi vengono allevati i vigneti, con altitudini variabili da 50 a 400 metri s.l.m. e con pendenze dei versanti comprese tra il 10% e il 70 %. Il nostro consiglio è di soffermarti presso questo parco per comprendere la natura dei sentori che si sprigioneranno quando sorseggerai i vini della zona.

La Marescialla, una piacevole sorpresa a Montebello Vicentino

la marescialla antipasto e1690016800654

Una scelta consigliata per cenare è La Marescialla, un ristorante conosciutissimo in tutta la zona di Gambellara. In località Capitello, una frazione di Montebello Vicentino, il ristorante offre una cucina tipicamente italiana. Assicurati di provare l’antipasto di mazzancolle al vapore abbinato al Monopolio Recioto di Gambellara Classico DOC 2017 della Cantina Gambellara ( Cantine Vitevis). Piatto e abbinamenti promossi!!!

Imperdibili poi i biscotti al Recioto abbinati con Recioto di Gambellara DOCG 2019 dell’Azienda Agricola Sordato. Perfetto per una fresca serata su un terrazzo che si affaccia sulle colline che circondano Montebello.

Dove alloggiare per una vacanza in nome di cibo e cultura

hotel fracanzana

Vorresti soggiornare in un albergo accogliente con piscina all’aperto e un buon ristorante? Nessun problema! Basta prenotare una camera presso il comodo Hotel Fracanzana a Montebello Vicentino. Dispone di un centro fitness, un parcheggio privato gratuito, un giardino e una sala comune. L’hotel propone una colazione all’italiana, continentale o all’inglese/irlandese, mentre il ristorante presenta un piatto della tradizione di Gambellara, difficilissimo da trovare nei menu: l’agnello bianco.

Camera doppia da 117 euro.

Alla scoperta del dolce tipico del vicentino: il brasadelo

brasadelo

Dolce tipico vicentino, in particolare di Gambellara, ottimo da abbinare ai vini, il brasadelo, è un dolce basso, schiacciato, della tradizione contadina. Gli ingredienti sono semplici: uova, farina, mandorle, zucchero, burro, vaniglia e Recioto (in altri comuni vicentini la grappa). Si tratta di un dolce da forno con la forma di una ciambella a metà tra la frolla secca e morbida Il dolce è cosparso sulla superficie di granella di zucchero. Il consiglio famelico è quello di inzupparlo nei vini di Gambellara.

Il suo nome ha un’ origine incerta. Per alcuni lo deve alla preparazione: le nonne lo cuocevano sulle braci del camino (“brasa” in dialetto è la brace). Per altri deriva dalla forma che ricorda un abbraccio che in dialetto si dice “brasso”. Un tempo, scambiato con altri prodotti alimentari, era preparato per le feste pasquali, oggi si mangia tutto l’anno, in formati più piccoli.

Noi l’abbiamo degustato presso il Panificio Federico Rossi a Sori, una piccola cittadina conosciuta dagli amanti dei viaggi in bicicletta. Federico, da 32 anni panettiere, ti accoglie con un solo grande desiderio, farti conoscere i segreti della panificazione e della pasticceria da forno. Il suo forno è il punto di riferimento della piccola cittadina vicentina e il suo brasadelo promuove le tipicità della zona. Il packaging, davvero particolare, riproduce la cartina di Gambellara, riportando i prodotti tipici e i monumenti visitabili. Una curiosità? Il dolce di Gambellara era assai apprezzato dai Dogi veneziani. Da qui partivano carri carichi di brasadelo e di vini dolci.

Gambellara, una destinazione per scoprire la Garganega, un vino che non tradisce mai

giovanni porchia consorzio gambellara

Nato nel 1972 il Consorzio Tutela Vini Gambellara riunisce i viticoltori della zona del Gambellara, svolgendo un’attività di tutela e valorizzazione dei vini prodotti all’interno della Denominazione di Origine Controllata, che comprende i comuni di Gambellara, Montorso Vicentino, Montebello Vicentino e Zermeghedo. Ed è presso la sua sede a Lonigo, che incontriamo Giovanni Ponchia, Direttore Consorzio Gambellara Doc. È lui a raccontarci che cosa rende la Garganega un vitigno davvero particolare. “A Gambellara, il vitigno Garganega, a bacca bianca, ha trovato un habitat ideale grazie ai terreni di origine vulcanica. Un terroir caratterizzato dalla presenza di basalti molto scuri. ricchi di magnesio e potassio, sali minerali che contribuiscono a dare al vino note sapide che si evolvono soprattutto nelle estati calde”.

“I due terzi della Garganega – continua Giovanni Ponchia – sono prodotti in Veneto, nella zona del Soave, di Gambellara e dei Colli Berici. A Gambellara la forma di coltivazione adottata è la pergola, tipica del Centro Italia e della Valle dell’Adige. In questo modo, come ricordano gli agricoltori, l’uva vede il sole, ma il sole non vede l’uva“.

Scoprire la Garganega in una degustazione

Il vino che si ottiene dal vitigno Garganega – continua Giovanni Ponchia – è di colore giallo paglierino. Al palato presenta una buona acidità, è fruttato (con sentori di pesca, albicocca e, alla prima beva, di pompelmo e di agrumi), floreale (biancospino e sambuco), fresco, sapido. Ha una forte intensità minerale determinata dalla composizione del terreno di origine vulcanica. Va servito tra i 10 e i 12 gradi. La Garganega, estremamente versatile, è un vitigno da rivalutare, anche nella sua versione dolce. Non si deve sottovalutare che i vini della zona di Gambellara hanno una lunga storia da raccontare. Il territorio è composto da diverse contrade, tutti lo producevano in casa per offrirlo agli ospiti. Oggi si producono vini bianchi secchi, freschi e di pronta beva. Grazie alla loro buona acidità, è possibile affinarli in legno. Inoltre l’acidità dei mosti e la resistenza delle bucce degli acini al marciume, permette di produrre vini che prevedono l’appassimento. Si produce così il Recioto di Gambellara, presente anche nella tipologia spumante, e il Vin Santo”.

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

i cocktail estivi freschi

I cocktail estivi freschi, colorati e molto allegri (4 ricette)

una vacanza in valcamonica

Una vacanza in Valcamonica in nome di cibo e cultura