Una giornata a Vicenza sulle tracce di Palladio e del baccalà
A Vicenza potete scoprire la prima archistar della storia: Andrea Palladio. Nella città il grande artista rinascimentale ha costruito palazzi, ville e un teatro che è un vero capolavoro della prospettiva.
Visitiamo Vicenza in un periodo dell’anno con meno turisti rispetto all’estate, scegliendo come guida lo scrittore e giornalista vicentino Guido Piovene. “Per me è curioso arrivare a Vicenza in veste di viaggiatore e di arista. Vi sono nato; vi ho trascorso l‟infanzia e parte della gioventù; le devo e le dovrò forse la parte migliore della mia opera. Appena entro nella città, mi riprende la meraviglia. Il Rinasciment o Italiano, specie quello più tardo, quando l‟architettura obbediva soltanto alla fantasia e al piacere, a qualche cosa di chimerico. Ma in nessun luogo, credo, come a Vicenza. Non parlo della case gotiche,
che Vicenza ha in comune con le altre città del Veneto. […] Conoscere Palladio, la Basilica, la Loggia del Capitanio, la Rotonda, il teatro Olimpico, il palazzo Chiericati e gli altri attraverso gli studi è una conoscenza imperfetta. Bisogna vederlo a Vicenza. Una piccola Roma, un‟ invenzione scenografica, sorge in un angolo del Veneto, in vista dei monti, dalla cultura svaporante e dalla vanità patrizia d‟un gruppo di signori di media potenza e di scarso peso politico“.
Più che una descrizione un atto d’amore verso una città che la prima archistar della storia, Andrea Palladio, trasformò in una città teatrale. Il grande architetto, che nacque a Padova, ma lavorò a Vicenza, ha lasciato qui un’impronta indelebile come testimoniano ben 23 monumenti inclusi nella lista dei siti Unesco, Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il centro di Vicenza: una suggestiva passeggiata

Il centro storico della città è a misura d’uomo. Può essere agevolmente percorso a piedi, passeggiando da un capo all’altro del pedonale corso Palladio. Un consiglio? Prima di iniziare la visita della città procuratevi la Vicenza Card (20 euro), che vi consente di visitare liberamente 11 siti, creandovi il vostro percorso. La nostra visita della città inizia dai tre monumenti che, secondo Famelici, meglio rappresentano Vicenza: il Teatro Olimpico (il primo teatro coperto della storia), Palazzo Chiericati e la Chiesa di Santa Corona. Una buona notizia: sono vicinissimi!
Partiamo dal Teatro Olimpico, l’opera che Andrea Palladio non riuscì a completare, lasciando il compito all’allievo Vincenzo Scamozzi. Ve lo diciamo subito: va assolutamente vista dal vivo! È la realizzazione della “fabrica mundi” di Vitruvio, ovvero la ricerca delle proporzioni eleganti e leggiadre. Sedetevi sulla gradinata di legno e immergetevi nelle emozioni suscitate dalla scenografia lignea progettata da Vincenzo Scamozzi, dal gioco e dalle illusioni delle prospettive. La sua forma circolare ricorda lo zodiaco, mentre i sette ingressi dell’auditorium e i cinque alle scene richiamano le posizioni dei segni zodiacali e dei quattro triangoli che li collegano. Le scene, che rappresentano le sette vie di Tebe, furono realizzate per la rappresentazione inaugurale dell’Edipo Re di Sofocle del 3 marzo 1585. Le strutture, interamente in legno, sono ancora oggi parte integrante del palco del teatro. Qui in primavera si svolge un interessante stagione concertistica, seguita a settembre dalla stagione lirica e a ottobre da un Festival di Opera (per ulteriori informazioni: www.teatrolimpicovicenza.it)

Dopo aver ammirato il Teatro Olimpico, ci dirigiamo verso il maestoso Palazzo Chiericati (piazza Matteotti 37/39), un edificio rinascimentale progettato nel 1550 da Palladio come residenza nobiliare per i conti Chiericati. In questo progetto il grande architetto utilizzò strutture che si avvicinano molto ai suoi progetti per le ville fuori città. Oggi ospita il Museo Civico di Vicenza e diverse mostre ed esposizioni di opere d’arte. Qui, oltre che raccontare il periodo d’oro della città, tra ’500 e ’600, si trovano esposte le opere di grandi maestri della pittura veneta del ’500: Bassano, Tintoretto e Veronese. Imperdibile, nelle tre stanze del sottotetto, il lascito del marchese Giuseppe Roi, composto da una raccolta di dipinti, disegni, fotografie e incisioni che vanno dal XV al XX secolo. Tra queste, troviamo opere di Tiepolo, Sargent, Medardo Rosso, De Pisis, Picasso e Leone Ghezzi. Il percorso espositivo attualmente aperto al pubblico comprende opere dal medioevo al barocco (per informazioni: www.museicivicivicenza.it).

Dopo aver ammirato due opere laiche è la volta di lasciarsi affascinare da un raro esempio di architettura religiosa di Andrea Palladio. Raggiungiamo, attraversando il giardino-cortile del Teatro Olimpico, la Chiesa di Santa Corona. Un monumento da visitare per ammirare l’altare maggiore in marmi intarsiati. coralli e madreperle e per due capolavori di arte sacra: Il battesimo di Cristo di Giovanni Bellini, definito da Vittorio Sgarbi un Cantico delle Creature dipinto, e l’Adorazione del Magi (1573-1574) di Paolo Veronese.
Progettata da Andrea Palladio è poi la piccola ma monumentale Cappella Valmarana. La cappella si ispira ai monumenti funerari romani e presenta analogie con la chiesa del Redentore a Venezia. L’impronta palladiana è evidente nell’articolazione dello spazio e nell’eleganza dell’edicola con timpano triangolare. Ma ora è giunto il momento di degustare la specialità di Vicenza, il baccalà alla vicentina.
Il Bacalà alla vicentina e i suoi segreti
Il nome stoccafisso deriva da stock, bastone, e visch, pesce, ovvero “pesce seccato con i bastoni”. Il termine baccalà deriva, invece, dallo spagnolo bacalao o dal latino bacculus, bastone.
Il segreto del baccalà alla vicentina? La qualità dello stoccafisso. Ma come è arrivato a Vicenza questo pesce che nuota nelle acque dei mari tra la Groenlandia, il Mar di Norvegia, il Mare del Nord e il Mare di Barents? Bisogna risalire al 1432, quando il mercante veneziano Pietro Querini, dopo un naufragio, arriva con pochi uomini del suo equipaggio sull’isola di Rost, nell’arcipelago Lofoten. Qui i superstiti assaggiano il merluzzo conservato in un modo a loro sconosciuto: mondato, salato e seccato all’aria per mesi, il pesce diventava duro come un bastone.
Per Antonio Chemello del Ristorante Palmerino di Sandrigo bisogna essere chiari: “nel vicentino il merluzzo essicato si chiama bacalà con una “c” sola. Quello che si scrive con due “c”, è il merluzzo sotto sale. Sono due cose diverse”. A tutelare la ricetta originale del baccalà alla vicentina c’è La Confraternita del Bacalà. Fondata nel 1987 a Sandrigo, in provincia di Vicenza, la “Confraternita del bacalà alla vicentina“ ne custodisce la ricetta originale, promuovendo la cultura gastronomica del territorio. Ogni anno Sandrigo celebra il bacalà alla vicentina con una grande festa molto frequentata, che dura per un paio di week end e che raccoglie i cuochi della zona che, oltre alla ricetta classica, preparano piatti a tema come i bigoli con il sugo di bacalà (per informazioni: www.festadelbaccala.com).
La ricetta originale del Bacalà alla vicentina

Bacalà alla vicentina
Ingredienti per 12 persone
1000 g Stoccafisso secco
250 g Cipolle
½ lt Olio di oliva non fruttato
3-4 Sarde sotto sale
½ Lt Latte fresco
Farina
50 g Grana grattugiato
1 Ciuffo di prezzemolo
Sale
Pepe
Procedimento
Ammollate lo stoccafisso, già ben battuto, in acqua fredda, cambiandola ogni 4 ore, per 2-3 giorni. Levate parte della pelle.
Aprite il pesce per il lungo, togliete la lisca e tutte le spine. Tagliatelo a pezzi quadrati possibilmente uguali. Affettate finemente le cipolle, rosolatele in un tegamino con un bicchiere di olio.
Aggiungete le sarde dissalate, diliscate e tagliate a pezzetti. Per ultimo, a fuoco spento, unite il prezzemolo tritato. Infarinate i vari pezzi di stoccafisso, irrorateli con il soffritto preparato, poi disponeteli uno accanto all’altro, in un tegame di cotto o di alluminio, oppure in una pirofila (sul cui fondo sarà versata qualche cucchiaiata di soffritto), ricoprite il pesce con il resto del soffritto, aggiungendo anche il latte, il grana, il sale, il pepe.
Unite l’olio fino a ricoprire tutti i pezzi, livellandoli. Cuocete a fuoco molto dolce per 4 ore e mezza circa, muovendo di tanto in tanto il recipiente senza mai mescolare. In termine vicentino questa fase si chiama “pipare”. Solo l’esperienza saprà definire l’esatta cottura dello stoccafisso, che, da esemplare ad esemplare, può differire di consistenza.
Servite ben caldo con polenta in fetta. Il baccalà alla vicentina è ottimo anche dopo un riposo di 12-14 ore.
Dove mangiare il bacalà alla vicentina?
Vi consigliamo Il Ceppo -Gastronomia e Bistrot del bacalà in Corso Palladio, 196, nel centro storico di Vicenza, nei pressi della Chiesa di Santa Croce. Si può vivere l’esperienza gastronomica sia nel plateatico esterno, che si affaccia su Corso Palladio, oppure scoprire il SotoBotega, circondati da antichi ritrovamenti della Vicenza Romana. Ottima la carta dei vini, con oltre 450 etichette. Il Ceppo è anche una bottega di eccellenze alimentari. Il bistrot è aperto solo a mezzogiorno ed è consigliato, per trovare posto, prenotare.
La meraviglia di Piazza dei Signori

Ora che vi siete rinfocillati, potete godervi l’elegante Piazza dei Signori. Il vostro sguardo ovunque si poserà, scoprirà una meraviglia. A imporsi sono la Basilica Palladiana, edificio simbolo di Vicenza, la Torre di Piazza, alta 82 metri e la Loggia del Capitaniato, che ospita la sala del Consiglio Comunale e che per questo non è aperta al pubblico. La Basilica Palladiana, che circonda il medievale Palazzo della Ragione, si impone per il suo famoso loggiato progettato da Andrea Palladio. Realizzata tra il 1549 e il 1614, prevede un loggiato con un doppio ordine di logge che crea un gioco di luci e ombre, favorito dal ripetersi dello stesso modulo architettonico. A renderla maestosa ed elegante sono i due ordini sovrapposti, dorico-toscano sotto e ionico sopra, con una struttura che utilizza la finestra serliana, composta da un arco a tutto sesto, sostenuto da colonne.

Nel 1333, sotto i portici della Basilica Palladiana, si costituì la prima corporazione di orefici della città. Così all’interno della Basilica Palladiana trova posto il Museo del Gioiello, dove, in 9 sale tematiche, sono esposti più di 400 capolavori di arte orafa. In Piazza dei Signori e nelle vie limitrofe si trovano ancora alcune botteghe storiche come l’antica gioielleria Balzarin (Piazza dei Signori 36) o il negozio-museo Cappelleria Palladio (Piazzetta Palladio, 13). E se, nel frattempo, vi è venuta fame, d’obbligo una sosta alla Pasticceria Sorarù (Piazzetta Palladio), un salottino arricchito da stucchi dorati e specchi.
Dove informarsi
Per maggiori informazioni nonché biglietterie del circuito museale rivolgersi a Consorzio Vicenza: https://www.vicenzae.org/it/chi-siamo/ufficio-iat-vicenza
Se vuoi sefuire le nostre 4 visite suggerite è disponibile una card combinata che costa 15 euro/persona e permette appunto proprio 4 ingressi. Per saperne di più: www.vicenzae.org
IAT VICENZA – Informazioni e Accoglienza Turistica
Piazza Matteotti, 12 – Vicenza tel.+39 0444 320854
Aperto tutti giorni
Per approfondire la conoscenza del Palladio:
Palazzo Thiene, Palazzo Barbarano/Palladio Museum e la Basilica Palladiana, i cui spazi visitabili variano dall’eventuale presenza nel salone di mostre temporanee.
Credit Photo: Consorzio di Promozione turistica Vicenza è e Museo del Gioiello
Monica Viani e Marco D.
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