in

In una Venezia inedita andare alla ricerca di ottimi vini

Tra vini e bacari un itinerario alla scoperta di una Venezia meno conosciuta in nome di vino, cibo e cultura. La Serenissima riscopre la passione per il suo vino con il recupero della sua tradizione.

Venezia è il solo posto al mondo dove i cavalli stanno in aria, i leoni hanno le ali e i piccioni vanno a piedi“. Nantas Salvalaggio

A Venezia si va a piedi o con il battello lungo suggestivi canali. Se hai un cuore romantico puoi scegliere anche la gondola. Noi abbiamo deciso di viverla passeggiando lentamente, per scoprire una Venezia inedita, esplorando calli e campielli, che testimoniano la magnificenza della sua storia.

Venezia è una città luminosa ma allo stesso tempo austera, una città che conosce un’unica piazza, tra le più famose al mondo, Piazza San Marco, con la Basilica di San Marco, Palazzo Ducale, il Museo Correr, il Campanile e la Torre dell’Orologio. Con piacere abbiamo scoperto che percorrerla a piedi è forse il modo migliore per scorgere ogni angolo, ogni piccolo particolare che rende la città veneta unica al mondo. Una scelta che deve mettere in conto la possibilità di perdersi per poi ritrovarsi, quasi per incanto, in un luogo inaspettato, sempre meraviglioso. Il nostro flâneur inizia nel Ghetto di Venezia, il quartiere ebraico più antico al mondo. Ma prima di iniziare il nostro viaggio alla scoperta di una Venezia inedita, prima di svelarti luoghi e palazzi, calli e canali, cerchiamo di spiegarti il segreto del fascino della città più amata al mondo.

L’altra Venezia, la signora dell’acqua

Ci aiuta a comprendere il mistero del suo fascino Marco Molin. guida presso il Centro Studi Torcellani, e lo fa ricordando il celebre distico del poeta veneziano Mario Stefani : “Se Venezia non avesse il ponte, l’Europa sarebbe un’isola”. Nessun dubbio: chi è nato nella Serenissima si sente superiore rispetto al resto del mondo. Venezia, divisa in sei sestieri, è un arcipelago di 118 isole collegate da oltre 400 ponti. 

Il Canal Grande, detto anche Canalazzo, divide il territorio della laguna in due parti, dando alla città la sua tipica forma a S rovesciata. La posizione e il suo sistema di navigazione sono stati importantissimi per la città veneta. Ad assicurarle la sua ricchezza è stata proprio la frequenza e la regolarità dei trasporti marittimi. Una ricchezza che le ha permesso di sentirsi potente come lo era stata nell’antichità solo Roma.

Il Ghetto Ebraico, le storia di una Venezia inedita

venezia inedita ghetto ebraico

Il quartiere ebraico, la Giudecca, come nel passato erano definiti i luoghi dove erano obbligati a risiedere gli ebrei, si trova nel sestiere Cannareggio ed è suddiviso in 3 parti principali: il gheto vecio, il gheto novo e il gheto novissimo, un dedalo di calli e sotoporteghi.

Ecco come fu istituito:
Per ordine del doge Leonardo Loredan, li giudei entro tre giorni debbono abitare uniti in corte le casa, situate nel tratto di terreno detto San Gerolamo detto Getto, sede delle pubbliche fonderie. Ed acciocché non vadano tutta la notte intorno, sian fatte due porte: debbano essere aperte la mattina alla Marangona e la sera serrate alle ore ventiquattro, con quattro custodi cristiani a ciò deputati e pagati da loro giudei al prezzo che parerà opportuno al collegio nostro. Così il senato di Venezia approva nel giorno 29 marzo 1516.

Gli ebrei che vi risiedevano erano tanti, come testimoniano le case piccole e frazionate, che con il tempo si sono alzate fino ad arrivare addirittura a 8-9 piani. Con il periodo Napoleonico gli ebrei non furono più costretti a risiedere alla Giudecca. A seguito dell’emanazione delle Leggi Razziali, in tanti scapparono in Svizzera o in America, ma molti non tornarono più dai campi di concentramento.

Fondamenta Misericordia, ovvero l’incontro tra Occidente ed Oriente

venezia inedita famelici

Dal Quartiere Ebraico giungiamo nella parte settentrionale del sestiere di Cannaregio, dove si trovano due dei più bei campi veneziani, quello della Madonna dell’Orto, dove nell’omonima chiesa è sepolto il Tintoretto, e quello dell’Abbazia. La Madonna dell’Orto è un bell’esempio di Gotico Fiorito Veneziano, uno stile fantasioso, luminoso e sinuoso.

Ed è proprio qui che si capisce il ruolo di Venezia nell’incontro tra la cultura dell’Occidente e dell’Oriente. Nel 1488 nasce l’Arte dei Tessitori, che trova una grande espressione nella Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia. Venezia diventa il regno del broccato e piano piano acquisisce il monopolio dei tessuti e dei merletti. Non solo tessuti, Venezia divenne un importante snodo anche per la commercializzazione del baccalà.

Una chicca imperdibile, poco conosciuta dai veneziani stessi, è la Chiesa dei Servi di Maria. Un tempo è stato un maestoso edificio gotico nel cui convento abitò anche il celebre teologo Paolo Sarpi. Distrutto nel 1813, di questo straordinario complesso rimane oggi molto poco, tra cui la cappella del Volto Santo.

I Bacari, perché nessuno rinuncia ad “un’ombra”

venezia inedita piatti

A Venezia i bacari sono i locali tipici dell’aperitivo, delle piccole osterie, frequentate per bere “un’ombra” (un bicchiere) in compagnia. Il termine bacaro rimanda alle mescite ambulanti che seguivano l’ombra del campanile di San Marco per mantenere il vino al fresco. I veneziani usano spesso anche l’espressione cicchettare, ovvero mangiare spilucchiando per ricordarti che è l’ora del bacaro.

Noi abbiamo degustato ottimi piatti e buon vino presso l’Osteria Al Mariner. La degustazione dei vini suggerito ha rivelato tutto il legame tra vino – territorio – cucina locale. Cosa abbiamo mangiato? Baccalà mantecato, polenta, sarde in saor.

Osteria Al Mariner

OSTERIA AL MARINER
Fondamenta degli Ormesini 2679 (Sestiere Cannaregio) Venezia – Tel. 041 720036

La storia del vino, ovvero una Venezia inedita

vigneti venezia

Nel territorio veneziano il vino era conosciuto fin dal tempo dei Romani. L’arrivo dei Barbari fece perdere la sua produzione. Per il suo ritorno occorre aspettare i vescovi concordiesi che nel 300 fecero costruire l’Abbazia di Summaga, affidata poi ai monaci benedettini. Finalmente si tornò a coltivare frumento e vite.
Solo con la Repubblica di Venezia nasce una vitivinicoltura definita “aristocratica”, che consentì ai contadini di acquisire nuove tecniche a beneficio del vino e della sua longevità. I nobili proseguirono l’attività dei monaci con un tocco di raffinatezza. Nelle pianure di Treviso e di Venezia si estendevano i “vigneti dei Dogi” che producevano i vini della Serenissima.

I veneziani, abili commercianti, esportarono il loro vino facendolo conoscere oltreconfine. La caduta della Serenissima inferse un duro colpo alla produzione enologica. Per una ripresa bisognerà aspettare la fine della Grande Guerra.

Il Consorzio Vini Venezia nasce nel 2011 con importanti obiettivi, tra cui recuperare il valore di quelle antiche tradizioni, restituirlo alla sua storia e tutelarlo per consegnarlo in eredità alle generazioni future. Un valore aggiunto che premia secoli di storia veneziana e che aggiunge prestigio a questa splendida città.

Fameliche curiosità: il Ponte dei Pugni e la storia dei ponti di Venezia

ponte pugni venezia

Nel sestiere Dorsoduro si trova il Ponte dei Pugni, nei pressi della Chiesa di San Barnaba. Qui si sono svolte le più epiche risse della storia veneziana. Su questo ponte le fazioni rivali avevano il permesso ufficiale di fronteggiarsi. All’epoca il ponte non aveva ringhiere e le “bande” puntavano a far cadere nel canale più rivali possibili.

In realtà la mancanza di ringhiere sui ponti era stata scelta per agevolare il trasporto delle merci. Le spalliere nascono nel 1600, mentre le strutture in ferro arriveranno solo nell’800 con gli Austriaci.

Termina la prima giornata del nostro tour alla scoperta di una Venezia inedita in nome di vino, cibo e cultura. In un prossimo post ti racconteremo la nostra avventura a Torcello e la sua originale storia. Stay tuned!

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

Cala di Petra Ruja

Al mare e sotto le stelle: spiagge della Gallura dove mangiare

I colori nell'olio ligure DOP e la sua cultura

I colori nell’olio ligure DOP