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Teatro Menotti: Stria, ovvero il coraggio di rivendicare giustizia

“Un patto con il diavolo? Ma io non so neanche scrivere il mio nome”.

Stria inizia con le parole sofferenti di Rusina, una contadina del varesotto, condannata al rogo dalla Santa Inquisizione. L’opera di Claudia Donadoni, in scena al Teatro Menotti di Milano, racconta un fatto realmente accaduto.

Stria tra ricerca di giustizia e coraggio

Rusina, porta con sé i segni di una vita cresciuta tra cultura popolare, superstizioni, timore e rivolta contro un Dio che appare spesso incomprensibile. La sua vita è sconvolta dall’essere testimone della brutale violenza di un uomo abituato a stuprare donne. Le sue compagne decidono di vendicarsi e di servirsi dell’innocente ragazza rossa di capelli. La giovane porterà a termine la vendetta, ma il prezzo che dovrà pagare sarà quello di essere immolata sul rogo. Scopre di vivere in un mondo dove sembra impossibile evadere dalla violenza. Come ricorda l’autrice-attrice, al termine dello spettacolo, “occorre ricordare, testimoniare ciò che è avvenuto per impedire che riaccada”.

Stria, ovvero quando la violenza è fisica, psicologica e culturale

Dalla Santa Inquisizione ad oggi spesso le donne sono state accusate di essere “streghe” e dunque condannate, spesso abusate. Il pregiudizio è difficile da estirpare, la possibilità che possa esistere una cultura diversa dalla tua è ripudiato con l’utilizzo della violenza. Rusina non è ascoltata, non le si dà la possibilità di spiegare chi è, le cose in cui crede, le motivazioni che l’hanno spinta a un gesto che voleva riportare giustizia. Gli uomini, anche quelli di Chiesa, hanno un solo linguaggio: la violenza. Stria è un’opera vera, reale. Recitata in dialetto, racconta la vera storia di Rusina, di una contadina che viene condannata senza comprenderne i motivi. Di fronte a una condanna inappellabile, è terrorizzata, ma cerca fino alla fine di capire le motivazioni che l’hanno portata al rogo e perché Cosima sia stata straziata senza che le sia stata resa giustizia.

Stria, quando il teatro non dà risposte ma genera domande

Protagonista della scena, oltre Rusina, interpretata magistralmente da Claudia Donadoni, è la musica, curata dal maestro Giovanni Bataloni. Crea quell’atmosfera che riporta il teatro alla sua grande forza: mai darti risposte, ma sconvolgerti ponendoti domande a cui senti il dovere di dare risposte ricche di significato.

Sarà anche per questo che Stria è uno spettacolo pienamente riuscito, da proporre soprattutto a un pubblico giovane.

Spettacolo selezionato per il Festival di Teatro Italiano – New York maggio 2018

Drammaturgia e interpretazione: Claudia Donadoni

Musiche originali eseguite dal vivo: Giovanni Bataloni
Costumi: Francesca Piotti
Scenografia e disegno luci: Massimo Barili
Supervisione progetto teatrale: Marco Baliani
Consulenza storico-filosofica: Fabio Minazzi
Consulenza lingua matris: Luisa Oprandi
Voci delle donne: Enrica Ferrari, Cristina Riva, Tersina Bollini

Dove
TEATRO MENOTTI
Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 02 36592544 – biglietteria@tieffeteatro.it
Quando
dal 27/04/2018 al 28/04/2018

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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