Dopo aver avvicinato il mistero della Villa Durazzo Pallavicini e del suo parco, non potrete più visitare un giardino con occhi innocenti. Né di giorno, né di notte. Nemmeno un giardino all’inglese, dove il disordine è molte volte solo apparente.
E la prossima volta che vedrete un obelisco, una forma ovale, un edificio tetragono o una statua che sembra indicare un punto nel vuoto, saprete quasi istintivamente che c’è un messaggio più profondo. Che state guardando un’architettura cifrata e siete davanti a un codice di simboli che vi rimanda al Grande Architetto dell’Universo – Dio. Quella che vi proponiamo è una meta spirituale. Molto diversa dalle precedenti.
Un giardino a più livelli. Di lettura.
C’erano un nobile e un creativo, negli anni del Risorgimento. E c’era un progetto grandioso. Realizzato dal marchese Ignazio Alessandro Pallavicino e dallo scenografo Michele Canzio, inaugurato nel 1846 e giunto a noi in un’alternanza di declino e grandezza, il giardino della Villa Durazzo Pallavicini di Genova-Pegli, si può godere a più livelli di lettura. Almeno tre.
1. Come un luogo delizioso, dove passeggiare tra piante, fiori, laghetti, grotte, torrentelli e costruzioni bizzarre. Una bellezza estesa per 8 ettari su una collina. Un camelieto unico al mondo. Già, ma perché su una collina scoscesa e non su un luogo più pianeggiante, davanti al mare? Per una sfida sapienziale.
2. Come un’opera teatrale edificante e di stampo didascalico, scandita in scene e atti più un antefatto e un esodo. Il suo messaggio? La trasformazione interiore del visitatore, che dalla frenesia della città si addentra nella Natura (le maiuscole sono volute!), per riflettere sulla Storia con la gloria che splende e che passa, per poi trovare, consapevole del valore della Memoria, un’anticipazione del Futuro: un Paradiso terrestre dedicato alla dea Flora, rallegrato da giochi d’acqua.
3. Come un percorso esoterico. Impegnativo. Ed è questa lettura per pochi eletti la più affascinante. Chi se ne è accorto è Silvana Ghigino, architetto paesaggista, che negli ultimi 30 anni con il collega e marito Fabio Calvi ha studiato, restaurato, decifrato i riferimenti alla cultura massonica e ancora ristudiato il giardino, che dirige e custodisce come un tesoro. È lei l’ideatrice e la guida delle visite esoteriche notturne, che durano fino all’alba.
Il giardino, luogo di trasformazione e conoscenza di sé
Quante cose è un giardino? Il luogo del patto stretto tra la natura e l’uomo.
Un godimento personale e un’opera da condividere.
Uno strumento per sopravvivere alla vita moderna.
Un luogo reale e mistico, di trasformazione filosofica in corso, di conoscenza di sé – “Nosce te ipsum” è uno dei motti supremi della Massoneria che, attingendo a un patrimonio culturale vecchio di secoli, fiorì in Inghilterra nel 700 per poi diffondersi internazionalmente nel secolo successivo.
La Massoneria, leggiamo “… è un sodalizio iniziatico… un sistema filosofico-esoterico strutturato da rigidi precetti morali, velato da allegorie e illustrato da simboli. Il suo scopo principale è il perfezionamento morale dei suoi membri e, attraverso di loro, dell’umanità intera. L’obiettivo finale è indirizzare l’umanità verso la perfezione di Dio.” (Stolper 1984)
Dunque un giardino è il luogo perfetto per nascondere un messaggio pur lasciandolo sotto gli occhi di tutti. Formando un dialogo silenzioso di segni segreti. Ma evidentissimi agli iniziati.
Quando seguirete, se lo farete, una visita esoterica alla villa genovese in compagnia di Silvana Ghigino, vi accorgerete che nessuna prospettiva è per caso. Che ci sono geometrie annidate di ovali, cubi, triangoli. Che il pavimento a scacchiera della terrazza è un equivalente dello yin-yang. Che ogni varco, a partire dal primo, corrisponde a una domanda collegata a un grado della gerarchia massonica. Che il pennone in cima al Castello è una sorta di antenna Cielo-Terra. Che l’obelisco sembra difettoso, con un angolo in acqua, ma è per poter riflettere perfettamente il suo doppio. Che una rosa non è solo una rosa. Che il giardino di Flora è un uovo filosofale aperto allo spazio infinito…
Finito il percorso, in qualche modo, non sarete più gli stessi.
Quando visitare Villa Durazzo Pallavicini?
Il Parco e la Villa sono attivi tutto l’anno con un calendario di eventi e orari sempre aggiornato sul sito. Guardate cosa potreste fare a Ferragosto e a Capodanno!
Secondo la stagione, è possibile assistere a concerti, visitare installazioni, partecipare a giochi d’acqua, organizzare giornate tematiche per le scuole, percorsi facilitati per disabili, visite in lingue straniere e con il linguaggio dei segni.
Per saperne di più:
www.villadurazzopallavicini.it
[Immagini: iPhone di Daniela; courtesy of Villa Durazzo Pallavicini – ph Gaia Peverati, Giorgio Tonoli, Silvana Ghigino]
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