in

Gli influencer e la metafora della patatina fritta

“Nella padella l’olio è sparso piano, liscio, insonoro (appena un po’ di vapore): una specie di materia prima. Gettatevi un pezzo di patata: è come un’esca lanciata ad animali che dormono con un occhio solo, ma in realtà stanno in agguato: tutti si precipitano, circondano, attaccano rumorosamente, è un banchetto vorace. Il pezzetto di patata è accerchiata: non distrutta, ma indurita, rosolata, caramellata; diventa un oggetto: una patata fritta”.

Roland Barthes descrive come si friggono le patate per raccontarci come nella cultura occidentale spesso gli individui diventino “vittima” dell’Immagine costruita in funzione di ottenere il plauso degli altri. Purtroppo nessuno di noi può evitare di rapportarsi con l’immagine sociale, ancora di più oggi che viviamo nel magico mondo virtuale. Quanti soffrono per sostenere quella figura pubblica che non corrisponde alla propria natura? Insomma l’Immagine è come una patata fritta, costretta a dovere rispondere a mille pressioni, a dovere cambiare la propria essenza rapidamente in base alle sollecitazioni del momento. Una metafora che rimanda subito ad un’altra: quella inerente al mondo animale. La patata diventa l’esca che risveglia gli istinti primordiali che sonnecchiano. La conquista di un interessamento degli altri- e dunque l’acquisizione di un significato – comporta un grande sacrificio doloroso: modificare la propria essenza. É una trasformazione dolente, senza possibilità di ritorno. L’immagine sociale modifica  inesorabilmente la percezione di sé. La trasforma in “visione” non sempre corrispondente a ciò che si è, avviando molti individui alla lenta ma inesorabile costruzione di quelle sbarre di una prigione da cui è difficile poi evadere.

L’insostenibile leggerezza della tempura

E in Giappone? La frittura più conosciuta è la tempura. A differenza di quella occidentale, essa è leggera, trasparente, delicata, fragile, non conosce aggressività o pesantezza. Gli influencer e la metafora della patatina frittaLa pastella non ricopre, lascia trasparire il cibo che delicatamente avvolge. Per dare croccantezza e leggerezza è indispensabile che ci sia una forte differenza fra la temperatura della pastella e quella dell’olio per friggere. Tutto ciò consente agli alimenti di cuocersi senza assorbire grassi, mantenendo la freschezza. Se la frittura è pesante, la tempura è leggera. In occidente si nasconde, in oriente si esalta ciò che si lascia intravedere. Così la nostra tradizione prevede il più delle volte la separazione della sala dalla cucina, al contrario di ciò che accade in oriente dove la preparazione del piatto è spettacolo, gesto artistico da condividere. Ogni proposta è unica ed è il risultato dell’interazione tra la personalità del cuoco e il rispetto della materia prima.

E gli influencer: patatine fritte o tempura?

Non si può generalizzare. C’è chi è:

  • un vero punto di riferimento, capace di informare, di esprimere un giudizio originale, di dare utili consigli
  • chi lo fa perché è una nuova professione in grado di sostituire la pubblicità
  • chi lo fa per colmare un vuoto individuale per cui esiste solo in funzione dei Like ottenuti
  • chi lo fa perché naviga nel vuoto per cui si costruisce un network di persone che in modo compulsivo ed autoreferenziale decreta il successo di entrambi.

Talvolta il mondo degli influencer mi ricorda il celebre refrain delle favole: “specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. L’importante, come sempre, è saper scegliere!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

orti in store

Il settore Food Tech muta lo skyline dell’agroalimentare

appuntamento all'interno di "Gola Gola Festival" a Parma: "Next Generation Chef",

“Next Generation Chef”, un modo nuovo di parlare di cibo