Un nuovo appuntamento: istantanee #foodcultural di colazioni in Italia e nel mondo.
La colazione pasquale umbra non è una prima colazione. In realtà, è una seconda (senza essere il pranzo). Infatti la prima, quella colazione fatta appena svegli, è frugale. Poi si va a messa per i riti pasquali. Ed è al ritorno da questi che si apparecchia e si consuma una colazione rinforzata, dopo. Dolce e salata. Benedetta e desiderata. Tradizionale e tipica umbra, ma carica di simboli più universali – della Passione, della Resurrezione, dei luoghi e della stagione.
A tavola ci sono, variabilmente:
Capocollo, che a seconda della zone si chiama anche scammarita o scalmarita.
Salame nostrano.
I salumi sono un sapido reincontro con la carne, dopo l’astinenza della Quaresima. Ma la carne richiama la Passione e riporta anche al sacrificio.
Frittata di asparagi, ortaggio di primavera – verde tenue, come la natura che si risveglia.
Uova sode. L’uovo, oggetto perfetto e simbolo della Resurrezione per eccellenza. Immancabile, ma anche strumento di una disfida a colpi di guscio. Ci si scontra tra amici e parenti e il trofeo sono le uova rotte degli avversari che ci si porta a casa per condividerle in famiglia.
Pane fatto in casa, primario alimento, simbolo di Gesù come pane di vita.
Torta pasquale, salata, al formaggio e di salumi, tipica della zona di Terni e nota con altri nomi – crescia, per esempio – in altre aree regionali.
E dolci! Torta dolce, speziata e punteggiata di canditi, e la Ciaramicola, una ciambella attorcigliata, imbevuta di Alchermes, ricoperta di glassa bianca e di confettini multicolore. Rosso e bianco, i colori dell’Alchermes e dela meringa, sono anche gli stessi della città di Perugia.
Molte di queste specialità umbre, anzi tutte, si trovano non solo a Pasqua ma tutto l’anno nelle belle città e nei borghi di questa regione di cammini, di arte, di musica, di paesaggi incomparabili.
Da programmare, un viaggio in Umbria.
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