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Cinema e cucina: ispirazioni dal film “Sostiene Pereira”

Trasporre in film un libro come “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi non è facile. Lo scrittore ha uno stile essenziale, ma allo stesso tempo complesso per l’abbondanza di particolari che servono a definire la figura di un personaggio che oscilla sempre tra realtà e costruzione di un mondo di fantasia. É un film civile, dove si descrive il doloroso percorso che Pereira compie per acquisire la presa di coscienza politica ed esistenziale del valore del futuro. Il film, come il libro, descrive un uomo, agli inizi, sordo alla brutalità della dittatura, incapace di prendere decisioni, legato al passato e si conclude con un uomo capace di portare un attacco al potere e di riconquistare la voglia di vivere appieno.

Cinema e cucina: quando il cibo aiuta a definire il carattere di un personaggio

tabucchi sostiene pereira

Un suggerimento: riguardiamo il film, cerchiamo i riferimenti alla cucina e interroghiamoci sui motivi per cui in diverse opere cinematografiche il cibo serve a intessere la trama, assumendo un ruolo discreto ma importante. Ecco una piccola guida per rivedere il film assaporandone anche gli aspetti della cucina. Una raccomandazione: lasciarsi andare alle emozioni e ai sogni che possono trasformarsi in realtà.

L’ossessione della morte

Per Pereira, giornalista, vedovo e cardiopatico, il presente divide la scena con un futuro che è sinonimo di morte. Leggendo un articolo dedicato alla morte pubblicato su una rivista d’avanguardia cattolica, Pereira decide di chiamare l’autore, Francesco Monteiro Rossi, per offrirgli un posto in redazione. É l’inizio del percorso di metamorfosi di Pereira.
L’idea da copiare: riscoprire la limonata, una bevanda dissetante che ci può aiutare a riconciliare passato e presente per aprirci al futuro!

Per Pereira, giornalista, vedovo e cardiopatico, il presente divide la scena con un futuro che è sinonimo di morte“Sostiene che ci pensò due volte a fare la domanda che si era preparato per tutta la sera, ma alla fine si decise, e prima ordinò una bibita al giovane cameriere in camicia verde che li serviva. Mi scusi, disse a Monteiro Rossi, ma io non bevo alcolici, bevo solo limonate, prendo una limonata. E sorseggiando la sua limonata chiese a bassa voce, come se qualcuno potesse udirlo e censurarlo: ma a lei, scusi, ecco, vorrei chiedere questo, a lei interessa la morte?”

La vita di Pereira: la mancanza di colori

La moglie di Pereira è morta da alcuni anni, ma il ricordo di lei non abbandona mai il giornalista. A causa della sua solitudine, Pereira rimane legato al passato, negando il futuro. Così parla spesso con il ritratto della sposa. Cercare Monteiro Rossi significa fare entrare un pò di colori nella sua vita grigia. Il giovane diventa quel figlio che Pereira non ha mai avuto e che avrebbe voluto.

Cercare Monteiro Rossi significa fare entrare un pò di colori nella sua vita grigia. Il giovane diventa quel figlio che Pereira non ha mai avuto e che avrebbe voluto“L’indomani mattina, quando Pereira si alzò, sostiene, trovò una frittata al formaggio fra due fette di pane. Erano le dieci, e la donna delle pulizie veniva alle otto. Evidentemente gliela aveva preparata perché la portasse in redazione per l’ora di pranzo, la Piedade conosceva benissimo i suoi gusti, e Pereira adorava la frittata al formaggio. Bevve una tazza di caffè, fece un bagno, indossò la giacca ma decise di non mettere la cravatta. Però se la mise in tasca. Prima di uscire si fermò davanti al ritratto di sua moglie e gli disse: ho trovato un ragazzo che si chiama Monteiro Rossi e ho deciso di assumerlo come collaboratore esterno per fargli fare i necrologi anticipati, credevo che fosse molto sveglio, invece mi pare un po’ imbambolato, potrebbe avere l’età di nostro figlio, se avessimo avuto un figlio, mi assomiglia un po’, gli cade una ciocca di capelli sulla fronte, ti ricordi quando anche a me cadeva una ciocca di capelli sulla fronte?”

Il cibo come cattura-confessioni

Sedersi ad un tavolo può diventare un momento di confessione e per Pereira anche l’inizio della scoperta di ciò che accade intorno a lui, dell’insopportabilità della censura.

Sedersi ad un tavolo può diventare un momento di confessione e per Pereira anche l’inizio della scoperta di ciò che accade intorno a lui, dell’insopportabilità della censura.
“I letterati sono tutti in ferie, disse per rompere il silenzio, forse sono in vacanza, chi al mare e chi in campagna, in città siamo restati solo noi. Forse stanno semplicemente in casa loro, rispose Monteiro Rossi, non devono avere molta voglia di andare in giro, con i tempi che corrono. Pereira sentì una certa malinconia, sostiene, pensando a quella frase. Capì che erano soli, che non c’era nessuno in giro col quale potessero condividere la loro angustia, nel ristorante c’erano due signore con il cappellino e quattro uomini dall’aria sinistra in un canto. Pereira scelse un tavolo isolato, si sistemò il tovagliolo nel colletto della camicia, come faceva sempre, e ordinò del vino bianco. Ho voglia di prendere un aperitivo, spiegò a Monteiro Rossi, di solito non bevo alcolici, ma ora ho bisogno di un aperitivo. Monteiro Rossi ordinò una birra alla spina e Pereira gli chiese se non gli piacesse il vino bianco. Preferisco la birra, rispose Monteiro Rossi, è più fresca e più leggera, e poi di vini non me ne intendo. Peccato, sussurrò Pereira, se vuole diventare ” un buon critico deve raffinare i suoi gusti, deve coltivarsi, deve imparare a conoscere i vini, i cibi, il mondo. E poi aggiunse: e la letteratura. E a quel punto Monteiro Rossi bisbigliò: avrei una cosa da confessarle ma non ho il coraggio. Me la dica pure, disse Pereira, farò finta di non avere capito. Più tardi, disse Monteiro Rossi.”

L’insorgere della consapevolezza politica

Pereira conserva le sue abitudini alimentari, ma il suo pensiero comincia ad aprirsi al mondo. La passione per la politica comincia ad affacciarsi.

Pereira conserva le sue abitudini alimentari, ma il suo pensiero comincia ad aprirsi al mondo. La passione per la politica comincia ad affacciarsi. “Silva gli domandò se voleva un bicchiere di vino bianco e lui fece cenno di no con la testa. Chiamò il cameriere e ordinò una limonata. Il vino non mi fa bene, spiegò, me lo ha detto il cardiologo. Silva ordinò una trota con le mandorle e Pereira un filetto di carne alla Strogonoff, con un uovo m camicia sopra. Cominciarono a mangiare in silenzio, poi, a un certo punto, Pereira chiese a Silva cosa ne pensava di tutto questo. Tutto questo cosa?, chiese Silva. Tutto, disse Pereira, quello che sta succedendo in Europa. Oh, non ti preoccupare, replicò Silva, qui non siamo in Europa, siamo in Portogallo. Pereira sostiene di avere insistito: sì, aggiunse, ma tu leggi i giornali e ascolti la radio, lo sai cosa sta succedendo in Germania e in Italia, sono fanatici, vogliono mettere il mondo a ferro e fuoco. Non ti preoccupare, rispose Silva, sono lontani. D’accordo, riprese Pereira, ma la Spagna non è lontana, è a due passi, e tu sai cosa succede in Spagna, è una carneficina, eppure c’era un governo costituzionale, tutto per colpa di un generale bigotto. Anche la Spagna è lontana, disse Silva, noi siamo in Portogallo”.

La scoperta di un nuovo modo d’intendere la vita

Il dottor Cardoso distrugge le abitudini alimentari di Pereira e nello stesso tempo lo invita a riflettere sulla possibilità di assumere un diverso atteggiamento nei confronti della vita. Prende sempre più piede nell’anziano giornalista l’idea che l’unità del soggetto è un’illusione, in noi trovano soggiorno una pluralità di “sé”. La personalità è una confederazione di diverse anime, che è controllata da un “io” egemone che assume la guida fino a quando un altro “io” più potente prende il suo posto.

Sostiene Pereira: cinema e cucina“Cominciamo dalle sue abitudini alimentari, chiese, quali sono? La mattina prendo il caffè, rispose Pereira, e poi faccio un pranzo e una cena, come tutti, è molto semplice. E cosa mangia di solito, chiese il dottor Cardoso, voglio dire, che tipo di alimentazione mantiene? Frittate, avrebbe voluto rispondere Pereira, mangio praticamente solo frittate, perché la mia portiera mi prepara pane e frittata e perché al Café Orquidea servono solo omelettes alle erbe aromatiche. Ma provò vergogna e rispose diversamente. Alimentazione variata, disse, pesce, carne, verdura, sono abbastanza parco nel cibo e mi nutro in maniera razionale. E la sua pinguedine quando ha cominciato a manifestarsi?, chiese il dottor Cardoso. Alcuni anni fa, rispose Pereira, dopo la morte di mia moglie. E in quanto a dolci, chiese il dottor Cardoso, mangia molti dolci? Mai, rispose Pereira, non mi piacciono, bevo solo limonate. Limonate come?, chiese il dottor Cardoso. Spremute naturali di limone, disse Pereira, mi piacciono, mi rinfrescano e ho l’impressione che mi facciano bene all’intestino, perché ho spesso gli intestini in disordine. Quante al giorno?, chiese il dottor Cardoso. Pereira ci pensò un attimo. Dipende dai giorni, rispose, ora in estate, per esempio, una decina. Dieci limonate al giorno!, esclamò il dottor Cardoso, dottor Pereira, mi sembra una pazzia, e mi dica, ci mette zucchero? Le riempio di zucchero, disse Pereira, metà bicchiere di limonata e metà di zucchero. Il dottor Cardoso sputò il filo d’erba che teneva in bocca, fece un gesto perentorio con la mano e sentenziò: da oggi è finita con le limonate, le sostituiamo con acqua minerale, meglio se non gassata, ma se preferisce acqua gassata va bene ugualmente”.

L’idea in più: e se prendessimo spunto dalle parole del Dottor Cardoso per chiederci se il nostro regime alimentare è corretto? E se questo ci portasse a riflettere sui nostri valori? Li confermiamo o li cambiamo?

Cinema e cucina: noi vi abbiamo suggerito un modo diverso di vedere un film, proponendovi alcune scene del film con un breve commento. Perché non proseguite voi?

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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