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Futuro. Nuovi modi di essere, nuove ricette…

Futuro. Nuovi modi di essere e (con o senza robot) nuove ricette di vita. Per prima cosa non si deve più pronunciare la parola innovazione! Perchè, grazie ai meccanismi messi in moto dalla “era della conoscenza condivisa”, ogni istante della nostra vita è foriero, simultaneamente e in posti diversi del pianeta, di novità che cambiano, poco o tanto, il nostro modo di vivere, con-ti-nua-men-te. Quindi la vità è diventata tutta un’innovazione. Come iniziare allora se non da due fotografi che hanno abbracciato FuturoInstagram non solo come medium ma anche come ‘modo di essere’? Inez & Vinoodh è una copia di fotografi olandesi che usano Instagram come un magazine a due vie, quindi un magazine che vive di emozioni e continui aggiornamenti in una modalità di liquidità permanente: insomma un sapiente mix di effimero, stile life e nuove visioni. Qui trovate una loro fotografia titolata “quando una crêpes diventa immagine”. Siamo partiti dalla liquidità e passiamo all’alchimia:  il vestito “Alchemy of light” (nella foto), di Iris van Herpen (una interactive designer) che, attraverso sei complesse fasi computerizzate, crea un abito fatto di gocce di plessiglass, segue il fil rouge di un futuro avveniristico versione tech.

Il World Wide Web ci ha portato dritti dritti al World Wide Food

É tutto iniziato nel 1993 con il varo del World Wide Web e lo start ufficiale dell’era della condivisione che appariva inaspettatamente a ribaltare tutti i punti fermi della nostra civiltà (come tutte le vere grandi innovazioni epocali). Quando si innesta decisi la marcia della condivisione in un mondo iper-connesso 24/24 non si sa dove si arriva (ma si sentono, con estrema chiarezza, le scosse e i fremiti della nostra navicella lanciata a forte – qualche volta folle – velocità). Allora atterriamo nel mondo di Internet of things, proprio quel mondo iper-connesso di cui ho accennato sopra: si è iniziato con la connessione tra persone poi tra cose e cose, ed ora viviamo galleggiando in una rete fittissima che collega cose a cose e cose a persone (per esempio il nostro frigorifero dialoga con il supermercato e ordina quello che manca, lo specchio del nostro bagno è anche lo schermo del buon mattino per vedere la nostra posta o i nostri amici in Facebook, i termosifoni si autoregoleranno grazie alla connessione con un servizio di previsioni del tempo e non vi sto a dire che cosa si può fare con un device al polso). Per quanto ci riguarda, il World Wide Web ci ha portato dritti dritti al World Wide Food, un mondo che deve connettere per prima cosa tradizione, conoscenza ed empatia e poi le tecnologie, in un mix (per il Bel Paese) che potrebbe essere una vera e propria marcia trionfale. Nei prossimi vent’anni avremo 2 miliardi di persone in più sul nostro pianeta (‘fine del mondo’ permettendo): avete idea di quanti prodotti di qualità avranno voglia di assaggiare?

Benvenuti nel futuro perenne!

Vuol dire che, anche in cucina, la robotica, la manifattura 4.0, la condivisione 2.0 (super veloce grazie alla quinta generazione di internet 5G) muterà il nostro modo di vivere e lavorare? Certamente sì, ma è comunque evidente che stiamo parlando di un settore ad alto potenziale umano, cioè creativo, cioè tanto elastico e magico che le macchine difficilmente potranno sostituirci (collaborare invece sì). E questo, invece, accadrà a velocità iperbolica, dove ci sono mansioni ripetitive o ‘sistematizzabili’: quindi con la rete 5G si arriverà a navigare velocissimi e questo permetterà alle automobili di andare senza conduttore, ai pannelli solari di farci diventare piccoli produttori di energia, ai robot collegati con tutti i sensori del nostro quotidiano (dal gas alla saracinesca del garage sino ai semafori ed ai forni di panificazione) di essere più veloci e precisi.

I robot in cucina inventeranno nuove ricette…

Tutto qui, dunque, è la fine? I robot vincono  6 – 0, 6 – 0 e ci danno il ‘cappotto’? Per nulla, sentite cosa penso al riguardo: quella con l’intelligenza artificiale è una sfida eccezionale, fantastica, senza confronti. Abbiamo (NOI umani, ricordiamocelo) creato intelligenze artificiali e automi a nostra somiglianza che sanno perfettamente riprodurre tutto quello che è riproducibile, appunto. La sfida vera è che la routine sarà sempre più a loro appannaggio, a noi resta la vita creativa: Dio permettendo, potremo impostare una nuova modalità di vita, unicamente in mano, attimo per attimo, alla nostra parte creativa… Non è stupendo?

Oppure siete così depressi che credete veramente che una intelligenza artificiale possa trasformarsi, per esempio, in un Van Gogh qualunque che sappia, dopo una lite con Gauguin, cambiare la storia della pittura? Veramente ci credete? Daaaaaaa :-).

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Written by Fabrizio Bellavista

Innovazione e città intelligenti sono i settori di mio interesse e mi troverete attivo nelle sezioni FUTURE e MILANO.

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