“Cibo è Cultura”, ripetiamo noi Famelici come un mantra.
Ma in qualche modo anche “Cibo è Paura”.
“Può la paura fare rima con il cibo?” con questa domanda Annalisa Andreini, foodblogger e scrittrice enogastronomica, approccia il tema in un breve saggio contenuto del volume “Le vie della paura” realizzato a più voci dal Gruppo Antropologico Cremasco, un excursus tra varie forme di questa emozione primordiale.
Il cibo fa paura?
Quale paura, quale cibo? Un aspetto è la questione della sicurezza alimentare – la provenienza degli alimenti, il modo in cui sono trattati, le verità delle etichette, gli inganni del mercato, le “leggende metropolitane” (sì, insomma quelle che adesso chiamiamo “fake news”). Sappiamo cosa mangiamo veramente? La non-conoscenza genera paura.
Un altro aspetto è la natura delle impressioni rispetto a ciò che mangiamo, la riscoperta dei sensi, l’iter di conoscenza e accettazione ed esperienza del cibo, che poi è conoscenza, accettazione ed esperienza di noi stessi. Siamo quello che mangiamo (con Feuerbach), mangiamo ciò che siamo?
Gourmet anoressici
C’è anche un paradosso: quello di diventare dei gourmet anoressici, in un contesto sempre più disorientante, sempre più affollato di contraddizioni alimentari. L’ossimoro non è dell’autrice, ma coglie bene la condizione di noi consumatori golosi e curiosi sospesi tra paura di morire di fame e orrore di essere soffocati dalla sovrabbondanza. Un inizio, una soluzione è l’educazione. Intesa come cultura del cibo, amore per la vita, consapevolezza, ascolto della natura, spirito critico. E forse neanche questo basta.
Verso l’indicibile
Il saggio lascia fuori il tema buio, scomodo e doloroso di quando il cibo fa paura di per sé. Cioè il tema dei comportamenti alimentari come anoressia, bulimia di cui il nostro tempo ha un morboso, forse ipocrita, pudore. Su Famelici vogliamo parlare di queste relazioni indicibili con il cibo, invece, grazie anche a tutti questi spunti che ci portano al confine con l’argomento.
“Le vie della paura”
Gruppo Antropologico Cremasco
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[Immagine in evidenza: Donata Ricci]
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