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Cibo e cultura: il Piemonte è la nuova frontiera del vino bianco?

In Piemonte si produce sempre più vino bianco di qualità

La cultura del vino si fa sempre più strada e ci porta ad approfondire la conoscenza di vitigni recuperati dall’oblio. Ne ho avuto conferma partecipando alla Milano Wine Week, in particolare alla Masterclass Solo Bianco- I grandi vini bianchi del Piemonte. Un appuntamento per scoprire i vitigni autoctoni del Piemonte e approfondire la storia e l’evoluzione dei vini bianchi nel tempo.

Il Piemonte è la nuova frontiera del vino bianco?

Siamo soliti pensare che il Piemonte sia terra di vini rossi, ma commettiamo un grosso errore. Fino a qualche anno fa  i rossi piemontesi occupavano i primi posti di tutte le classifiche che ne premiavano la loro qualità. Oggi i bianchi di questa regione così importante per la produzione di vini italiani, sta conquistando sempre più l’attenzione dei winelovers. Questo forse anche per la loro capacità di abbinarsi a numerosi piatti della cucina gourmet e tradizionale.

Le cantine piemontesi hanno fatto negli ultimi anni passi da gigante: ricerca, qualità, nuove tecnologie, recupero di antichi vitigni, promozione del territorio, investimenti intelligenti, estrema cura nella produzione, rispetto dell’ambiente sono entrati nella filosofia produttiva. Le vigne non sono più avvitate solo ai vitigni classici. Così, ad esempio, la Regione Piemonte sta per inserire nell’elenco regionale delle varietà di vitigni idonei alla coltivazione, il vitigno Bian Ver, un tipico vitigno alpino, ormai presente alquanto sporadicamente nell’Alta Valsusa, nella Val Chisone (Pomaretto e Perosa Argentina) e nel Pinerolese.

La riscossa del vino bianco piemontese, ben accolta dagli chef italiani e internazionali, è di ottimo auspicio per il futuro del vino. Per l’export del Piemonte il vino rappresenta un’importante economia data dal 60% che raggiunge il mercato estero. Di questo, il 30% di vino va nei paesi extra UE, di cui il principale mercato è rappresentato dagli USA, mentre il restante 70% invece è venduto e consumato in Europa, con Germania e Gran Bretagna in testa, ma anche in Svizzera, Francia e Spagna.

Uno dei vini bianchi piemontesi di cui oggi si parla tanto, grazie a recensioni del settore, è il Timorasso considerato il Nebbiolo a bacca bianca. Si tratta di un vino di colore giallo paglierino, con eleganti toni floreali, sentori mandorlati, una buona sapidità, e forti note minerali e di pietra focaia, spesso accompagnate da sentori resinosi e di idrocarburi. La spiccata acidità dà al vino freschezza e grande longevità.

Ottime recensioni ha avuto anche il Gavi, un vino da sempre legato al suo territorio, riscoperto recentemente da numerosi chef per la sua versatilità.

Altra sorpresa è l’Arneis, un antico vitigno piemontese che ha rischiato di scomparire. Da molti definito il Barolo Bianco, è  lievemente aromatico, leggero, con sentori olfattivi  erbacei e gusto che ricorda la mandorla. Presenta scarsa acidità, un vino neutro che esprime il territorio.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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