Claudio Sadler pubblica un nuovo libro dal titolo semplice ma significativo: “I miei nuovi menu”. Un testo che porta con sé tutte le esperienze che hanno fatto crescere uno dei migliori chef della cucina italiana. Sono passati diciotto anni dall’uscita di “Menu per quattro stagioni”, un punto di riferimento per il settore, ora lo chef lombardo è tornato con un libro che può essere considerato un sequel. Certo ci sono molti elementi che evidenziano quanto sia cresciuto: cambiato rimanendo però sempre fedele a se stesso. Soprattutto all’idea che un libro non sia un insieme di ricette, ma un percorso ragionato capace di presentare veri e propri menu. “La scelta è stata fatta perché mi piace l’idea di trasmettere e mettere in condizione i lettori di replicare la magia di sapori che caratterizzano la mia cucina e si possono trovare nei miei ristoranti ”, sono queste le parole con cui Claudio Sadler ha presentato il suo libro presso il prestigioso spazio Experience Pommery a Milano il 25 ottobre. Un libro che è una dichiarazione d’amore per la cucina, intesa come momento conviviale, ma anche culturale. “Con questo libro – dice Claudio Sadler- ho superato la fase dell’edonismo, ovvero quella in cui fai i piatti che ti piacciono senza interrogarti se siano comunicabili”. Vengono proposte 80 ricette suddivise in 18 menu dedicati alle ricorrenze, un momento di intima condivisione fra parenti e amici. Ogni ricetta è abbinata a eccellenze vinicole italiane e internazionali. Lo stesso Sadler ha selezionato i migliori produttori e accostato le etichette che meglio si sposano con i piatti: un abbinamento chiaro per la realizzazione di ogni singolo percorso.
Claudio Sadler e Federico Fellini: un abbinamento cine-gastronomico
Un libro che mi ricorda il film di Federico Fellini “Amarcord”, un’opera cinematografica che ci svela il legame del regista riminese con il cibo. L’artista amava, infatti, i grandi pranzi di famiglia e tesseva spesso le lodi della cucina della madre. Gli piaceva ricordare un aforisma di Baudelaire “chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere”, e adorava il Sangiovese. In “Amarcord” in casa sono le donne a governare. La figura della “arzdòra”, in Romagna, è ricorrente. Tiene le chiavi della dispensa ben legate alla cintura della gonna; dà consigli, scapaccioni ai figli e punizioni a mariti traditori; non conosce risparmio se si tratta di aggiungere farina all’impasto delle tagliatelle. “I miei nuovi menu” è un po’ tutto questo: un’anima della tradizione che si accosta a una più contemporanea.
Claudio Sadler: “c’è fame di cucina italiana”
“Dopo aver conosciuto paesi come il Giappone e la Cina, ho capito che nel mondo c’è fame di cucina italiana. Osservo con attenzione ciò che esprimono gli altri Paesi, ma non tradisco mai la nostra esperienza enogastronomica”. La cucina di Sadler non è una cucina piatta senza infamia e senza lode, capace solo di strizzare l’occhio a qualche moda del momento. ” Un piatto della tradizione è un assoluto, ma da questo si può partire per costruire la sua evoluzione. Posso, ad esempio, dargli una forma diversa, diminuire le calorie, ma il gusto deve essere richiamato immediatamente. Per me la cucina è evoluzione della tradizione in nome della semplicità. Sadler tiene sempre d’occhio il rispetto della storia della sua cucina, senza per questo rinunciare alla sperimentazione. Provare a fare una sua ricetta rende felici!
Appuntamento per farsi firmare una copia de “I miei nuovi menu” dallo chef Claudio Sadler il 6 dicembre alle ore 18.30 presso il Megastore Mondadori in Piazza Duomo a Milano.
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