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Chiodi di garofano, cannella, pepe. Le spezie perfette per i dolci

Il mondo delle spezie è un mondo affascinante, ricco di proposte che arricchiscono i piatti e le bevande. L’unica avvertenza? Avere voglia di sperimentare ed usarle con moderazione

A parole tutti amiamo le spezie e le erbe aromatiche, ma poi abbiamo paura ad usarle. Temiamo di rendere i nostri piatti troppo speziati, troppo forti per il nostro palato. Il realtà le spezie non uccidono una proposta gastronomica. Anzi la esaltano, la rendono sublime. Servono a dare personalità a uno o più ingredienti. Ricordiamo che la cucina è alchimia, ricerca di equilibri considerati impossibili.

Il bello delle spezie e delle erbe aromatiche

Sono veramente tante, ogni cuoco le interpreta a modo suo, spesso, a seconda, delle sue origini e della sua cultura. In Italia sono le protagoniste della cucina regionale. Se la salvia è la protagonista dello spiedo bresciano, il basilico del pesto genovese e il peperoncino di tutta la cucina meridionale. In particolare le spezie hanno invaso l’Europa con l’apertura della rotta delle spezie nel XVI secolo. Furono i portoghesi a portare dalle Indie in Europa inizialmente pepe, chiodi di garofano, noce moscata e cannella. Le spezie insaporivano le proposte gastronomiche dei ricchi europei, ma erano utilizzate anche per produrre farmaci. Di certo la loro scoperta fu un invito a nozze a sperimentare e ad innovare la cucina di tanti popoli. In Italia conobbero un grande successo soprattutto quando divenne un trend proporre la cucina etnica e contaminare le culture gastronomiche.

Chiodi di garofano, cannella, pepe. Le spezie perfette per i dolci

Oggi le spezie si usano dall’antipasto alla mixology fino alla pasticceria. Vediamo come si possono utilizzare nella pasticceria chiodi di garofano, cannella e pepe.

Chiodi di garofano, cannella, pepe. Le spezie perfette per i dolci

Combinare spezie ai dolci è un’arte. significa aggiungere un pizzico di follia nei nostri dolci! Naturalmente vanno usate con parsimonia e soprattutto vanno usate rispettando i tempi e le modalità di conservazione per evitare che abbiano perso il loro sapore. La più semplice da gestire, contrariamente a quello che si pensa, è, con la cannella, il pepe.

Il pepe lo puoi mettere sulle fragole, unire al cioccolato fondente, aggiungere alla vaniglia. Il pepe conferisce un sapore avvolgente, caldo. Il pepe bianco si addice ad essere usato con la frutta soprattutto quella estiva: pesche, albicocche e con gli agrumi. Il celebre pepe di Sichuan è meglio non usarlo per dolci cotti.

Conosci i chiodi di garofano?

Sono boccioli raccolti nel momento in cui si stanno per aprirsi di un albero sempreverde, originario delle Molucche. Dissecati al sole, hanno un sapore intenso, fortemente aromatico e sono adatti per profumare dolci, composte di frutta e vino caldo.

Conosci l’anice stellato?

L’anice stellato è analogo per proprietà e per composizione all’anice verde. E’ utilizzato soprattutto per la produzione di liquori e per aromatizzare caffè e tè. Da qualche anno trova posto in molte proposte dolci. Il suo sapore è più forte e pepato rispetto a quello dell’anice verde.

Alcuni abbinamenti vincenti

  • Rosmarino e albicocca
  • Cannella e sciroppi
  • Anice stellato e menta
  • Cannella e arance caramellate
  • Pepe bianco, petali di rose, pesche cotte e vino rosso.
  • Curry, cacao, avocado a dadini da servire con il gelato al cioccolato.

Buon appetito!

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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