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Viaggi: cibo e cultura. Talvolta deludono…

Ci sono gourmet viaggi che ti stupiscono per la ricchezza di spunti enogastronomici e culturali, altri che ti deludono immensamente. Io viaggio molto e posso testimoniarlo. Un esempio? Ho sottovalutato Zurigo. Ho dovuto ricredermi. Non tanto per le proposte enogastronomiche tradizionali, ma per quelle internazionali. Ti trovi ad assaggiare piatti capaci di raccontare storie di chef che vengono da tutto il mondo. Conosci culture diverse. La tua mente si apre, conosci una nuova grammatica del cibo, proposte culinarie innovative, nuove tecniche per trasformare ingredienti più o meno conosciuti.

E le delusioni?

Ci sono e non sono poche e vengono da quei luoghi da cui meno te lo aspetti. Viaggi gourmet da cui ti aspetti tanto e ti accorgi che, al contrario, vince la pigrizia culturale. Ci sono paesi ricchi di storia e di tradizioni che ormai vivono solo su riconoscimenti ottenuti nel passato. Sì, avete capito bene, sto parlando della Francia, dove, al di là della ristorazione gourmet, le delusioni sono veramente tante. Con terrore osservo quello che sta accadendo in Italia. E se succedesse anche nel nostro Paese?

Viaggi gourmet: moda o voglia di cultura?

E poi le mode, diverse dalle tendenze sorrette da una riflessione culturale. Che dire della cucina vegana?  Il rischio è sempre quello: basta dichiararsi vegani per diventare il top! Quello che dovrebbe contraddistinguere un viaggio gourmet è la curiosità, il desiderio di conoscere nuove proposte enogastronomiche per costruire il proprio diario di viaggio e…di sapori!

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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