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Una domenica a Rosso Bordò tra vino, cibo e cultura

Una giornata dedicata a vino, cibo e cultura. A Treviso, presso Palazzo Giacomelli, abbiamo scoperto tutti segreti dei vini da uvaggio bordolese prodotti nella denominazione Montello Docg, Montello Asolo Doc e nella denominazione padovana Colli Euganei Doc.

Le giornate dedicate al vino sono tantissime in Italia. A noi piace raccontarvene una in particolare: Rosso Bordò. A Treviso, il 16 ottobre, si è svolta la prima edizione di una manifestazione di grande successo, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, affascinate da vino, cibo e cultura. Per noi è stata l’occasione di conoscere la Recantina e approfondire la conoscenza dei vini a taglio bordolese.

Rosso Bordo vino cibo cultura
Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini Colli Euganei e Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio Vini del Montello

Attraversando la sala, affollatissima, dedicata ai banchetti di degustazione, ci imbattiamo nei produttori che, con passione, raccontano il loro vino e la loro esperienza, dimostrando che in un mondo, in cui la digitalizzazione sembra prendere il sopravvento, l’incontro e le relazioni umane hanno ancora un grande valore. Incontrarsi, essere “qui e ora”, avere esperienza nel “mondo reale” sono le fondamenta della costruzione di legami autentici.

Se della Recantina vi abbiamo parlato in un precedente post, è giunto il momento di raccontarvi la verticale di una delle etichette più rappresentative del taglio bordolese del Montello, il Capo di Stato Loredan Gasparini. Ma prima qualche divagazione culturale.

Perché sul Montello si producono vini rossi di taglio bordolese? Come sottolinea l’enologo Mauro Rasera, i vitigni per creare vini a taglio bordolese in questa zona erano già presenti nella seconda metà dell’800. Probabilmente il loro utilizzo rispondeva all’esigenza di superare le difficoltà imposte dalle malattie delle viti di quel periodo.

E se le oche e i Celti fossero il legame tra il Montello e Bordeaux?

vini montello

Tutta colpa di… un’oca e dei Celti. Lo racconta nell’ebook Che cosa ci fanno le oche tra le vigne dei Vini del Montello? (disponibile sul sito vinimontello.it) l’enologo Angelo Peretti, invitandoci a mettere in relazione la tradizione diffusa sul Montello di mangiare l’oca – il porcellino dei poveri- il giorno di San Martino e la storia di Bordeaux, una regione francese di tradizione celtica. L’usanza di mangiare l’oca in novembre, periodo in cui si ricordano i morti, richiama il Samuin, una ricorrenza celtica in cui si adorava un cavaliere, messaggero dell’Oltretomba, somigliante alla figura di San Martino.

Entrambi avevano come simbolo l’oca, erano rappresentati con un mantello sia pure di lunghezza diversa e accompagnati da un cavallo di colore differente. Il consumo dell’oca a San Martino non può che rimandare ai remoti riti celtici! La contaminazione culturale, come spesso avviene, fu poi favorita dagli scambi commerciali che continuarono nel tempo tanto da consentire nella seconda metà dell’800 il diffondersi dei vini a taglio bordolese.

A Rosso Bordò la verticale del vino Capo di Stato Loredan Gasparini

degustazione Rosso Bordo vino cibo cultura

Montello Colli Asolani Venegazzù Superiore Capo di Stato 2012

Al naso si percepiscono sentori di frutta rossa e una nota balsamica. Presenta un tannino penetrante, ha un gusto asciutto. Si ricerca la dolcezza del frutto, bruciando gli zuccheri.

Montello Colli Asolani Venegazzù Superiore Capo di Stato 2009

Presenta un timbro terroso dovuto alla particolarità climatica dell’annata, un sentore quasi caramellizzato. Ricorda l’affunicatura dello speck. Allo stesso tempo è elegante.

Montello Colli Asolani Venegazzù Superiore Capo di Stato 2007

Si percepisce il frutto che si evolve verso la speziatura. Il vino risulta fresco, con una buona acidità e speziatura di pepe. E’ destinato con il passare degli anni ad acquisire profondità.

Montello Colli Asolani Venegazzù Superiore Capo di Stato 2005

Liquerizia, tabacco, more, ribes e un’esplosione di cioccolato e erbe aromatiche. Ecco al naso i sentori di questa annata. Si avverte in bocca una finezza elegante che lo rende assai elegante.

Montello Colli Asolani Venegazzù Superiore Capo di Stato 2003

In questa annata si avvertono i sentori di un frutto maturo che vira verso l’amarena. Siamo di fronte ad un vino maturo che presenta sentori erbacei dovuti ad una vendemmia prematura.

Montello Colli Asolani Venegazzù Superiore Capo di Stato 2018

Anteprima assoluta! Il vino che esprime pienamente il territorio. Si percepisce una sorta di danza tra la frutta rossa e nera, tra la mora e la ciliegia. Un vino fresco e allo stesso tempo selvatico.

Treviso: dove mangiare in immagini

Monica Viani e Roberto Rossi

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