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Rosso Bordò 2022, storie di terre e di vino

A Treviso, domenica 16 ottobre, presso Palazzo Giacomelli, si è svolto Rosso Bordò 2022, una rassegna ideata dal Consorzio Vini del Montello con il Consorzio Vini Colli Euganei. Più di sessanta vini in degustazione, tra proposte da uvaggio bordolese e rari vini a base di Recantina.

Presso il seicentesco Palazzo Giacomelli, nel cuore del centro di Treviso, affacciato sul corso del fiume Sile, si è svolta la prima edizione della manifestazione Rosso Bordò, ideata dal Consorzio Vini di Montello assieme al Consorzio Vini Colli Euganei. In una cornice sorprendente è stato allestito uno spazio per la scoperta e la degustazione di vini da uvaggio bordolese (Cabernet, Merlot, Carmenère) prodotti nelle denominazioni trevigiane Montello Docg e Montello Asolo Doc (con la sottozona Venegazzù) e nella denominazione padovana Colli Euganei Doc. Non solo, in assaggio anche i rari vini a base di Recantina, l’uva autoctona a bacca rossa riscoperta sul Montello e sui Colli Asolani, grazie all’avvio di un progetto di recupero coordinato dal Consorzio.

famelici Rosso Bordo 2022

La manifestazione, come hanno dichiarato gli organizzatori, ha come obiettivo quello di essere inquadrata in una strategia per promuovere il vino delle denominazioni trevigiane Montello Docg e Montello Asolo Doc assieme alla denominazione padovana Colli Euganei Doc. Un connubio che proseguirà con un secondo evento in programma il 29 e il 30 ottobre al Centro Culturale Altinate – San Gaetano di Padova.

Noi abbiamo partecipato alla degustazione dedicata alla scoperta della Recantina e ad una verticale dedicata al Capo di Stato di Loredan Gasparin, di cui vi parleremo in un prossimo post dedicato ai vini bordolesi.

La Recantina, un rosso autoctono del Montello e dei Colli Asolani

In un territorio che tutti conoscono per il taglio bordolese c’è spazio anche per i vitigni autoctoni. Conosci la Recantina?

famelici-Rosso- Bordò- 2022

Parlare di Recantina vuol dire parlare di Asolo, la città dei cento orizzonti. Piccola corte rinascimentale di poeti e letterati umanisti alla corte di Caterina Cornaro, la cittadina trevigiana ha nel corso dei secoli ospitato intellettuali quali Pietro Bembo, Lorenzo Lotto, Giorgione, Robert Browning, Freya Stark, Eleonora Duse, Eugenio Montale («io qui asolante / tra i miei tetri cipressi»), Giuseppe Ungaretti ed Henry James. In particolare, il poeta inglese Robert Browning la elesse luogo di sorprendente ispirazione, tanto da coniare il termine “asolando” per indicare lo stato d’animo di felicità che accompagna quelle passeggiate che ti fanno scoprire la bellezza del perdersi nei propri pensieri, godendo di un paesaggio.

La storia della Recantina è antica.Come ha ricordato Andrea Gori, firma di Intravino, viene citata più volte già alla fine del Seicento tra le migliori varietà del trevigiano: “queste benedette uve recandine per il gran utile che rendono poiché fanno molta quantità d’uva fa vino buono e bello”. Nel 1901 si elencano una “Recandina” e una “Recoldina” tra Treviso e Udine. Probabilmente viene confusa col Raboso, proseguendo una confusione risalente al 1600 quando “per lo più si fan vini per Venetia di una uva nera che si chiama Recandina, altri la chiamano rabosa per essere di natura forte”.

La degustazione a Rosso Bordò 2022

Rosso- Bordò- 2022-famelici

La Recantina è un vitigno riscoperto in un vecchio vigneto a Castelcucco nella proprietà dell’agriturismo Pat del Colmel. È un’ uva che matura tardi, con una buona longevità perché è ricca di tannini, di sostanze coloranti e con un bel colore violaceo intenso. In bocca è armonica grazie alla presenza dei tannini, pochi ma dolci. Si abbina bene ai bolliti, agli spezzatini, alla selvaggina e ai formaggi stravecchi.

  • Montello Asolo Recantina 2021 Bresolin – Bio

Al naso si percepiscono frutti rossi, sentori di caffè. In bocca emergono note dolci, con un finale speziato e con un leggero aroma di mandorla.

  • Montello Asolo recantina Cento Orizzonti 2021 Tenuta d’Asolo Progress Country & Wine House

Al naso sono presenti note che ricordano il rabarbaro, i frutti rossi, la liquerizia e l’anice. Si tratta di un vino piacevole, scorrevole.

  • Montello Asolo Recantina 2020 Ida Agnoletti

Il nostro preferito. Un vino con una buona struttura. A livello aromatico presenta note speziate e l’evoluzione della frutta quando matura. Si percepiscono la prugna e i sentori delle confetture di frutti di bosco. Regala sensazioni d’incenso e una nota sapida che gioca con la freschezza del vino. Molto divertente l’etichetta disegnata dalla stessa Ida, che rappresenta un rospo che attende il bacio di un principe per trasformarsi in principessa.

  • Montello Asolo Recantina 2020 Commendator Pozzobon

È presente una nota squillante di frutto nero misto a un sentore leggermente vegetale. Si percepisce la rosa canina, la viola e un sottile aroma agrumato. Al palato si sentono i pochi tannini presenti che aggiungono al vino struttura. È un vino equilibrato con sentori di tabacco e spezie.

  • Montello Asolo Recantina 2020 Sartor Emilio

I profumi ricordano il ribes, le more, i mirtilli, le camelie, la viola candita, a cui si aggiungono i sentori dell’eucalipto e del timo. Rispetto al naso, al gusto è più leggero. Accompagna egregiamente i piatti a base vegetale e di influenza orientale.

  • Montello Asolo recantina Augusto 2018 Giusti Wine

È un’interpretazione della Recantina. Si avverono note di tostatura, liquerizia e mallo di noce. La speziatura stempera i sentori della frutta Si avverte il passaggio in legno. L’azienda ha deciso, dopo la presentazione di questo vino, di avviare un importante progetto che prevede l’utilizzo per la vinificazione e l’affinamento delle anfore.

  • Montello Asolo Recantina 2016 Pat del Colmél

Il vino proposto dalla cantina che ha riscoperto il vitigno presenta al naso un mix di ribes, mirtillo, rosa thea e canina. Si tratta di un vino elegante. È presente un tannino maturo che regala struttura senza appesantire.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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