Il Consorzio Vini del Montello e Colli Asolani è un consorzio nato nel 2005 e che vanta una rarità nell’ ambito produttivo italiano: la tutela di due DOCG, quella del “Asolo Prosecco Superiore” (2009) e del “Montello Rosso” o “Montello” (2011). Il Presidente del Consorzio Armando Serena ci racconta che: “il nostro obiettivo è quello di promuovere il nostro territorio anche dal punto di vista enologico, un territorio che presenta grandi potenzialità di crescita. La zona del Montello e dei Colli Asolani rappresenta una produzione di nicchia, nel suo genere unica”. Noi abbiamo apprezzato l’Asolo Prosecco Superiore DOCG nelle sue diverse versioni. In particolare l’Extra Brut – Asolo, l’unica denominazione nel panorama del Prosecco che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG, ed il ColFondo, il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura, come da tradizione di queste zone.
Ma la vera sorpresa è la Recantina
La sorpresa è stata la Recantina, varietà autoctona a rischio di estinzione. Un vitigno coltivato da quasi quattro secoli nel Trevigiano, praticamente scomparso all’inizio del Novecento, recuperato grazie a un lungo lavoro di ricerca. Un vino dalle nobili origini, come ricorda il fattore e scrittore Agostinetti a fine ‘600: “benedette uve recandine per il gran utile che rendono poichè fanno molta quantità di uva fa vino buono e bello” e perché “li nostri vini reccardini non hanno bisogno di concia” e si conservano facilmente”. Le caratteristiche del Recantina? Foglia grande, rotonda, poco frastagliata, di colore verde denso; grappolo grande con acini grandi, di colore blu nero e buccia consistente. Il vino? Di un bel colore rosso rubino, al naso presenta profumi di frutta rossa di bosco, con un leggero sentore di pepe. Sapido, equilibrato accompagna carni bianche e selvaggina da piuma, ma anche su formaggi vaccini di mezza stagionatura.
Lieviti indigeni e valorizzazione del territorio di Asolo
Da provare i vini prodotti in seguito al Progetto di ricerca sui lieviti autoctoni del territorio. I lieviti indigeni (o autoctoni) sono lieviti adatti al al territorio, provenienti da specifiche regioni vitivinicole. Consentono all’enologo di esprimere al meglio il potenziale della propria materia prima garantendo allo stesso tempo la sicurezza di terminare la fermentazione. Il loro impiego in vinificazione rappresenta un importante strumento per il miglioramento delle caratteristiche sensoriali e per la tutela della tipicità e della diversità dei vini. La biodiversità delle microflore naturali presenti nei vini e in altri prodotti fermentati tradizionali è un importante fattore di differenziazione delle produzioni locali.
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