Tradizione, mare, entroterra, cibo e cultura, ecco lo stand della Sardegna alla BIT 2024. Noi abbiamo partecipato ad una degustazione in nome di cibo e cultura!
Alla BIT 2024 la Sardegna presenta il Cagnulari, un vino a bacca rossa del sassarese. Inutile dirvi che la degustazione è stata un gran successo! Lo stand della Sardegna non passa inosservato. Piante di alloro, sughero e corbezzolo ci ricordano la bellezza della natura sarda. Ma l’isola è anche cibo e cultura. Lo stand, realizzato in collaborazione con Unioncamere e Camera di commercio di Cagliari, a cui hanno partecipato oltre 60 co-espositori, ce lo ha ricordato con diversi appuntamenti e degustazioni.
La cultura della Sardegna e le Domus de Janas
Quest’anno la Sardegna ha inserito le Domus de Janas – tombe scavate nella roccia tipiche della Sardegna prenuragica – nella Lista del Patrimonio Mondiale da parte della commissione nazionale italiana per l’Unesco.
Circa 2000 in tutta l’isola, le Domus de Janas, casa delle fate o delle streghe, sono caverne funerarie scavate nella roccia più di cinquemila anni fa, e al cui interno venivano seppelliti i morti. Un’antica leggenda sarda racconta che fossero abitate da donne di piccola statura, considerate un po’ fate, un po’ streghe. Da telai dorati ricavavano preziosissimi tessuti, attirando l’attenzione grazie alla loro celestiale voce.
Alla BIT 2024 la Sardegna presenta il Cagnulari in nome di cibo e cultura
Grande protagonista dello stand sardo è stato il cibo e il suo abbinamento con il vino. La Sardegna vanta una ricca tradizione culinaria ed enologica, ancora poco conosciuta. BIT 2024 ha visto per la prima volta anche la partecipazione di Girotonno, la rassegna gastronomica e turistica internazionale giunta alla 20/a edizione e in programma dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte.
Alla BIT 2024 la Sardegna presenta il Cagnulari, il vino rosso del sassarese
Usini, Uri, Ittiri, Ossi, Tissi. Siamo nell’entroterra di Alghero, in provincia di Sassari. È qui che cresce il Cagnulari, vitigno autoctono sardo, una varietà a bacca rossa, le cui origini sono state per molto tempo avvolte nel mistero.
Due le ipotesi sulla sua origine. Potrebbe essere imparentato con un vitigno coltivato nel sud della Francia, il Mourvedre, oppure potrebbe essere stato portato dagli spagnoli durante la dominazione aragonese tra il 1300 ed il 1700.
Recentissimi studi hanno sottolineato similitudini con il Graciano, un vitigno coltivato nella zona de La Rioja, in Spagna, e con il Bovale Sardo, un’altra varietà autoctona sarda. Probabilmente è un incrocio tra le due varietà.
Identikit del Cagnulari, un vino da riscoprire
Difficile da coltivare, il Cagnulari ha trovato il suo habitat ideale nei terreni di origine alluvionale, non lontani dal mare. Di colore rosso rubino, ha un profumo che va dal fruttato intenso allo speziato. Si percepiscono anche sentori erbacei e di confettura di prugne. Al palato il Cagnulari è secco, abbastanza morbido, fresco e tannico. Di corpo tendente al robusto si presenta sapido, ma armonico.
Un abbinamento strepitoso? Con un piatto dello chef Pierluigi Fais
Pierluigi Fais, il giovane pluripremiato chef, patron di Josto, in Via Sassari a Cagliari – un punto di ritrovo dei buongustai di tutta Italia – ha proposto uno strepitoso crostino di polpo.
So che una domanda sorge spontanea: chi è Josto? Cibo è cultura! Josto è il nome di un militare sardo-cartaginese che ebbe il coraggio di sfidare l’esercito romano un paio di secoli prima di Cristo.
La scommessa di Pierluigi Fais è quella di promuovere una cucina sarda sostenibile, innovativa ed etica. Una vera sfida. Come vi raccontiamo spesso, rendere contemporanea una tradizione non è facile.
Il locale, con un arredamento moderno e con un sottofondo musicale assai curato (rigorosamente in vinile!), è semplice, ma elegante. Un’ampia vetrata tra cucina e sala consente agli ospiti di ammirare la preparazione dei piatti. Nel menu i protagonisti sono gli ingredienti sardi, spesso proposti in modo audace. Un esempio? Pecora, arachidi e alloro.
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