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Osteria Manzoni, un menu imbattibile dedicato a Gaetano Orazio

Osteria Manzoni, a Barzago, in provincia di Lecco, non è solo un ristorante, è testimonianza che cibo è cultura.

Dopo che la pandemia ci ha costretto a rintanarci nelle nostre case, ora che sembra che, con cautela, possiamo tornare alla normalità, siamo diventati i protagonisti di diverse ricerche di menu e proposte gastronomiche intriganti e originali.

Andiamo dall’Orazio, il menu culturale di Osteria Manzoni

Ho scelto di farmi tentare da una proposta dal sapore culturale proposta dall’Osteria Manzoni di Barzago, in provincia di Lecco, e da un artista, Gaetano Orazio, “dipinto” da Philippe Daverio con la suggestiva definizione di sciamano.

Per lo storico dell’arte esistono tre tipi di artisti: gli artigiani, con una forte funzione sociale; i guru, introvabili e un po’ egocentrici e gli sciamani, da scovare nei posti più assurdi. Gaetano Orazio è uno sciamano, “non è un pittore, è uno che fa delle robe – sostiene Daverio- non sappiamo se le fa bene, sappiamo che le fa importanti”.

Ma Gaetano Orazio è anche un imbanditore di tavole, perché solo davanti ad un piatto e ad un bicchiere di vino si scambiano idee, sorrisi e sentimenti. E così presso l’Osteria Manzoni ho degustato tre piatti scelti per celebrare un matrimonio tra cibo e cultura. Tre piatti accompagnati da una suggestione che si rivela un suggerimento per coniugare cibo e saperi.

Un menu appetitoso tra cibo e cultura

Lo chef fiorentino Francesco Cheloni e la restaurant manager Giovanna Bettega lavorano sodo e soprattutto credono che la risposta migliore per affrontare il futuro sia non abbandonare le radici della cucina lombarda e affermare in ogni piatto che cibo è cultura. Francesco e Giovanna sanno che il successo del loro ristorante è il risultato di un’accurata ricerca dell’ingrediente. Meglio se espressione del territorio.

Francesco, prima di Osteria Manzoni, ha lavorato presso lo stellato Pomiroeu, dove ha affinato le tecniche di cucina e ha imparato come si rendono gourmet le ricette della tradizione. E’ un cuoco atipico: ama la cucina, ma non dimentica che questa è un’espressione culturale. La sua cucina è gourmet ma attenta al rispetto dell’ingrediente e della presentazione nel piatto. Come ci racconta Francesco, “lavoro per esaltare il luogo che amo, pensando alle persone che ci abitano“.

Osteria Manzoni menu dedicato a Gaetano Orazio

Osteria Manzoni è più di un ristorante, è un luogo di cultura per chi è alla ricerca di cibo e saperi. Non stupisce dunque l’intesa con Gaetano Orazio.

Ma ora è tempo di parlare del menu dedicato ad un artista che ama definirsi un apprendista e un cercatore.

  • L’entrée, che corrisponde all’atto dell’osservare, è una trota leggermente affumicata ai profumi di bosco, caprino della Valsassina, crema di patata bianca comasca condita con insalatina di erbe e fiori spontanei. Abbinamenti che esaltano gli ingredienti della Brianza!osteria manzoni il riso con la luganega
  • É la volta di cercare e trovare con l’aiuto di un riso Baldo riserva “Testa” mantecato con pistilli di zafferano della Brianza e luganega. 
  • Non è consentito dire no al dessert che permette di immaginare. Ecco così servita una cupola di cioccolato fondente con mousse ai fiori di tiglio e marmellata di lamponi.

La location? Risale all’800 e per lungo tempo ha ospitato un panificio. Imperdibile una tappa in bagno per scoprire un pozzo profondo 12 metri che ancora contiene quasi 2 metri d’acqua.

Commento famelico

Francesco e Giovanna hanno le idee chiare su che cosa proporre ai loro ospiti. Il loro è un menu appetitoso che rende omaggio alla Brianza e ai suoi ingredienti che vanno dalle verdure locali dei piccoli produttori, alle carni o al pesce ben lavorato. Non sorprende il loro successo, un successo che va ormai al di là del lecchese.  

Osteria Manzoni
Via Roma 87
23890 Barzago
Tel +39 031.4143305
pagina facebook

 

 

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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