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Il futuro del turismo? Emozionale, sostenibile e di profondità

Il Covid 19 ha cambiato tutto, ha mischiato le carte in tavolo. L’imponderabile, l’inaspettato ha fatto cadere tutte le certezze. E così anche il turismo si interroga sul futuro. Il turismo “mordi e fuggi” sembra ormai un ricordo. Si impongono nuovi modi di visitare paesi, borghi, città.

Perchè il turismo è importante

Una ricerca del World travel and tourism council, che dà i dati sull’impatto occupazionale per 185 Nazioni e 25 regioni geografiche ed economiche, rileva che il turismo ha registrato una crescita del 3,5% nel 2019. E ora? La pandemia cancellerà la voglia di viaggiare? Ci si augura di no, perchè la traduzione di quei dati è semplice: posti di lavoro.

Le nuove parole del turismo dal 2020 al 2030

  • Turismo esperienziale

Il turismo di massa esiste ancora ed è quello che ha portato al consumo inappropriato del territorio. Ma sarà sempre più in aumento chi cercherà quel “lusso” che è determinato dalla cultura, dalla genuinità dei rapporti e dall’accoglienza.

Il turista cerca l’esperienza, non vuole invadere, né essere invaso, vuole godere delle cose. E allora se una comunità vuole essere protagonista del nuovo turismo deve essere totalmente coinvolta: dall’edicolante all’ insegnante.

  • Turismo di profondità

Un nuovo atteggiamento, un nuovo modo di intendere il viaggio. Si vorrà conoscere in dettaglio il luogo che si intende visitare. Non solo informazioni, ma anche avere la possibilità di conoscere la gente che lo abita, le attività artigianali che lo rendono unico. La parola che orienterà il turista sarà curiosità. Vincerà il desiderio di fare esperienze, tante esperienze. E per fare ciò diventerà sempre più importante quella lentezza che ti fa assaporare l’esperienza, qualunque essa sia. Non si viaggerà più per vedere, ma per fare. Una vera rivoluzione copernicana, che investirà soprattutto il turismo enogastronomico.

  • Sostenibilità e digitalizzazione, ovvero innovazione

Aumenta il numero di persone, soprattutto straniere, che coniuga il desiderio di salvaguardare l’ambiente alla voglia di viaggiare. Per il viaggiatore la sostenibilità è sinonimo di qualità, di valore aggiunto per visitare un luogo. Come fare conoscere la sostenibilità di un comune? Più che una certificazione, meglio puntare sulla valorizzazione dell’interazione tra domanda, offerta e organizzazione. Perché ciò avvenga deve essere messa al centro la comunità locale e per farlo occorre cultura sociale.

Secondo uno studio di Minsait (Indra) le aziende che aumenteranno gli investimenti nelle nuove tecnologie riusciranno a uscire prima dalla crisi causata dal Covid 19. La marcia in più sarà conquistata in particolare da chi userà intelligenza artificiale e machine learning nonché piattaforme per l’Internet of Things mirate alla personalizzazione dell’esperienza del cliente. L’ingresso dei nativi digitali modificherà le modalità di scelta dei luoghi per le vacanze.

Con un cliente sempre connesso, che lascia una lunga storia di informazioni dovunque vada e qualunque attività intraprenda, le aziende del settore turistico devono studiare il suo comportamento, condividendo le informazioni con l’intera comunità. Grazie all’attenzione e alla lealtà che sarà dimostrata al turista si otterranno ottimi risultati. Per intercettare chi viaggia diventerà necessaria la conoscenza e l’utilizzo dei social media. Inoltre si dovrà puntare sull’innovazione nei prodotti ed essere estremamente flessibili rispondendo a tutte le domanda dei clienti, come l’acquisto anticipato, i voucher…

  • Undertourism

Se guardiamo al futuro, dimentichiamoci il turismo di massa. Vincerà la voglia di conoscere borghi, villaggi, quartieri di città una volta ricercate per i loro centri storici.

  • Turismo dei 5 sensi

Se il turista vuole vivere un’esperienza unica, l’offerta deve coinvolgere i 5 sensi. Che cosa significa? Prima di tutto aprire i laboratori, i negozi, persino le case. In Puglia è stata creata la app Feel@home per fare incontrare i turisti con gli abitanti della Valle d’Itria.

Ecco alcuni esempi relativi ai 5 sensi

Vista: il senso più facile da coinvolgere. Paesaggi, scorci, monumenti, borghi o cittadine parlano da soli.

Udito: i suoni della natura così come i suoi silenzi, il vociare del mercato, la cadenza di un dialetto.

Tatto: il senso delle mani che amano toccare: le trame di un tessuto, le asperità di una roccia, la buccia di un frutto.

Olfatto: i profumi della natura, i sentori di un vino, gli odori della cucina.

Gusto: il trionfo dell’enogastronomia.

  • La nuova figura del travel designer

Al momento è la figura presente nelle agenzie di lusso, ma presto ne sentiremo parlare come professionista a disposizione del viaggiatore curioso. Il travel designer è chi si presta a mettersi a disposizione per ottimizzare i tempi. Non si tratta di vendere pacchetti, ma di creare contenuti e programmare esperienze su misura. Si disegna un viaggio, lasciando la persona libera di scegliere.

  • Indovina chi viene…in vacanza?

Cresce la voglia di fare vacanze con gli sconosciuti. Sono nate piattaforme web per formare gruppi di vacanzieri accomunati dalla stessa passione. Inutile dire che qui fanno la parte del leone i Millennials e tra questi le donne.

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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