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Dolada, alta cucina in un ristorante di montagna

Riccardo De Prà nel suo ristorante Dolada

In occasione di Blend, la rassegna enoculturale ideata e realizzata da Bellenda, abbiamo cenato presso il ristorante albergo Dolada, dove Riccardo De Prà sperimenta piatti che si rivelano sorprendenti come il dripping di astice, bisque di scampi e patate di montagna.

Lo chef Riccardo De Prà ha cucinato per i produttori, i distributori e i giornalisti invitati a partecipare all’interessante e vivace dibattito “Dov’è il vino?“, svoltosi all’interno della terza edizione di Blend

Potevamo rinunciare all’invito a partecipare a Blend, la rassegna enoculturale ideata e realizzata da Bellenda, azienda vinicola della famiglia Cosmo? No, quest’anno proprio no. Il tema scelto per il dibattito“Dov’è il vino?” era troppo intrigante, con punte spigolose, per lasciarci indifferenti. 

Vi parleremo presto del fenomeno del vaso vinario usato in fase di fermentazione e affinamento, invitandovi a riflettere sull’importanza del contenitore del vino, ma prima vi vogliamo descrivere la meravigliosa cena organizzata domenica 17 ottobre presso il ristorante albergo Dolada, a Pieve d’Alpago, in provincia di Belluno.

Lo chef Riccardo De Prà ha cucinato una cena sorprendente per ospiti desiderosi di conoscere la sua cucina e i migliori abbinamenti con vini di grande qualità. Anche questa volta non ha deluso le aspettative di chi apprezza la capacità di comporre menu capaci di unire estro, conoscenze tecniche e rispetto del territorio. In quest’occasione ha saputo proporre piatti perfettamente abbinati con diversi vini distribuiti da Bellenda.

Dolada: alta cucina in un ristorante di montagna

dolada alta cucina: lo chef riccardo De Prà

Riccardo De Prà è uno chef, che rompe il cliché dello chef di montagna poco disposto ad innovare. I suoi modi non convenzionali, la sua capacità di preparare menu originali con ingredienti del territorio sorprendono sempre gli ospiti del ristorante. A noi accoglie accanto al camino, che riscalda la sala, intento a cuocere quelle caldarroste che verranno servite dopo il dessert.

Una cucina che è un percorso nel mondo del gusto

Prima di sederci al tavolo degustiamo un aperitivo composta da La Famosa Patora e da paté di beccaccia innaffiato da Pluck Metodo Classico Blanc de Noirs Bellenda. Che cosa unisce la cucina di Riccardo De Prà ai vini Bellenda? La voglia di rompere gli schemi in nome di un’evoluzione sempre rispettosa della materia prima.

Lo chef del Dolada attinge gli ingredienti dei suoi piatti dal territorio della montagna veneta. Carni, verdure e frutta. Sorprendente il piccione farcito di fegato grasso, tartufo nero servito in una zucca. Una creazione che al tavolo non lascia nessuno indifferente! Altrettanto applauditi il dripping di astice, bisque di scampi e patate di montagna e il carpaccio di scampi, ortaggi, caviale e frutta.

Il dolce è una vera sorpresa: un semifreddo a forma di funghetto che si erge su un letto croccante e speziato. Si tratta di un crumble strudel alle spezie da “Mille e una notte”.

E per avere un altro interessante racconto della cena e degli abbinamenti con i cibi, vi invitiamo famelicamente a leggere il post di Chiara Bassi pubblicato sul sito Perlagesuite

Alla fine della cena si può anche pernottare al Dolada, dove si dorme come tornati bambini!

dolada alta cucina in montagna: dripping
Dripping di astice, bisque di scampi e di patate di montagna

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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