Marzo, il colpo di fulmine per l’isola d’Elba
Nesos, il vino “marino” che non ti aspetti, risultato di un esperimento scientifico in nome del recupero di un nettare che si beveva più di 2000 anni fa nell’antica Grecia. Il nome del vino, dal greco νῆσος, in greco classico isola, richiama il passato, ma è anche un tentativo di rompere i contemporanei canoni sensoriali.
Wine Tourism: Nesos, il vino degli abissi dell’isola d’Elba
L’Ansonica immersa nel mare dell’ isola d’Elba
Un vero esperimento scientifico. Antonio Arrighi con i suoi collaboratori ha immerso per cinque giorni a 10 metri di profondità sei nasse in vimini per la cattura di aragoste con 200 chili d’uva Ansonica, un vitigno a bacca bianca, nel mare di Porto Azzurro. In questo modo gli acini hanno catturato il sale marino per osmosi. Le uve poi sono seccate, sotto il sole, sui graticci, per poi essere trasferite, con la buccia, dopo la separazione dei raspi, in anfore di terracotta. La presenza del sale ha consentito di non fare uso dei solfiti, ottenendo così, dopo un anno di affinamento in bottiglia, un vino naturale.
Perché l’Ansonica? Lo ha spiegato Attilio Scienza a Firenze presso la sede di Toscana Promozione: «É un’uva bianca tipica dell’Elba, probabile incrocio di due antiche uve dell’Egeo, il Rhoditis e il Sideritis, con una buccia molto resistente ed una polpa croccante che le consente una lunga permanenza in mare».
Il legame culturale tra l’Isola d’Elba e Chio
I greci di Chio conoscevano l’Elba, vi arrivavano per procurarsi il ferro. E a testimonianza di ciò si fa riferimento al ritrovamento sui fondali dell’isola d’Elba di anfore di Chio disegnate da Prassitele, il grande scultore dell’Afrodite cnidia, primo nudo femminile dell’arte greca risalente al 360 a.C. circa.
Le caratteristiche del vino? Prodotto da un vitigno a bacca bianca, nel calice sprigiona sentori erbacei e note di frutta fresca. Presenta un’equilibrata salinità, ha un gusto secco e non presenta solfiti grazie all’effetto antiossidante e disinfettante del sale. Per ora ne esistono solo 40 bottiglie datate 2018. Il futuro? Una produzione di 120 bottiglie.
Porto Azzurro: la spiaggia di Terranera
Tutto ha origine dal sorprendente laghetto di Terranera: un minuscolo specchio d’acqua di un colore verde smeraldo abbagliante che contrasta con il blu del mare. Un gioco di colori imperdibile!
Il piccolo lago si è formato a causa del riempimento di acqua sulfurea e marina del piccolo bacino minerario ricco di ematite, magnesite e pirite.
La spiaggia è divisa in due lidi. Quello a sud, è composto da una luccicante sabbia nera, dovuta alle pagliuzze di ematite. Quello a nord, è uno stretto litorale che separa il laghetto d’acqua dolce dal mare. Ha colori rossastri e tratti di sabbia nero brillante. Si può ammirare da qui un grande scoglio affiorante noto come “il sottomarino”.
Il mare ha fondali digradanti e sabbiosi. Per chi ama le passeggiate, è praticabile un sentiero che conduce ad una vecchia cava estrattiva e alla miniera di ferro abbandonata.
Come raggiungere la spiaggia di Terranera
Si trova all’uscita di Porto Azzurro ed è raggiungibile in auto, percorrendo la strada in direzione Rio Marina. Si deve poi prendere la deviazione a destra per la spiaggia di Reale, dove è accessibile un ampio parcheggio libero.
Arrivati alla spiaggia di Reale occorre andare a piedi lungo il sentiero che attraversa la miniera di ferro abbandonata.
In alternativa si arriva a Reale, girare a sinistra su una strada sterrata che va percorsa fino ad arrivare ad una sbarra, dove però non c’è possibilità di parcheggio.
Dove dormire: Agriturismo Rebua
A 600 m dalla Spiaggia di Barbarossa, l’Agriturismo Rebua, un’azienda agricola a conduzione familiare, offre sistemazioni con biciclette gratuite, un giardino e una reception aperta 24 ore su 24. Si produce e si vende vino, frutta, verdura e olio.
È possibile soggiornare nella fattoria in tre appartamenti, ricavati anche da vecchie case coloniche.
Il ristorante da non perdere: Locanda Cecconi
Se ami le classiche osterie toscane, vai alla Locanda Cecconi dove, oltre che mangiare, puoi godere delle creazioni realizzate dall’oste Federico Russo con materiali di recupero.
Il menu, scritto spartanamente su una lavagnetta, prevede alici marinate e tonnina con ceci, spaghetti con acciughe e finocchietto e con le boghe, sgombro ai ferri, il polpo all’elbana, fritto di paranza e murenama anchetaglieri e formaggi da accompagnare con un bicchiere di vino.
Locanda Cecconi, via Ricasoli, Porto Azzurro. Tel. 329 138 1159
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