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Gita fuori porta da Milano: Bormio. Dalla natura al cibo (+ ricetta pizzoccheri)

A 205 chilometri da Milano troviamo Bormio, una meta non solo per sciatori, ma anche per amanti delle passeggiate. Conosciuta anche come “La magnifica Terra”, con Valfurva, Valdidentro, Valdisotto e Livigno costituiva un tempo il contado delle “Honorate Valli”. Un passato importante testimoniato dal centro del paese, dove si possono ammirare bei palazzi, chiese, corti interne e austeri portali.

Viaggiare dopo il lockdown da Coronavirus: e se le gite fuori porta fossero la soluzione?

Passeggiando per Bormio

Il Kuerc (coperchio), in Piazza Cavour, è un anfiteatro di pianta trapezoidale, coperto da una tettoia, costruito nel XVI secolo. Qui un tempo si amministrava la giustizia; oggi fa da cornice a diverse manifestazioni.

Poi ci sono le chiese. La Chiesa Collegiata o Parrocchiale, intitolata a San Gervasio e a San Protasio, di origine medievale, risale all’824. Presenta un impianto con una navata su cui si innestano otto cappelle laterali. La facciata è a timpano e si distingue per un portale in pietra verde di Campello e per 2 nicchie dove sono posizionate le statue dei Santi a cui è dedicata.

Altro luogo di culto da vedere è la Chiesa del Sassello, conosciuta anche come Chiesa della Pazienza, edificata nel 1398 e consacrata nel 1405. Sulla facciata sono presenti quattro lesene e un timpano, al di sopra del quale vi è un cavaliere che regge la campana; al suo interno l’impianto è costituito da una sola navata. Vi è un solo altare sopra il quale è esposta un’ ancona lignea dove è rappresentato l’incontro tra Maria ed Elisabetta.

Le Terme di Bormio: parentesi di relax e di coccole beauty

La piscina di QC Terme Bagni Vecchi  è un’infinity pool, ovvero una piscina senza pareti, da dove godere un panorama sorprendente sulla Valdidentro rilassandosi nell’ acqua purissima del Parco dello Stelvio. In una giornata si può provare l’intero percorso (50 euro) e unire anche un massaggio (da 84 euro).

www.qcterme.com

I pizzoccheri: la ricetta originale

Gita fuori porta da Milano Bormio: la ricetta dei pizzoccheri

La Valtellina è famosa soprattutto per i pizzoccheri fatti con la farina di grano saraceno, spesso considerata poco pregiata per il suo sapore acre, ma, unita ad altre farine, è la protagonista di molti piatti valtellinesi.

Ogni borgo della Valtellina ha la sua ricetta di pizzoccheri, quella codificata prevede la pasta fatta in casa condita con burro di alpe fuso, formaggio di Casera sciolto e verdure di stagione.

Alcune massaie di Teglio, che oggi sarebbero definite integraliste, prevedono l’uso della farina gi grano saraceno pura, l’acqua tellina e il taglio della pasta con il coltello di ferro, meglio se di legno.

Noi vi proponiamo la ricetta dell’Accademia proposta dal ristorante dell’ hotel Combolo di Teglio.

Come fare i pizzoccheri dell’Accademia

Ingredienti

400 g Farina nera di grano saraceno

100 g Farina bianca

200 g Verze o coste

250 g Patate a pezzi

200 g Burro d’Alpe

250 g Formaggio Valtellina Casera Dop

150 g Grana da grattugia

1 Spicchio di aglio

Pepe

Procedimento

Mescolate le due farine, impastatele con acqua e lavoratele per circa 5 minuti. Con il mattarello tirate la sfoglia fino ad uno spessore di 2-3 millimetri, dalla quale ricaverete delle fasce larghe 7-8 cm.

Sovrapponete le fasce e tagliatele per il senso della larghezza, ottenendo delle tagliatelle larghe circa 5 mm. Cuocete le verdure in acqua salata, le verze a piccoli pezzi e le patate a tocchetti, ed unite i pizzoccheri dopo 5 minuti.

Le patate sono sempre presenti, mentre le verze possono essere sostituite, a seconda della stagione, dalle coste. Dopo 10 minuti raccogliete i pizzoccheri con la schiumarola e versate una parte in una teglia, cospargete con formaggio di grana grattugiato e Valtellina Casera Dop a scaglie. Proseguite alternando pizzoccheri e formaggi.

Friggete il burro con l’aglio lasciandolo colorire per bene prima di versarlo sui pizzoccheri. Senza mescolare, servite i pizzoccheri bollenti con una spruzzata di pepe.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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