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A Milano si festeggiano i 10 anni di Hide, il Syrah di Bulichella

Produttore in Toscana di Cabernet Franc, Sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Sangiovese e Vermentino, Bulichella festeggia a Milano 10 anni di Hide, il rosso che porta il nome del fondatore della cantina

La storia del successo di Bulichella è prima di tutto la storia del suo fondatore, Hideyuki Miyakawa. Hide, il vino che porta il suo nome, lo celebra, festeggiando 10 vendemmie

Hideyuki Miyakawa

In occasione dei festeggiamenti delle 10 vendemmie di Hide, noi torniamo a parlarti di Bulichella, una cantina che è la realizzazione di un sogno di un giovane giapponese appassionato di moto e design. Siamo negli anni ’60 e Hideyuki Miyakawa ha un unico desiderio: partire per fare il giro del mondo in motocicletta. Dopo aver attraversato India, Pakistan e Persia, arriva in Italia, dove si ferma attratto dalle bellezze del Bel Paese e dal fascino di Maria Luisa Bassano.

A Torino incontra e diventa amico di Giorgetto Giugiaro, con cui lavora all’Italdesign S.p.A., contribuendo ad esportare il gusto del design automobilistico italiano in Giappone. Dopo le nozze con Maria Luisa, si trasferisce in Toscana, nella campagna di Suvereto, in Val di Cornia, dove la coppia vive un’esperienza di vita in comune con altri nuclei familiari. Nel 1999 la svolta: la famiglia Miyakawa diventa unica proprietaria della tenuta e inizia a produrre vino di alta qualità.

 

La cantina Bulichella e i suoi vini

Immersa nella campagna di Suvereto, tra le pendici delle colline che dominano il mare e la Costa degli Etruschi e la verde vallata attraversata dal Cornia, Bulichella produce 70mila bottiglie per annata. “L’azienda– racconta Shizuko Miyakawa, figlia di Hideyuki e amministratrice dell’azienda – si trova in un territorio delimitato da colline metallifere e dal mare Tirreno, con un microclima ideale per la coltivazione della vite. I terreni sono prevalentemente argillosi, con una forte presenza minerale. Il maestrale rinfresca l’aria tutto l’anno, impedendo il ristagno dell’umidità“.

La bottiglia di punta della cantina è il Montecristo, prodotto con uve Cabernet, Merlot e Petit Verdot affinate in barrique, ma ottime proposte sono anche il Tuscanio, il Sol Sera, il Rubino, il Coldipietrerosse e il festeggiato Hide.

Buon compleanno Hyde, il Syrah che non ti aspetti

monica viani bulichella
Monica Viani e Shizuko Miyakawa

Hide, il Syrah in purezza, è stata la grande scommessa di Hideyuki Miyakawa. “Nessuno sapeva – racconta Rachele Micheli, responsabile della produzione di Bulichella – come si sarebbe adattato, questo vitigno internazionale nel nostro territorio. Si tratta di un lavoro lungo e complesso. Dopo un periodo di macerazione di circa 25 giorni si procede a un lento affinamento in tonneaux e barrique, che va dai 18 ai 24 mesi. Una volta in bottiglia segue un riposo di ulteriori 12 mesi prima della vendita“.

A Milano, al ristorante Maré, in Ripa di Porta Ticinese, degustiamo quattro annate, tra il 2017 e il 2013, per apprezzarne il potenziale evolutivo. I vini esprimono tutta la potenza del suolo e del vitigno controllata sapientemente per produrre un vino espressivo. Nei vini più datati si percepisce chiaramente l’insorgere dello speziato e dei tannini, sempre ben equilibrati.

Un pranzo accompagnato dai vini Bulichella

La degustazione è seguita da un pranzo creato per l’occasione dal ristorante Maré per esaltare i sapori e i profumi dei vini Bulichella.
Si parte com alici in carrozza, sandwich con milanese di cefalo, calamari in salsa tartara accompagnati da un ottimo Vermentino, il Tuscanio, per proseguire con i maccheroncini al ragù di cozze serviti con un Rubino 2018 Costa Toscana e una selezione di formaggi “Fossa dell’Abbondanza di Roncofreddo”, abbinati a Coldipietrerosse Suvereto 2017. Per concludere una fresca macedonia al limone, basilico e minestrone di verdure.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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