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Dal campo alla tavola: produttori, consumatori e comunità

Grazie a siti web, spedizioni e packaging migliorati, molti produttori hanno scoperto la commercializzazione diretta.

La pandemia ha incentivato molti produttori ad attivare servizi di consegne a domicilio per mantenere fidelizzato il cliente, a volte nelle loro regioni, talvolta in tutto il paese

Il 2020 – 2021 non è solo l’anno del Coronavirus, ma anche quello della commercializzazione diretta dei prodotti agricoli, che consente di saltare le fasi intermedie della filiera, mettendo in contatto diretto produttori e consumatori. Dapprima hanno iniziato i ristoratori, i pizzaioli, i gestori degli agriturismi, attivandosi per sviluppare la consegna a domicilio. Successivamente Il loro esempio è stato seguito dai produttori agricoli che si sono organizzati per vendere frutta e verdura, ma anche formaggi, carni ed insaccati. La diffusione in tutto il mondo del Covid 19 ha messo in discussione stili di vita e modalità di acquisto. La pandemia ha reso possibile trovare una soluzione all’antico e mai risolto problema della penalizzazione dell’agricoltura rispetto alla grande distribuzione, che incassa la maggior parte di ciò che è pagato dal consumatore finale. Grazie a siti web, spedizioni puntuali, packaging migliorati, molti ora si rivolgono ai nuovi canali di distribuzione.

Piacentino, terra di novità e di creatività: Leo con l’Azienda Trebbiola sdogana il “Prendi, paga e vai…”

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Siamo in una terra che Roberto Rossi, uno dei suoi più grandi estimatori e promotori, ama definire sorprendente. Sono numerosi i Press Tour che Roberto, coordinatore di idiemme, ha organizzato portando qui giornalisti, blogger e influencer, che hanno potuto constatare di persona che sì, la provincia piacentina è davvero sorprendente.

Tra questi giornalisti anch’io ho potuto scoprire le bellezze di questa terra, mossa da colline che portano la mente ai più bei luoghi della Toscana, percorsa da fiumi che ricordano l’Alto Adige, con splendide vette che fanno da confine con Liguria, Lombardia, Piemonte. Un piccolo mondo straordinario è il piacentino. E la sua gente ne è lo specchio riflesso. Piacevole ed accogliente, discreta e rispettosa, creativa e vivace, come Leo, inventore di un’apparente “pazzia“. Lui, agricoltore diplomato e sportivissimo biker, è l’autore di “Prendi, paga e vai…“. Cos’è, vi state chiedendo? Di fatto un semplice casottino in legno che sorge su una delle strade panoramiche più belle del piacentino, il Bagnolo che collega la val Trebbia con la Val Nure, nei pressi della località di Bassano, nel comune di Rivergaro. Questo casottino espone prodotti dell’agricoltura locale, colti a pochi metri da lì, nell’azienda agricola di famiglia, insieme a bottiglie di vino, farine e quant’altro… Al banco… nessuno, anche perchè non c’è banco, sostituito da un rustico cassetto, anch’esso in legno, dove depositare autonomamente il corrispettivo in euro di quanto scelto. Si prendono carote, lattuga, una bottiglia di vino, un pacco di farina biologica, delle patate, si fa la somma facendo riferimento a quanto scritto su ogni prodotto e si lascia il denaro lì, in questo rustico cassetto di legno. Geniale, vero? Sì, ma devi avere anche una buona dose di ottimismo…

Quello che ha Leo, che abbiamo voluto incontrare per toglierci un poco di curiosità…

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Ciao Leo, raccontaci, quando ha inizio “Prendi, paga e vai…”?
Nasce 9 anni fa quando io studiavo ancora e mio fratello Martino da solo doveva cercare di produrre e vendere allo stesso tempo ma ovviamente risultava difficile e assumere una persona era impensabile.

Cosa possiamo acquistare nel tuo casottino di “Prendi, paga e vai…”?
Inizialmente vendevamo ortaggi coltivati da noi ovviamente, poi con gli anni le cose sono cambiate e gli ortaggi, a parte le patate, sono stati eliminati e rimpiazzati con farine, legumi, vino e prodotti da forno fatti con le nostre farine.

Quali sono i vostri obiettivi?
Gli obiettivi sono quelli di creare un rapporto di fiducia reciproco tra produttore e consumatore, ridurre le spese, poiché c’è una figura in meno da pagare, e spingere la clientela ad avvicinarsi all’azienda per acquistare i nostri prodotti. Un modo per far capire anche il nostro lavoro e la nostra passione.

Come selezioni i prodotti e i produttori?
I prodotti che acquistiamo e che mettiamo in vendita hanno due semplici caratteristiche fondamentali: territorialità, poiché sono tutti prodotti in zona, ed elevata qualità, che meritano quindi di essere conosciuti perchè elevano l’eccellenza e il prestigio delle nostre valli.

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Cos’è cambiato con la pandemia?
Con la pandemia abbiamo potuto notare che è cresciuta la ricerca di prodotti di qualità e che le persone preferiscono acquistare direttamente in azienda.

Quali sono state le maggiori criticità?
E’ un tasto dolente questo, c’è ancora gente che non conosce o non capisce la fatica, il sacrificio, il lavoro che sta dietro ogni prodotto e quindi rubano, con la facilità che ci può essere di rubare ad un bambino. Per fortuna sono pochi, ci fanno compassione, anzi tenerezza. Un aspetto meno compassionevole sono invece tutte le norme burocratiche alle quali attenersi, che aumentano, che cambiano, che rendono ciò che è facile sempre più difficile. Per questo dobbiamo ogni volta inventarci metodi nuovi per adeguarci ed operare in regolarità.

In termini di successo valuti positiva l’idea di “Prendi, paga e vai..”? 
Assolutamente sì, decisamente positiva, gli aspetti favorevole sono per fortuna nettamente superiori a quelli negativi. E poi siamo fatti così, abbiamo fiducia nel prossimo!

Bravo Leo, una buona lezione per tutti!

Da Slow Food Lombardia “Spesa giusta” in nome di una filiera etica

La pandemia ha cambiato il  modo di fare la spesa e uno dei cambiamenti più evidenti è che si è persa la paura di acquistare prodotti  freschi e deperibili online.

“Spesa Giusta”, l’ultima idea pensata da Slow Food Lombardia, nasce, durante il lockdown, per creare un’economia di prossimità. Avviato in forma sperimentale a luglio nelle province di Brescia e Varese, “Spesa Giusta” nasce come risposta alle politiche messe in campo dalla grande distribuzione, che aveva potenziato la consegna a domicilio, ma anche a quella fascia di consumatori, che soprattutto nelle grandi città, avevano riscoperto i negozi di vicinato. L’obiettivo è quello di creare “una filiera etica che soddisfi il bisogno di avere direttamente a casa, cibo di qualità, sostenibile e che garantisca solidarietà economica per chi lavora nella filiera”, racconta Lorenzo Berlendis, consigliere nazionale di Slow Food Italia. L’intenzione? Continuare a crescere. “Noi ritiriamo i generi alimentari direttamente dai produttori, assicurandoci che il mezzo non viaggi mai vuoto. La consegna avviene a casa o in punti di raccolta sul territorio. La nostra idea è rafforzare basi locali come gli hub, luoghi in cui al contempo si consegna e ritira“, spiega Berlendis. La cooperativa sociale Betania (coopbetania.it), con sede a Monza, si occupa della piattaforma online, dove è caricato il listino dei prodotti e dove si effettuano gli ordini.

Cortilia, una food tech company con un approccio sostenibile

produttori, consumatori e comunità: la strategia di Cortilia

Cortilia è stata fondata da Marco Porcaro nel 2011 e nasce come primo mercato agricolo on line. Con un semplice click, le persone possono ricevere a domicilio in 24 ore, nel giorno e nella fascia oraria preferita, prodotti a filiera corta e di qualità. Si può acquistare frutta, verdura fresca di stagione, pesce, carne e salumi, formaggi e latticini, uova, pane, diverse specialità fresche e secche, vino e birra artigianale, prodotti per la cura della persona, la pulizia della casa ed animali. I punti di forza di Cortilia sono:

  • selezione attenta dei produttori in base ai criteri della sostenibilità, della qualità e del rispetto delle condizioni di lavoro
  • qualità dei prodotti proposti
  • varietà
  • eccellenze regionali
  • artigianalità
  • conoscenza attraverso il racconto dei produttori
  • scelta del packaging sostenibile
  • servizio puntuale ed efficiente.

Cortilia per promuovere una cucina sana e dare visibilità ai piccoli e medi produttori sostenibili si assicura che siano rispettati i seguenti valori:

  • freschezza
  • stagionalità
  • tracciabilità
  • sostenibilità
  • autenticità
  • territorio.

Oggi Cortilia offre un catalogo che include 2500 prodotti on line provenienti da oltre 250 piccoli e medi produttori selezionati. L’azienda opera tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, ma punta presto a raggiungere altre regioni.

Wineman per scoprire vini francesi e vignerons  indépendants

produttori, consumatori e comunità: WINEMAN. un hub per conoscere i migliori vini francesi
Stefano Spalla e Alessandra Ferrario

Si tratta del progetto enologico di Stefano Spalla e Alessandra Ferrario rivolto al consumatore italiano che vuole scoprire vini francesi, superando i soliti schemi. WINEMAN è un hub di vendita a domicilio – tramite abbonamento – che permette a tutti gli appassionati di vino, di degustare vini francesi assolutamente inediti ma con prezzi accessibili, lontani dalle dinamiche della grande distribuzione, e ancor più interessanti perché emersi da una meticolosa attività di scouting locale da parte di Stefano e Alessandra.

Un progetto culturale, tanto che il suo lancio prevede un riferimento cinematografico. “Max ti ho mai detto perchè fare il vino è per me fonte di grande piacere? Io amo fare il vino perché questo nettare sublime è semplicemente incapace di mentire, vendemmiato presto o tardi non importa, il vino ti bisbiglierà in bocca, sempre, con completa e imperturbabile onestà ogni volta che ne berrai un sorso“. Ecco ciò che dice il fantastico Albert Finney nel film del 2006 “Un’ottima annata”. Parole condivise da Stefano ed Alessandra.

Attraverso un abbonamento mensile, a rinnovo automatico, declinato in 4 diverse fasce di prezzo, si possono ricevere – entro il 15 del mese successivo – tre diverse bottiglie, tutte in modalità sélection surprise per l’abbonato. L’abbonamento si attiva dal sito e può essere recesso in qualsiasi momento. In questo modo si possono scoprire grandi etichette sconosciute al pubblico italiano. La consegna è gratuita e in packaging riciclabile. Non solo, attraverso un codice QR code stampato sulle bottiglie si possono visitare le cantine. Ecco che cosa ci raccontano Stefano ed Alessandra.

Come vi è venuta l’idea?

Era un’idea che si stava delineando da tempo. Già quando abitavamo a Parigi nel 2016 avevamo fatto, per così dire, un test, proponendo agli amici italiani espatriati di provare la selezione di piccoli produttori meno noti che avevamo scovato nei nostri giri per le campagne e l’idea piacque moltissimo. Una volta rientrati a Milano, con un pezzo di cuore rimasto oltralpe, abbiamo deciso di portare un po’ della nostra Francia con noi e di far conoscere anche qui quel savoir vivre che tanto ci aveva conquistato. Ci eravamo accorti che in Italia il vino francese era ancora percepito come caro e “un po’ snob”! E invece, era proprio il contrario. I piccoli produttori che avevamo scoperto potevano far vivere l’esperienza di un grande vino con prezzi assolutamente accessibili.

Che tipo di cliente credete che sia interessato alla vostra proposta?

Sicuramente persone curiose, aperte, amanti del buon vivere. Persone che vanno oltre le logiche campanilistiche che vogliono mettere sempre in competizione vini italiani versus vini francesi, adducendo che in Italia ci sono tanti ottimi vini quindi perché andare oltre confine e bere vini francesi…? In realtà chi ama il vino non si pone confini territoriali. Il nostro progetto si rivolge a persone che amano farsi sorprendere da selezioni particolari e ricercate. Il cliente che sceglie Wineman non é quello disposto a spendere cifre elevate per una bottiglia solo perché ha un nome famoso. È colui che ricerca la qualità nella nicchia meno conosciuta, dove il rapporto qualità prezzo è uno dei criteri di selezione, con il vantaggio di farsi sorprendere ogni volta che riceve la sua box.

Si può anche regalare l’abbinamento?

Assolutamente sì! Nel sito c’è una sezione ad hoc REGALA in cui si può scegliere la box che si preferisce tra le quattro tipologie proposte e la durata dei mesi dell’abbonamento, al termine dei quali quest’ultimo si disdirà in automatico. Nella box che il destinatario riceverà ci sarà un biglietto regalo con il nome del mittente, che descrive l’abbonamento e, se si vuole anche personalizzabile con una frase autografa sul retro.

Consigliate anche gli abbinamenti con i piatti?

Certo. All’interno di ogni box si trova una busta con le  schede tecniche dedicate a ogni bottiglia; su queste schede è stampato un QR code che porterà il cliente in un viaggio virtuale alla scoperta della cantina, del vino e dell’abbinamento migliore.

Avete già un primo bilancio della vostra iniziativa?

Abbiamo chiuso il primo trimestre con risultati tre volte migliori delle aspettative. E ogni mese registriamo una crescita. Certo, siamo ancora all’inizio ma le premesse ci fanno sognare in grande, esattamente come i nostri vini!

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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