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Dal microbiota dipende la felicità umana? Sembra proprio di sì

Il cervello influenza la funzione del nostro intestino, ma allo stesso tempo, il microbiota svolge un ruolo determinante nel funzionamento del sistema nervoso centrale.

Sai dove si trova nel nostro corpo la serotonina? Pochi lo sanno, principalmente nell’intestino. È arrivato il momento di scoprire chi è e come funziona il microbiota e i batteri che lo popolano.

L’intestino, dopo il cervello, è il secondo organo con il maggior numero di cellule nervose. Microbiota e cervello comunicano tra loro attraverso il nervo vago con l’obiettivo di proteggerci.

Ore di corsa, impervie salite affrontate a piedi o in bicicletta, sessioni di pilates? No. Per essere felici non servono. Pochi lo sanno, ma dal microbiota dipende la felicità umana. La serotonina, infatti, è immagazzinata nell’intestino. Le tecniche di sequenziamento del genoma e la possibilità di analizzare un numero crescente di geni ha portato a scoprire molto sul microbiota. Gli studi sono avanzati, ma c’è ancora molto da indagare.

Il segreto per essere felici? Dipende dal microbiota 

L’idea potrebbe spaventare: trilioni di germi, batteri e funghi vivono nel nostro stomaco, determinando la nostra salute. La buona notizia è che possiamo renderli nostri alleati. Se ti prendi cura di quelli buoni, sopprimi quelli cattivi, vivi più a lungo, più sano, più in forma e più felice. Tutte le malattie possono essere evitate attraverso la prevenzione. L’attenzione si deve concentrare anche sulla salute intestinale.

Il microbioma un superorgano

Il microbioma è una sorta di superorgano che influenza importanti processi corporei: dalla digestione agli ormoni, dal sistema immunitario alla salute mentale. Una flora intestinale diversificata mantiene i vasi elastici, le cellule grigie attive e ritarda il processo di invecchiamento. Migliora la resistenza negli atleti e protegge gli anziani dalla fragilità. Aiuta a mantenere il peso, a regolare i livelli elevati di colesterolo e i livelli di zucchero nel sangue. E può anche migliorare la prognosi del cancro.

Che cos’è il microbiota intestinale?

Il microbiota intestinale è il più grande serbatoio di batteri nel corpo umano. Rappresenta quasi due chilogrammi del nostro peso corporeo! Si trova nel tratto digestivo ed influenza notevolmente il nostro benessere fisico e mentale. È quindi necessario prendersene cura, soprattutto attraverso il cibo.

Con questo termine si definisce una comunità di batteri che popolano l’intestino, dal cui equilibrio dipendono molti processi metabolici e il funzionamentop del sistema immunitario. Molti usano l’espressione flora intestinale, ma il termine corretto è microbiota, termine che descrive quell’insieme di batteri, virus, funghi e protozoi, che svolge funzioni importanti per la salute dell’uomo.

L’importanza della salute intestinale

microbiota

L’intestino produce una varietà di sostanze utili, come vitamine e precursori ormonali, che entrano nel flusso sanguigno attraverso la parete intestinale e quindi in ogni angolo del nostro corpo. Deve essere assolutamente in equilibrio. A seconda della composizione dei batteri, il microbioma produce sostanze che scatenano allergie o le rallentano. Intensifica – o calma – l’ansia e lo stress.

Dal microbiota dipende la felicità umana: come prendersene cura 

Una dieta corretta può prevenire malattie come la sclerosi multipla, la colite ulcerosa, la fibromialgia, il morbo di Crohn, la depressione e, per alcuni medici, persino il cancro.

Non solo dieta, è importante tenere sotto controllo lo stress e le emozioni, fare attività fisica, mantenere relazioni sociali soddisfacenti. Può sembrare follia, ma tutto ciò influenza i microrganismi che abitano il nostro intestino e che formano il microbiota.

Quali malattie può causare una scarsa attenzione della salute dell’intestino

Malattie come la celachia o le intolleranze alimentari sono spesso la conseguenza di:

  • infiammazioni
  • malnutrizione
  • scarso assorbimento dei nutrienti
  • cattiva digestione o condizioni come intestino irritabile
  • dolore addominale
  • gonfiore o stitichezza, diarrea, alitosi.

Se soffriamo di questi malesseri può essere utile un’analisi genetica e uno studio del microbiota molecolare.

Il microbiota, ovvero l’esercito di batteri

Ci sono quattro molecole specifiche (glutammato, butirrato, serotonina e gaba) che, nell’intestino, possono interferire con il nervo vago e alterare le funzioni del sistema nervoso.

Siamo di fronte ad un vero esercito. Ci confrontiamo con un totale di 8 trilioni di batteri che pesano un chilo e mezzo. Questi sono divisi in non meno di 500 specie, e questi a loro volta in 4.000 sottospecie. Come in ogni esercito che si rispetti, sono sottoposti ad una rigida disciplina.

Ecco i batteri considerati più importanti

  • il batterio probiotico ‘Lactobacillus reuteri‘ responsabile del mantenimento dell’equilibrio della flora intestinale. Resistendo a condizioni sia acide che basiche, colonizza facilmente le pareti intestinali
  • il «Lactobacillus johnsonii», che ostacola lo sviluppo dell’Helicobacter pylori (un batterio che infetta l’epitelio gastrico) e aumenta l’immunità delle cellule di Langerhans (con funzioni difensive a livello immunitario). È uno di quelli che trasformano il latte in kefir o yogurt e producono crauti e kombucha. Ha grandi proprietà anti-infiammatorie
  • il «Lactobacillus rhamnosus», che impedisce l’assorbimento dei grassi e allo stesso tempo aumenta l’assorbimento di antiossidanti e le vitamine del cibo.

Dal microbiota dipende la felicità umana: come vincere la depressione

Perché è importante conoscerlo e prendersene cura? Dal microbiota dipende la felicità. Studi recenti riportano come il cattivo funzionamento del microbiota generi depressione. Ora più che mai siamo ciò che mangiamo.

Non è il conteggio delle calorie e l’evitare grassi o carboidrati che ti mantengono magro, ma una flora batterica sana. Quando l’equilibrio tra microrganismi si rompe compare la disbiosi. I microbi buoni, cioè il microbiota intestinale è in continuo equilibrio con il sistema immunitario dell’intestino. Microbiota e sistema immunitario dialogano tra di loro, rafforzandosi a vicenda. I microbi buoni proteggono la mucosa intestinale dalle aggressioni di microrganismi patogeni, prevenendo così la comparsa di molte infezioni. La rottura dell’equilibrio comporta appunto la disbiosi.

La relazione tra umore e intestino

Recenti studi pubblicati su Nature Communications, hanno trovato caratteristiche specifiche nella composizione del microbiota delle persone con depressione. Studiando una popolazione di individui con depressione, gli scienziati si sono resi conto che l’ecosistema intestinale formato da batteri, funghi, virus e altri microrganismi tra l’esofago e il colon era alterato ed era molto simile tra loro. Così è stato possibile verificare, secondo il Dr. Eduard Vieta, direttore scientifico del Center for Biomedical Research in Mental Health Network, i cambiamenti nelle popolazioni batteriche delle persone con depressione legate a microrganismi che producono glutammato e serotonina, tra gli altri neurotrasmettitori, di grande rilevanza nella depressione.

Una domanda a cui è difficile rispondere

La domanda è allora: la depressione causa cambiamenti nel microbiota può un’alterazione del microbiota portare alla depressione? Difficile rispondere. È sempre stato noto che esiste una stretta relazione tra condizioni dell’umore e dello stomaco (dispepsia, intestino irritabile, stitichezza…), ma è un sistema molto complesso

Dal microbiota dipende la felicità umana: la collaborazione cervello – intestino

L’asse cervello-intestino funziona perché entrambi gli organi rilasciano molecole che si influenzano a vicenda. C’è una regione nel cervello che è l’ipotalamo, il centro regolatore che controlla la temperatura corporea, la fame e la sete e un’altra regione, l’ipofisi, che riceve ordini dall’ipotalamo per alcune ghiandole endocrine per rilasciare determinati ormoni. L’ipotalamo è una sorta di controllore del traffico aereo; l’ipofisi, i piloti dell’aereo, e gli ormoni, l’equipaggio.Si tratta dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide. In in una situazione di stress o ansia l’ipotalamo rileva la sensazione di vigilanza o pericolo e ordina all’ipofisi di produrre cortisolo (l’ormone dello stress, che fa dilatare le pupille, aumentare la frequenza cardiaca e respiratoria e attivare i muscoli per difendersi o fuggire).

Il pericolo delle infiammazioni

Tutto perdura finché non passa la situazione giudicata di pericolo. In una situazione di stress psicologico vengono rilasciati impulsi costanti di cortisolo, il che causa la creazione di resistenza ad esso. E alti livelli di cortisolo possono influenzare negativamente il microbiota, creando un’infiammazione di basso grado, che può ridurre la qualità e / o la quantità della popolazione batterica del microbiota. uesto è probabilmente il motivo per cui le persone con depressione o ansia hanno alterato il microbiota.

Cosa fare per mantenere in salute il microbiota

Kombucha, superfood o bevanda che promette miracoli?

Lo stato del microbiota può dare molte informazioni. Così, ad esempio, nei pazienti con prediabete si possono osservare cambiamenti nel microbiota. In questo caso è importante adottare una dieta specifica, che prevede di eliminare tutti i cibi ultra-elaborati, cibi grassi, zuccheri raffinati, limitare il consumo di carne rossa (sostituendola con lenticchie e uova). In generale è utile affidarsi alla:

  • dieta mediterranea
  • rafforzare il sistema immunitario aumentando il consumo di cibi ricchi di acidi Omega 3 (pesci grassi come il salmone)
  • includere nella dieta prebiotici e probiotici (i primi sono presenti nelle alghe, specialmente nella varietà wakame, nelle verdure a foglia verde e nei cereali integrali; i secondi in cibi fermentati come kefir, kombucha, yogurt, miso o crauti) 
  • rispettare l’ordine delle portate
  • idratarsi bene
  • praticare esercizio fisico in modo regolare
  • prendersi cura del proprio sonno.

Novità mediche per la salute del microbiota

Oggi si può ricorrere anche ai trapianti di microbiota fecale. Dopo aver elaborato le impurità delle feci umane, vengono fatti preparati che vengono inseriti nell’intestino crasso dei pazienti attraverso una colonscopia. Alcune aziende hanno già iniziato a commercializzarlo liofilizzato in forma di capsule.

Dal microbiota dipende la felicità? L’importanza di una sana alimentazione

Ecco sosa si deve fare per essere sani e felici:

  • Una dieta diversificata e ricca di fibre per nutrire i batteri intestinali, in particolare frutta e verdura, legumi e cereali.
  • Consumare alimenti fermentati per arricchire il tuo microbiota yogurt, kimchi, crauti, kombucha e kefir.

Un suggerimento su quali cibi mangiare soprattutto in estate

  • Frutti rossi: per la ricchezza di vitamina C
  • Melone e anguria: contengono molta acqua che aiuta a ridurre il rischio di soffrire di uno squilibrio idrico.
  •  Pesca: per la sua forte capacità antiossidante.

Gli snack da mangiare

  • Gelato artigianale
  • Frullati 
  • Crudité vegetali
  • Spiedini di frutta

Quali alimenti evitare

Se una dieta sana e varia, ricca di fibre e cibi fermentati avvantaggia il nostro microbiota, il cibo spazzatura lo indebolisce. Gli alimenti trasformati o ultra-elaborati (ricchi di additivi alimentari come gli emulsionanti) danneggiano il microbiota e i suoi batteri, favorendo gli stati infiammatori e lo sviluppo di malattie croniche. Dal microbiota dipende la felicità, per cui è meglio scegliere che cosa portare sulla nostra tavola.

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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