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Perchè brindiamo? Le origini del brindisi

Si avvicina il Capodanno, il giorno dei brindisi per salutare l’arrivo del nuovo anno, ma non tutti sanno perchè brindiamo. Cibo è cultura e per questo ve lo sveliamo.

Di sicuro brindare è un rituale, che richiama il sacro. Non è un caso che si alzano i calici verso l’alto, verso il cielo.

Lo facciamo con i bianchi e i rossi, con gli spumanti e con i distillati, ma anche con bevande analcoliche. Il brindisi dà forma ad una festa, ne anima ogni suo momento. Le libagioni greco-romane prevedevano offerte agli dei. In una tazza o in una coppa come la patera, la phiale o il kylix, o in un un’anfora come il gutturnium o in una specie di grande brocca come il rython era versato il vino, la birra o altre bevande con lo scopo di ringraziare gli dei. Era già un brindisi?

Le origini del brindisi

Alcuni studiosi sostengono che i primi brindisi risalgono al tumultuoso periodo della Repubblica Romana. Un periodo segnato da intrighi e grandi ricorsi all’avvelenamento. Si racconta che lo scontro dei bicchieri permettesse alla bevanda avvelenata di contaminare il bicchiere del malcapitato che si voleva fare fuori. L’ipotesi non è balzana, se pensiamo alle forme dei contenitori delle bevande, assai diverse dai nostri bicchieri. 

 “Qui boit et ne reboit/ il ne scet que boire soit”, chi non beve e non ribeve, non sa che cosa sia il bere, recita una citazione cinquecentesca riportata in un famoso quadro di Tiziano, Il baccanale degli Andrios (1523-1526, Museo Nacional del Prado). La partitura musicale che giace in primo piano suggerisce un legame tra musica e piaceri dionisiaci. E ci rivela che il bere è un piacere che si ama ripetere. Un’usanza non solo occidentale, in Giappone l’espressione “kanpai!” invita a bere fino all’ultimo sorso.

Oggi il brindisi ha perso il suo significato originario, ma ha conservato la ritualità e i gesti. Un tempo alzare i calici verso il cielo era chiaramente un ringraziamento agli dei per averci donato la vita e la prosperità. Per noi è soprattutto un momento di goia, di condivisione. Ci sono tre momenti che rendono il brindisi tale:

  • l’essere in gruppo, spesso seduti a tavola
  • l’invito al brindisi che una persona rivolge ai commensali 
  • l’elevazione dei bicchieri che consolida il sentirsi uniti e solidali.

Il brindisi esprime la gioia dello stare insieme e il desiderio di augurare felicità. L’apertura della bottiglia invita tutti ad osservare la medesima azione. Ci si concentra per alzare i bicchieri e augurare la gioia, godendo del momento, della compagnia, del cibo e dei vini.

La curiosità

Tutti credono che brindare con l’acqua porti male. Così anche gli astemi, al momento del brindisi, versano una lacrima di vino nel bicchiere prima di alzare il calice al cielo.

 

 

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Written by Monica Viani

Vivo a Milano, frequento librerie, musei, cinema, teatri e ...ristoranti! Laureata in filosofia, ex insegnante di materie umanistiche nei licei classici e scientifici milanesi, sono approdata nel 1998 al giornalismo enogastronomico. Dopo aver coordinato diverse riviste tecniche, aver dato vita a una collana e curato diversi libri, nel 2017 ho deciso con Alessandra Cioccarelli di fondare il blog Famelici, un blog "di frontiera", dove declinare il cibo in mille modi. Io e Ale scriviamo di cibo, rimandando a Marx, a Freud, a Nietzsche, ai futuristi, perché crediamo che il cibo sia cultura. Perché lo facciamo? Per dimostrare che si può parlare di food rifuggendo dalle banalità. Stay hungry, stay foolish!

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